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Autore: Anna Santarello

I talebani e le conseguenze per i diritti delle donne in tutto il mondo

La comunità internazionale dovrebbe riconoscere che la lotta che le donne e le ragazze afghane stanno combattendo in questo momento è una lotta per i diritti delle donne e delle ragazze ovunque, e il loro destino è anche il nostro

Heather Barr, Rawa, 6 febbraio 2024

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Appello urgente ai media affinché informino sui continui attacchi della Turchia in violazione della legge internazionale

Kongra Star Rojava 15 gennaio 2024

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Ai rappresentanti dei media.

Da ottobre lo stato turco prende deliberatamente di mira i civili nella regione del nord-est della Siria, in palese violazione della legge internazionale, nel silenzio dell’opinione pubblica mondiale.

Più recentemente, durante il periodo di Natale e fino al 13 gennaio 2024, continuano a essere colpiti obiettivi civili, in particolare quelli che forniscono servizi di base alla popolazione, come fonti di acqua e di energia, riserve e industrie alimentari, ambulatori medici, industrie, attività produttive come cementifici, tipografie e fabbriche di abbigliamento.

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Report Last Twenty 2023 – Afghanistan – La tragedia di un popolo sedotto e abbandonato

Last twenty 2023  Estratto relativo all’Afghanistan del  Report Last Twenty 2023, di Antonella Garofalo CISDA

Come è noto, nel 2021 l’Italia ha ospitato il G20. Nel luglio dello stesso anno si è tenuto a Reggio Calabria, il primo incontro degli L20, ovvero degli Ultimi 20 Paesi in base agli indicatori socio-economici. A questo primo incontro ne son seguiti altri e nell’ottobre del 2022 si è costituita l’Associazione L20 a cui hanno aderito e continuano ad aderire singole persone, associazioni, Ong, ecc. È stato quindi un Comitato scientifico e un gruppo di lavoro per redigere il secondo Report L20 con l’obiettivo di guardare il mondo dai “margini”, per leggere il mutamento – economico, sociale, ambientale e politico – da quest’altra faccia del nostro pianeta. Dare voce agli Ultimi, conoscere questi Paesi, la loro storia, cultura, e i loro bisogni emergenti. 

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Afghanistan: arrestate e picchiate per uso improprio dell’hijab

La Svolta, 10 gennaio 2024, di Chiara Manetti LA Svolta 10 01 24

Una foto pubblicata su X (ex Twitter) dal giornalista della Bbc Moheb Mudessir mostra decine di afghane che vengono fatte salire su un camioncino della polizia a Kabul, in Afghanistan: “Ieri il portavoce dei talebani mi ha detto che tutte le donne arrestate per l’uso improprio dell’hijab sono state rilasciate dopo 2 ore e ha negato qualsiasi maltrattamento. Mentre ci sono accuse secondo cui alcune sarebbero ancora in detenzione e sarebbero state torturate, ci sono notizie di ulteriori arresti a Kabul”.

Gli arresti da parte della polizia morale talebana in alcuni quartieri della Capitale, tra cui Dashte Barchi, Taimani e Khairkhana, risalgono alla settimana scorsa, ma sono venuti alla luce solo grazie a fotografie come quella diffusa da Mudessir.

Una ragazza di 16 anni ha raccontato al Guardian di essere stata arrestata insieme ad altre ragazze durante un corso di lingua inglese: i talebani le avrebbero trascinate in un camion della polizia e avrebbero picchiato quelle che si rifiutavano di salire. Lei, dopo aver cercato di farli ragionare, sarebbe stata frustata a piedi e gambe. «Il mio abbigliamento era modesto – ha detto al quotidiano britannico – ma mi hanno picchiata lo stesso, insistendo sul fatto che il mio abbigliamento era sconveniente».

Durante la sua detenzione, durata 2 notti, i talebani l’avrebbero definita un’infedele perché studia l’inglese e perché aspira ad andare all’estero. Anche il padre, colpevole di aver «allevato ragazze immorali», sarebbe stato picchiato. La ragazza ha raccontato di essere stata rilasciata dopo aver firmato un documento in cui si impegna a indossare l’hijab fuori casa. Le sarebbe anche stato vietato di frequentare ancora il corso d’inglese.

Il principale portavoce del regime talebano, Zabihullah Mujahid, ha confermato gli arresti a Cbs News, aggiungendo che “un gruppo di donne coinvolte in attività di modelle per promuovere abiti sono state arrestate, ammonite di fronte ai loro familiari e rilasciate nel giro di poche ore. Nessuna donna è stato soggetto a reclusione durante questo processo”. Un portavoce del Ministero del Vizio e della Virtù dei talebani ha inoltre riferito che alcune delle detenute sono state consegnate alle autorità giudiziarie per ulteriori indagini.

Senza fornire alcuna prova, Mujahid, intervistato da Tolo News, ha dichiarato che le donne fermate avrebbero ricevuto istruzioni dall’estero per promuovere la violazione delle regole che i talebani impongono a donne e ragazze in Afghanistan e che prevedono che indossino l’hijab per coprire i propri capelli. In un messaggio al Guardian Mujahid ha aggiunto che questi arresti non sono «una pratica abituale», ma una diretta conseguenza delle presunte azioni di queste ragazze.

Secondo Sanam Kabiri, del gruppo per i diritti delle donne afghane Unity and Solidarity, si tratta di «una scusa per imporre ulteriori restrizioni alle donne» perché i talebani «mirano a impedire alle donne di uscire anche quando ne hanno bisogno», ha detto la donna a Voa.

