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Autore: Anna Santarello

Milano, morta l’attivista Cristina Cattafesta: il suo impegno a sostegno delle donne afghane e curde

fanpage.it – 7 agosto 2020

Scomparsa a 64 anni l’attivista milanese Cristina Cattafesta, nota in città e non solo per il suo impegno a sostegno delle donne afghane e curde. Fondatrice del Cisda (Coordinamento Italiano a sostegno delle donne afghane), nel 2018, impegnata come osservatrice delle elezioni in Turchia, fu arrestata dal regime di Erdogan e poi liberata a seguito della pressione internazionale.

È morta l’attivista milanese Cristina Cattafesta, nota per il suo impegno a sostegno delle donne afghane e curde, fondatrice del Cisda (Coordinamento Italiano a sostegno delle donne afghane). La sua scomparsa a causa di una malattia è stata annunciata sulla pagina Facebook ‘Via Padova’.

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Addio a Cristina Cattafesta. Il ricordo di Radio Popolare

Radio Popolare – 7 agosto 2020 

Cristina CattafestaÈ morta a Milano Cristina Cattafesta.

Cristina era un’attivista molto conosciuta per la sua partecipazione ai movimenti contro la guerra e per i diritti delle donne.

È stata tra le fondatrice della casa delle donne maltrattate, e del comitato di sostegno alle donne afghane. Un impegno civile e politico che si traduceva nella solidarietà concreta e nello sviluppo di tanti progetti, insieme ai movimenti di donne che sosteneva in molti paesi.

Nel 2018 era stata arrestata e incarcerata per due settimane in Turchia mentre svolgeva il ruolo di osservatrice internazionale durante le elezioni.

Il 7 luglio 2018 a poche ore dal rientro in Italia, Cristina Cattafesta era nei nostri studi intervistata da Omar Caniello.

ADDIO A CRISTINA CATTAFESTA, ATTIVISTA PER I DIRITTI DELLE DONNE

Gli Stati Generali – 7 aprile 2020

«Oggi, Cristina, ci hai lasciate. Dopo una malattia dolorosa, intensa e rapida, tanto da non consentirci di realizzare cosa stesse accadendo. Né, per tante, di abbracciarti, un’ultima volta». Questa mattina si è spenta a Milano Cristina Cattafesta, 64 anni, femminista e storica attivista per i diritti delle donne.

L’annuncio della scomparsa è stato dato sulla pagina Facebook del Cisda, il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane, organizzazione di cui Cristina era tra le fondatrici e presidente. «Nel dolore – scrivono le compagne del Cisda – ci siamo rifugiate nelle numerose immagini dei momenti che ciascuna di noi ha condiviso con te, tra decenni di attività politica in Italia, appuntamenti in giro per l’Europa e dozzine di delegazioni nel paese dove tu, per prima tra noi, hai lasciato il cuore. L’Afghanistan. Immagini, sempre, di sorrisi e complicità, rassicuranti e divertenti, nonostante le difficoltà di certi impegni, che ci hanno legate profondamente. Come compagne, come amiche. Ci lasci, in un tempo sospeso, con un’eredità collettiva immensa: ci impegneremo a custodirla, strette intorno alla tua presenza indelebile, alla tua mancanza incolmabile. Abbracciamo forte le sorelle e il compagno Edoardo».

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Diritti delle donne, è morta Cristina Cattafesta fondatrice del Cisda.

Corriere della sera – 7 agosto 2020, di Marta Serafini cristina 7 agosto

Si è spenta a 64 anni, l’attivista milanese, nota per il suo impegno a sostegno delle donne afghane e curde. L’addio delle compagne «Sei stata capace di creare ponti, oltre ogni confine»

«Sei stata capace di accogliere e sollecitare il bello, di tessere reti e creare ponti, oltre ogni confine e durata nel tempo. Hai raccolto sogni adolescenti e li hai trasformati in realtà, con spontaneità e vicinanza, schiettezza e sensibilità. In tante abbiamo affidato a te le nostre difficoltà se non, talvolta, un pezzo di vita, e tu le hai fatte tue, mostrando una cura e un’umanità che raramente si incontrano».

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Kurdistan: le violenze dell’esercito turco contro donne e giovani

Infoaut – 3 agosto 2020

unnamed copyIn Kurdistan è sempre più acceso lo scontro tra la popolazione curda ed esercito turco. I militari commettono sempre più di frequente attacchi alle donne, stupri, violenze fisiche e psicologiche.

Prendono di mira qualunque fascia di età, non facendo però i conti con l’autodeterminazione delle donne a decidere del proprio corpo e del proprio futuro, decise a non farsi schiacciare da una cultura puramente patriarcale. Le donne curde si ribellano, da molto tempo hanno creato gruppi armati in difesa della popolazione e in particolare delle donne, le YPS-JIN, gruppo di autodifesa delle donne.

