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Autore: Anna Santarello

Malalai: “I terroristi sono oggi più forti. La guerra l’avete fatta ai poveri”

Ancora un’interessante intervista a Malalai Joya, vent’anni dopo l’occupazione e la guerra di Usa e Nato. Le sue parole sono un atto di accusa, il racconto di cosa sia l’esportazione della democrazia a stelle e strisce.

Cristina Mirra, l’AntiDiplomatico, 29 aprile 2021

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In Afghanistan, l’assistenza sanitaria per le donne è colpita dal taglio agli aiuti

Il calo del sostegno dei donatori per i servizi essenziali in Afghanistan sta riducendo l’accesso delle donne all’assistenza sanitaria essenziale, ha affermato Human Rights Watch in un rapporto pubblicato oggi. Sono probabili ulteriori tagli nei prossimi mesi dopo l’annuncio del presidente degli Stati Uniti Joe Biden che gli Stati Uniti ritireranno tutte le loro forze dall’Afghanistan entro l’11 settembre 2021.

HRW, 6 maggio 2021

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Afghanistan: inizia il ritiro ufficiale degli Stati Uniti

Sicurezzainternazionale.luiss.it – Camilla Canestri -1 maggio 2021

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Gli Stati Uniti hanno iniziato formalmente il ritiro di tutti i propri soldati dall’Afghanistan, il primo maggio. Le forze di sicurezza afghane sono state messe in stato di “alta allerta” rispetto a possibili attacchi dei talebani contro le truppe statunitensi nella loro fase di ritiro, soprattutto nella capitale Kabul e nelle principali città del Paese.

I funzionari statunitensi presenti in Afghanistan hanno affermato che le procedure di ritiro fossero già in corso e che la data del primo maggio rappresentasse la continuazione di tale processo. Tuttavia, come sottolineato da The New Arab, Washington avrebbe voluto evidenziare tale data in quanto essa era stata concordata dagli USA e dai Talebani in occasione dell’Accordo di pace concluso tra le parti a Doha, in Qatar, il 29 febbraio 2020.

In vista del ritiro dei soldati statunitensi, il 30 aprile, il ministro degli Interni ad interim dell’Afghanistan, Hayatullah Hayat, ha chiesto a vari comandanti della polizia di aumentare lo stato d’allerta in vista del primo maggio, secondo un audio diffuso tra i reporter locali e citato da The New Arab. In particolare, il ministro ha affermato: “Gli americani inizieranno formalmente il loro ritiro dall’Afghanistan dal primo maggio e i talebani potrebbero aumentare le violenze [… ] Ordino a tutti voi di aumentare i posti di controllo nelle città e di organizzare perquisizioni ai punti d’accesso”.

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Malalai Joya: La pace senza giustizia non ha senso

greenleft.org.au – Pipi Hinman – 30 aprile 2021

Una bella intervista a Malalai Joya da non perdere

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Malalai Joya è un’impavida attivista rinomata per aver resistito ai signori della guerra e ai tiranni all’interno del parlamento afghano e per aver chiesto alle forze di occupazione di lasciare il suo paese.  Ha parlato con Pip Hinman della Sinistra Verde del recente annuncio da parte degli Stati Uniti di ritirare le proprie truppe e del sostegno dell’Occidente ai talebani.

Joya è stata eletta al parlamento afghano nel 2005, quattro anni dopo l’invasione e l’occupazione degli Stati Uniti e della NATO.  Alla fine è stata costretta a dimettersi, ma non ha smesso di fare una campagna per la democrazia, nonostante i pericoli.

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AIUTIAMO IL POPOLO YAZIDA ALLA REALIZZAZIONE DI UN LORO OSPEDALE

Fonti di pace.it 30 aprile 2021

CISDA sostiene il popolo curdo e partecipa già alla raccolta fondi per l’ospedale nella regione della popolazione yazida. Per chi volesse approfondire, vi suggeriamo un importante contributo storico e culturale a questo link.

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FONTI DI PACE ONLUS è nata nel 2004 dopo il processo alla deputata kurda Leyla Zana (unica donna kurda a suo tempo nel Parlamento turco) e a tre altri suoi colleghi, tutti arrestati e accusati, nel 1990, di terrorismo, scarcerati solo nel giugno 2004, grazie all’intervento del Parlamento Europeo. Ho seguito il processo per tutte le 14 udienze, ho conosciuto più da vicino il popolo curdo, le sue donne,  i suoi uomini, le sue ragazze, i suoi ragazzi: gente straordinaria che quotidianamente lottava per la loro identità, per la loro lingua, per la loro cultura. Sono considerati “separatisti in Iraq, stranieri in Siria, terroristi in Turchia, nemici di Dio in Iran”: ma  sono solo curdi che vogliono vivere sulla loro terra e parlare nella loro lingua, in libertà.

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Afghanistan, il piano Usa di una nuova catastrofe

Ilmanifesto.it – Manlio Dinucci – 27 aprile 2021

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Il generale Scott Miller, comandante delle forze Usa e alleate in Afghanistan, ha annunciato il 25 aprile l’inizio del ritiro delle truppe straniere che, secondo quanto deciso dal presidente Biden, dovrebbe essere ultimato entro l’11 settembre. Gli Usa terminano così la guerra condotta per quasi vent’anni? Per capirlo, occorre anzitutto fare un bilancio dei risultati della guerra.

Il bilancio in vite umane è in gran parte inquantificabile: le «morti dirette» tra i militari Usa ammonterebbero a circa 2.500, e i feriti gravi a oltre 20.000. I contractor (i mercenari Usa) uccisi sarebbero circa 4.000, più un numero imprecisato di feriti. Le perdite tra i militari afghani ammonterebbero a circa 60.000. Le morti di civili sono di fatto incalcolabili: secondo le Nazioni Unite, sarebbero state circa 100.000 in soli dieci anni. Impossibile determinare le «morti indirette» per povertà e malattie, provocate dalle conseguenze sociali ed economiche della guerra.

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