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Autore: Anna Santarello

Elezioni afghane, mistero truffaldino

Enrico Campofreda, dal suo blog, 29 ottobre 2019

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Che fine hanno fatto le presidenziali afghane? Si sono arenate nei conteggi.

La Commissione Elettorale Indipendente ha diffuso i numeri dei voti validi che ammontano a 1.843.107 sull’iniziale quota di 1.929.333. La tendenza evidente già in prima battuta era il crollo della partecipazione scesa a poco più del 20%, visti i circa 10 milioni di potenziali elettori.

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Care donne del mondo che state lottando per la pace, la libertà e la giustizia…

Retekurdistan.it – 3 novembre 2019

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Care donne del mondo che state lottando per la pace, la libertà e la giustizia,

in occasione della Giornata della Resistenza Mondiale per il Rojava vi mandiamo i nostri più caldi sa- luti dal cuore della resistenza del Rojava. Fin dall’inizio dell’invasione turca la nostra lotta comune per difendere il Rojava e i successi della rivoluzione delle donne è continuata senza tregua su diversi fronti e in tutte le parti del mondo. Esprimiamo il nostro amore più profondo e il nostro rispetto a tutte le nostre sorelle, amiche e amici che stanno combattendo in prima linea nelle fila delle YPJ, YPG e SDF contro il crudele e inumano attacco dell’esercito Turco e delle loro truppe jihadiste assassine.

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La rabbia dei giovani iracheni contro il regime corrotto

31est2 iraq foto afp 480x4803 novembre 2019 Il Partito della solidarietà afgano, Hambastagi, ci ha inviato questo articolo in cui sottolinea la similitudine politica e sociale tra l’Afghanistan e l’Iraq e solidarizza con le rivolte irachene di questi giorni. 3 novembre 2019

Nelle ultime settimane, nelle strade di Baghdad c’è stata una forte protesta popolare, che ha preso più forza in seguito alla  repressione del regime al potere. Gli iracheni e gli afgani stanno vivendo più o meno la stessa situazione.
Sedici anni di occupazione USA in Iraq hanno precipitato questo paese nella decadenza, in una profonda miseria, nella povertà, nella corruzione, nel sangue e nella distruzione. Da quando c’è stata l’invasione USA e NATO gli iracheni hanno perso più di un milione di loro amati figli e dopo la dittatura di Saddam Hussein sono rimasti nella trappola più selvaggia e brutale dei loro occupanti.

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Le milizie afghane della Cia «squadroni della morte»

Il Manifesto di  Giuliano Battiston, Emanuele Giordana – 1 novembre 2019

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Afghanistan. Il rapporto di Human Rights Watch accusa di crimini di guerra i gruppi armati, formati e controllati dall’intellingence statunitense. Negli ultimi due anni hanno commesso esecuzioni sommarie e sparizioni forzate di civili: «Vanno disarmate».

Quattordici casi documentati e 53 pagine di rapporto fanno luce sulle tenebre delle notti afghane in cui paramilitari locali, che rispondono alla Cia, si sono macchiati di gravi abusi e crimini di guerra. Piomba sull’incerto paesaggio politico e militare dell’Afghanistan un rapporto di Human Rights Watch, accurato e impietoso, che disegna quanto avvenuto negli ultimi due anni, tra fine 2017 e metà 2019: in parte gli anni del negoziato di pace ora nelle secche mentre il Paese è alle prese con l’incertezza delle ultime elezioni presidenziali avvelenate dalle reciproche accuse di brogli tra candidati.

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Abbandonare i curdi è insensato come la guerra in Siria

Internazionale.it – 24 ottobre 2019 – Delil Souleiman, Afp, Francia

Ras al Ain

Vicino alla città curdo siriana Ras al Ain, lungo il confine con la Turchia, il 16 ottobre 2019. Il fumo sullo sfondo proviene dagli pneumatici bruciati per diminuire la visibilità agli arei militari turchi durante l’offensiva nel nord della Siria. (Delil Souleiman, Afp)

Quando è nato mio figlio, l’abbiamo chiamato Avan. Significa prospero e florido e speravamo che questo nome avrebbe rispecchiato la strada che la sua vita avrebbe intrapreso. Adesso è passato un anno e mi chiedo: com’è stato possibile dargli un nome del genere? Come può una persona avere un briciolo di speranza in mezzo a tutta la devastazione e la distruzione che affliggono il mio paese?

Sono un curdo della Siria del nord, e da anni fotografo la guerra. Ho visto morte, distruzione, disperazione, sofferenza. Ma poi potevo sempre tornare alla sicurezza della mia casa. Avevamo un’autonomia e dal momento che, insieme alle forze statunitensi, abbiamo sconfitto il “califfato” del gruppo Stato islamico (Is) nella regione, avevamo osato sognare che il nostro territorio sarebbe rimasto in pace.
Non è una cosa da poco per un popolo senza terra, che da secoli è intrappolato nelle lotte di potere tra i giganti della regione.