È di pochi giorni fa il tentativo di stupro di un militare ai danni di una ragazzina di 13 anni, salvatasi grazie alle urla che hanno richiamato l’attenzione dei vicini di casa, che hanno da prima messo in fuga il militare e poi cercato e trovato l’uomo in questione.

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Afghani uccisi a sangue freddo, i raid dei soldati britannici e quelle mail che li accusano

Segnaliamo questo articolo per ribadire quello che da sempre sostengono le organizzazioni afghane con cui siamo in contatto che l’invasione dell’Afghanistan che avrebbe dovuto secondo i nostri governi portare la “democrazia” ha solo portato insicurezza, morte e distruzione e oggi si cerca di rimediare scendendo a patti con i talebani gli stessi che venivano ricercati e uccisi. [N.d.R.]

Soldati britanniciCorriere della sera – 2 agosto 2020, di Lorenzo Cremonesi

La scoperta di messaggi riservati tra alti ufficiali: 33 uccisioni sospette.

All’una di notte del 16 febbraio 2011 gli elicotteri neri Chinook delle squadre speciali britanniche (Sas) atterrano presso il villaggio di Gawahargin. Abitazioni d’argilla basse, circondate da mura e attorno campi coltivati, molti dei quali a papaveri per la produzione dell’oppio. Siamo nel distretto di Helmand, nell’Afghanistan meridionale, che negli ultimi cinque anni è diventato il cuore combattente della rinascita del movimento talebano. I soldati sono il meglio dell’esercito di Sua Maestà: addestrati per l’antiguerriglia, combattono spesso a fianco dei Marines americani.

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Femminicidio in Turchia: 36 donne assassinate a luglio

Retekurdistan.it 2 agosto 2020

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La piattaforma “Noi fermeremo il femminicidio” (Kadın Cinayetlerini Durduracağız, KCDP) ha presentato il suo rapporto per luglio. In esso, l’organizzazione documenta un totale di 36 omicidi di donne in Turchia commesse in un mese. Altre undici donne sono state trovate morte in modo sospetto.

Secondo il bilancio di tutti gli omicidi registrati dalla polizia e pubblicati sui media, in 18 casi non è stato possibile stabilire perché le donne siano state uccise. Il 92 percento delle vittime è stata uccisa da mariti violenti, amici, ex compagni o parenti maschi, cinque delle quali “per motivi finanziari”, altre tredici perché volevano divorziare o separarsi, respingere uomini o perché volevano decidere da sole delle loro vite.

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Coltivazione dell’oppio Afghanistan, così i pannelli solari aiutano il traffico di droga

Corriere.it – Marta Serafini – 29 luglio 2020

0GUBBC4P kZQF U320010262777779aH 656x492Corriere Web SezioniL’energia solare ha permesso ai coltivatori dell’Helmand di diventare i primi produttori nel Paese. L’aumento della domanda e il Covid-19, i timori degli esperti: il consumo di eroina potrebbe salire

Che a Lashkar Gah, capitale della provincia afghana dell’Helmand, siano diventati tutti, all’improvviso, attenti al rispetto dell’ambiente è improbabile. Eppure negli ultimi quattro anni la vendita di prodotti per l’energia solare è aumentata a tal punto che le immagini mostrano pile di pannelli alte come palazzi di tre piani che svettano nel mercato della città.

Dici Helmand e dici coltivazione oppio. Come racconta un reportage della Bbc, i coltivatori afghani hanno rimodellato l’industria basando la propria attività sull’energia solare, aumentando significativamente l’offerta mondiale di eroina e dimostrando che un investimento di questo tipo può essere estremamente vantaggioso in termini economici e sostenibili.

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Afghanistan: Save the Children, un terzo delle vittime civili sono bambini

Liberoreporter.it – 28 luglio 2020

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“I bambini stanno pagando un tremendo tributo al conflitto in Afghanistan: da gennaio, infatti, almeno 340 di loro hanno perso la vita. Più di 700 sono stati feriti, molti con lesioni invalidanti come amputazioni o traumi cranici, per non parlare delle conseguenze dello stress post-traumatico, invisibili ma ugualmente dannose di cui soffrono molti dei più piccoli” ha dichiarato Milan Dinic, Direttore di Save the Children in Afghanistan, a seguito della pubblicazione del rapporto di metà anno delle Nazioni Unite sulla protezione dei civili nei conflitti armati sull’Afghanistan .

Il conflitto in Afghanistan rimane uno dei più pericolosi per i bambini, che rappresentano il 31% del totale delle vittime civili.

“La stragrande maggioranza delle vittime civili in Afghanistan, ha perso la vita a causa di proiettili accidentali o di esplosivi artigianali nelle aree abitate. È estremamente preoccupante ed è un’accusa contro tutte le parti che finora non hanno rispettato il diritto internazionale umanitario di protezione dei civili dai danni del conflitto” ha sottolineato Milan Dinic dell’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro.

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