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Autore: Anna Santarello

Ayşe Acar Başaran HDP: Lo stupro è un metodo di guerra

Rete KurdistanItalia – 23 luglio 2020 

Ayse 1 700x325Ayşe Acar Başaran, portavoce del Consiglio delle Donne del Partito democratico dei popoli (HDP), ha commentato nel corso di una conferenza stampa ad Ankara l’aumento delle molestie sessuali e dei casi di stupro nel Kurdistan settentrionale.

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Afghanistan, l’occhio talebano

Dal Blog di Enrico Campofreda – 17 luglio 2020 khairullah khairkhwa

Khairullah Khairkhwa, esponente talebano, è stato intervistato dall’emittente qatarina Al Jazeera. Buona parte del suo discorso è incentrato sulle note trattative di pace svoltesi per mesi a Doha alle quali ha preso parte, sulla difficile attuazione della ‘fase due’ degli incontri inter afghani ostacolati dal governo di Kabul, sull’intenzione talebana di superare il lungo conflitto e costruire un nuovo governo che escluda chi ha collaborato con l’occupazione occidentale. Ne riportiamo i passi principali.

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Afghanistan, tra coronavirus e scontri armati

 L’Indro – 9 luglio 2020, di Stefano Grimaldi

Poveri AfghanistanLa pandemia di coronavirus sta rivelando le difficoltà di accesso alle cure sanitarie in tutto il mondo. In Afghanistan, secondo Christiane Wilke e Mohd Khalid Naseemi, esperti della Carleton University, la diffusione del virus è stata facilitata da decenni di conflitti armati e sforzi di ricostruzione che hanno tralasciato il rafforzamento del sistema sanitario afghani.

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INTERNAZIONALISTE IN ROJAVA: “L’UCCISIONE DI ZEHRA, HEBÛN ED EMÎNA È UN ATTACCO ALLE DONNE OVUNQUE”

Rete Jin – 9 luglio 2020

internationaliste“Porgiamo omaggio oggi non soltanto alle nostre compagne cadute martiri in questo attacco, ma a tutte le donne le cui vite sono state date e prese nella lotta per la liberazione.”

Traduciamo da Women Defend Rojava (7 luglio 2020).

Alcune internazionaliste, donne che sono venute in Rojava da diversi territori, sono state alla casa in cui le nostre compagne Zehra, Hebûn e madre Emîna, attiviste del Kongra Star, movimento delle donne del Rojava, sono state uccise dallo Stato turco.

Là hanno letto un comunicato di condanna per il triplo femminicidio commesso dalla Turchia, che rappresenta un attacco a tutte le donne del mondo, nel quale si chiede che tutte le donne nel mondo prendano posizione contro questi attacchi e che venga valorizzata la lotta comune delle donne in tutto il mondo.

Hanno anche chiesto agli Stati e alla comunità internazionale di prendere misure immediate per poter procedere verso la pace in Siria, perché fino a ora gli Stati da cui provengono sono rimasti in silenzio.

La lotta delle donne in Kurdistan è la lotta delle donne in tutto il mondo.

“Con la resistenza ci difenderemo! Con l’organizzazione metteremo fine al femminicidio!”

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Siluro bipartisan contro l’accordo per l’Afghanistan

 Il manifesto – 7 luglio 2020, di Manlio Dinucci

download copy copy copy copy copyCentinaia di migliaia di vittime civili, oltre 2.400 soldati Usa uccisi (più un numero imprecisato di feriti), circa 1.000 miliardi di dollari spesi: questo in sintesi il bilancio dei 19 anni di guerra Usa in Afghanistan, cui si aggiunge il costo per gli alleati Nato (Italia compresa) e altri che hanno affiancato gli Usa nella guerra. Bilancio fallimentare per gli Usa anche sotto il profilo politico-militare: la maggior parte del territorio è oggi controllata dai Talebani o contesa tra questi e le forze governative sostenute dalla Nato.

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Turchia. Erdogan occupa un terzo dell’ex provincia ottomana di Mosul

 PaeseItaliaPress.it – 7 luglio 2020

Erdogan

Installati 39 avamposti militari nel nord dell’Iraq, coprendo un’area pari a circa un terzo dell’antica provincia ottomana di Mosul, tra il fiume Tigri e l’affluente Caprus.Si tratta di numeri che danno un’idea del crescente iperattivismo muscolare di Ankara nella regione del Medio Oriente.

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Perché l’«interesse nazionale» non va in missione

Ilmanifesto.it  Alberto Negri 3 luglio 2020

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L’interesse nazionale, quello vero, non va in missione. Il dibattito sulle missioni militari all’estero di oggi alle commissioni esteri e difesa dovrebbe servire a una riflessione seria sulla visione strategica del nostro Paese. In concreto si parla di aumentare i costi militari che nel 2019 hanno già sfiorato il miliardo e mezzo di euro che in epoca di Covid-19 sarebbe forse meglio investire nella sanità o nella scuola.

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Afghanistan, ritiro del contingente italiano dalla prima metà del 2021

Il Sole 24ore – di Gerardo Pelosi – 30 giugno 2020

L’Alto rappresentante civile della Nato Pontecorvo, conferma quanto annunciato dal Capo di Stato maggiore della difesa Vecciarelli. In Parlamento il ministro Guerini non ne fece cenno.

È un ritiro tante volte annunciato quello del contingente italiano forte di circa 800 uomini basato nell’Ovest dell’Afghanistan, ad Herat, ma che ora ha una data certa, la prima metà del 2021. A confermarlo da Kabul a Il Sole 24 Ore è l’ambasciatore Stefano Pontecorvo, Alto rappresentante civile della Nato per l’Afghanistan dopo che lunedì 29 giugno in un’audizione alle commissioni difesa di Camera e Senato il Capo di Stato maggiore della Difesa Enzo Vecciarelli aveva annunciato il rientro degli italiani nella seconda metà dell’anno prossimo. Solo pochi giorni prima il ministro della Difesa Lorenzo Guerini non ne aveva però fatto cenno in Parlamento parlando solo di «una sostanziale riconferma dei principali impegni già in atto».

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