Meno di una settimana fa il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite aveva richiesto la nomina di un inviato speciale per l’Afghanistan per promuovere i diritti delle donne e i diritti umani nel Paese e per aumentare l’impegno con lo Stato e i suoi leader talebani. Ma il portavoce del ministero degli Esteri, Abdul Qahar Balkhi, l’ha definito “non necessario” perché “l’Afghanistan non è una zona di conflitto ed è governato da un governo centrale in grado di garantire i propri interessi nazionali”.

Amnesty International ha denunciato la “repressione del codice di abbigliamento e gli arresti arbitrari da parte dei talebani”, che “rappresentano un’ulteriore violazione della libertà di movimento e di espressione delle donne in Afghanistan”. Il gruppo per i diritti umani ha chiesto al Governo talebano di interrompere “immediatamente” questa repressione e “gli arresti arbitrari”.

Da quando hanno preso il potere in Afghanistan nell’agosto 2021, i talebani hanno limitato l’accesso delle donne all’istruzione, al lavoro e agli spazi pubblici. Alle studentesse è stato vietato frequentare la maggior parte delle scuole secondarie e delle università. Da maggio del 2022 le afghane sono costrette a indossare il velo integrale, rivelando solo gli occhi.

Turchia: Selahattin Demirtaş a processo – Proposte misure concrete per una soluzione della questione curda

Pressenza, 10 gennaio 2024, Associazione per i Popoli Minacciati Selahattin Demirtas 820x539

L’ex co-presidente del partito HDP Selahattin Demirtaş, che da questa settimana è sotto processo presso un tribunale penale di Ankara nel cosiddetto processo Kobane, nel suo discorso di difesa ha proposto passi concreti per risolvere pacificamente la questione curda in Turchia. Purtroppo, i politici e i media in Europa non si sono praticamente accorti di questo processo e del “piano di pace” proposto.

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Reato di “velo improprio”

Negli ultimi giorni i Talebani hanno detenuto e imprigionato numerose donne affermando che erano “impropriamente velate”. Centinaia di donne e ragazze sono state sottoposte a torture, percosse e umiliazioni e trattenute anche per diversi giorni

Amin Kawa, Hasht-E Subh, 6 gennaio 2024

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Fonti e attivisti per i diritti delle donne riferiscono che le detenute vengono rilasciati dietro pagamento e garanzia di sostegno al regime talebano. Intanto il Ministero per la Propagazione della Virtù e la Prevenzione del Vizio dei Talebani ha confermato la detenzione di alcune donne a Kabul per “velo improprio”.

Il numero esatto delle donne e delle ragazze detenute non è stato specificato, ma la tendenza agli arresti e agli interrogatori continua. 

Donne e ragazze a Kabul affermano che i talebani hanno reso loro la vita difficile. Ciò avviene nel contesto del suicidio di una donna che protestava nella provincia di Kunduz a causa delle restrizioni imposte dai talebani. Le azioni dei talebani hanno suscitato reazioni diffuse.

Affermano che i talebani, con il pretesto di un velo improprio, hanno sistematicamente detenuto tutte le donne impegnate in attività sociali. Attraverso queste azioni, mirano a ostacolare completamente la presenza delle donne fuori dalle loro case e a costringere le loro famiglie a sostenere apertamente il gruppo.

La scorsa settimana i talebani hanno effettuato arresti senza precedenti di donne in pubblico e in strada. Nonostante le pressioni interne ed esterne, il gruppo difende le detenzioni delle donne che etichettano come “impropriamente velate”, giustificandole come prevenzione di reati morali.

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Il Consiglio delle Nazioni unite verso il pieno reintegro del governo talebano

Mentre gli sguardi di tutti erano sempre più lontani dall’Afghanistan, presi dalle guerre in Ucraina e Palestina e dai festeggiamenti di fine anno, il 29 dicembre il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha votato quasi all’unanimità una delibera che darà l’avvio a un nuovo corso nei rapporti del mondo con l’Afghanistan dei talebani, un provvedimento che cambia la strategia finora adottata – non trattare direttamente con i talebani finchè non riconoscono i diritti alle donne – avviando un percorso che ha l’obiettivo dichiarato e raccomandato di reintegrare pienamente l’Afghanistan nella comunità internazionale, senza porre condizioni se non quella di accettare la mediazione di un nuovo rappresentante delle NU che deve essere nominato appositamente per raggiungere il compromesso. La strada per il pieno riconoscimento è aperta (N. d. Cisda)

NU, Notizie dell’Onu, 29 dicembre 2023

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I bambini afghani tra lavoro, violenza e leggi talebane

I bisogni basilari del 40% dei bambini in Afghanistan non vengono soddisfatti. Un terzo dei bambini nel Paese sarebbe, inoltre, impiegato nel lavoro minorile. È quanto ha rivelato un recente rapporto dell’International Rescue Committee (IRC) a proposito delle condizioni di vita dei bambini afghani.

Valeria Cagnazzo, Pagina esteri, 3 gennaio 2024

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Il Team sanitario mobile Hamoon arriva a Nari

OPAWC, mentre era in visita con il suo Team sanitario mobile nel distretto di Nari a disposizione dei più poveri, è venuto a conoscenza di crimini scioccanti commessi contro la popolazione, soprattutto le donne, da parte delle truppe USA, del loro governo fantoccio e dei Talebani

OPWAC, Report “Visita a Kunar”, dicembre 2023

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