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Esperto ONU: i talebani hanno raddoppiato le fustigazioni pubbliche e imposto nuove restrizioni alle donne

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amu.tv, 9 settembre 2025, di Siyar Sirat

Il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Afghanistan, Richard Bennett, ha dichiarato lunedì che i talebani hanno intensificato la repressione nel 2025, raddoppiando il numero di persone frustate in pubblico e introducendo nuove misure che limitano ulteriormente i diritti delle donne, dei giornalisti e dei comuni cittadini afghani.

Intervenendo alla 60a sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, Bennett ha affermato che i talebani “non hanno revocato nessuna delle loro misure oppressive di genere”, ma le hanno invece ampliate. Ha citato l’introduzione delle “mahram cards” che limitano la libertà di movimento delle donne, i piani segnalati per limitare l’istruzione nelle madrase per le ragazze e una nuova legge che vieta poesie che criticano il leader talebano, lodano l’amore romantico o incoraggiano le relazioni. Ha anche evidenziato una direttiva che impone alle emittenti di sottoporre i programmi a un’approvazione preventiva e le restrizioni alla libertà religiosa, tra cui conversioni forzate e condanne per blasfemia.

Bennett ha affermato che almeno 672 persone (547 uomini e 125 donne) sono state sottoposte a fustigazione pubblica sanzionata dal tribunale dall’inizio dell’anno, più del doppio rispetto alla cifra registrata nello stesso periodo del 2024.

Ha avvertito che l’Afghanistan non è un luogo sicuro per i rimpatri forzati, criticando gli stati che continuano le deportazioni di massa degli afghani nonostante i rischi di persecuzioni e rappresaglie.

Rifiutando l’idea che l’Afghanistan sia una “causa persa”, Bennett ha affermato che il Paese rappresenta “una prova” della determinazione del mondo a opporsi alla persecuzione di genere e all’impunità. “Come possiamo impedire che l’Afghanistan diventi una causa persa? Usando ogni strumento a nostra disposizione”, ha affermato, chiedendo una pressione internazionale costante, un’espansione degli aiuti umanitari, l’assunzione di responsabilità per gli abusi e il riconoscimento dell’apartheid di genere come crimine.

Bennett ha inoltre sollecitato la creazione di un meccanismo investigativo indipendente per raccogliere e preservare le prove, identificare i colpevoli e supportare le azioni penali.

“Quello che sta accadendo in Afghanistan, sebbene grave e impegnativo, non è né inevitabile né irreversibile”, ha affermato Bennett. “È il risultato di scelte – certamente dei talebani, ma anche della comunità internazionale. E questo significa che sono possibili scelte diverse”.

Nella stessa sessione, l’inviato afghano Nasir Andisha ha affermato che gli arresti arbitrari sono diventati una prassi in Afghanistan, soprattutto per quanto riguarda i rimpatriati. Ha avvertito che anche i bambini sono vittime di “oppressione istituzionalizzata”.

[Trad. automatica]

 

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