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Manifestazione nazionale 1° novembre a Roma #controlaGuerra #IostoconiCurdi

rojava

Retekurdistan.it – 28 ottobre 2019

Alle ore 15:00 del 9 ottobre la Turchia ha iniziato l’attaco di invasione del Nord – Est della Siria, il Rojava, provando a distruggere quello che curdi, armeni, arabi, assiri e turcomanni, cristiani, siriaci hanno costruito insieme.

Questi popoli sono il simbolo mondiale della resistenza all’ Isis e in un Paese martoriato da anni di guerra civile sono riusciti a dare vita ad un sistema.

Questa invasione viene portata avanti con il pretesto di un presunto problema di sicurezza e di pericolo per la Repubblica Turca ma da quando ha avuto inizio il conflitto in questa regione, ossia a Marzo 2011, nessun tipo di iniziativa o attacco sono stati intrapresi né contro il confine, né tanto meno contro la Turchia.

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Manifestazione nazionale 1° novembre a Roma #controlaGuerra #IostoconiCurdi

rojava

Retekurdistan.it 28 ottobre 2019

 

Alle ore 15:00 del 9 ottobre la Turchia ha iniziato l’attaco di invasione del Nord – Est della Siria, il Rojava, provando a distruggere quello che curdi, armeni, arabi, assiri e turcomanni, cristiani, siriaci hanno costruito insieme.

Questi popoli sono il simbolo mondiale della resistenza all’ Isis e in un Paese martoriato da anni di guerra civile sono riusciti a dare vita ad un sistema.

Questa invasione viene portata avanti con il pretesto di un presunto problema di sicurezza e di pericolo per la Repubblica Turca ma da quando ha avuto inizio il conflitto in questa regione, ossia a Marzo 2011, nessun tipo di iniziativa o attacco sono stati intrapresi né contro il confine, né tanto meno contro la Turchia.

L’Italia, l’Europa e la comunità internazionale tutta non possono restare indifferenti. Deve essere compiuto con effetto immediato ogni sforzo possibile per bloccare immediatamente l’invasione della Turchia in Siria.

La situazione è molto grave, l’aviazione turca ha ripetutamente bombardato aree civili, prendendo di mira scuole ed ospedali mentre si segnala che sarebbero presenti indizi relativi all’ utilizzo di armi chimiche al fosforo nella città di Serekaniye.

Ci sono già oltre 275 mila sfollati e nel frattempo, i miliziani di Daesh stanno scappando dalle prigioni e si stanno riorganizzando.

Con questo appello invitiamo a scendere in piazza il 1° novembre a Roma, per chiedere:

  • • Fermare definitivamente la guerra e il ritiro immediato delle truppe della Turchia dal Nord – Est della Siria 
  • • l’istituzione di una No-Fly-Zone nel Nord – Est della Siria sotto l’egida delle Nazioni Unite e della comunità internazionale e lo schieramento di una forza di interposizione 
  • • fermare la cooperazione militare e diplomatica dell’Italia e dell’Unione Europea con la Turchia
  • • la creazione di un corridoio umanitario per l’evacuazione dei feriti dalle zone di guerra
  • • la liberazione immediata di Abdullah Ocalan in quanto unica persona in grado di ristabilire la pace nel territorio, dei Co-presidenti dell’HDP Selahattin Demirtaş e FigenYüksekdağ e di tutti gli oppositori politici rinchiusi nelle carceri Turche.

Contro la guerra e al fianco del popolo curdo, per l’umanità e contro la barbarie!

Promuovono:

Uiki Onlus- Ufficio d’informazione del Kurdistan in Italia

Comunità curda in Italia

Rete Kurdistan Italia

Per adesioni inviare una mail: info.uikionlus@gmail.com, info@retekurdistan.it

Prime adesioni (aggiornamento 25 ottobre):

ARCI

Sinistra Italiana

FIOM Nazionale

COBAS Confederazione dei Comitati di Base

Un Ponte per

Articolo UNO

Giuristi Democratici

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

DiEM25 Italia (Democracy in Europe Movement 2025)

èViva

Rete delle Donne per la Rivoluzione Gentile

Non Una di Meno

Associazione Senza Confine

Rete delle donne per la Rivoluzione gentile

Fondazione Nilde Iotti

Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane (CISDA)

Associazione Donne del Mondo di San Giovanni in Persiceto

Unione Montana Valle Susa

Progetto Diritti onlus

Alternativa Libertaria/fdca

Associazione Verso il Kurdistan

Casa Internazionale delle Donne

E Zezi Gruppo Operaio

Cooperazione Rebelde Napoli

Federazione Italiana C.E.M.E.A. (Centri di Esercitazione ai Metodi dell’Educazione Attiva)

Sciamadonne – Gruppo di Ricerca Sciamanica Europea

Rete Kurdistan Puglia

PALERMO solidale con il popolo curdo

Rete Kurdistan Abruzzo

Rete Kurdistan Barletta

lista civica Laboratorio Civico X

Cobas Terni

èViva Comitato di Roma capitale

Non Una Di Meno Napoli

Non Una di Meno Roma

Lucha y Siesta, Roma

Aurelio in Comune

Brigate di Solidarietà Attiva

LOA Acrobax Project

BSA Nazionale

Centro Donne Dalia – Roma

Jineoloji Italia

Focus – Casa dei Diritti Sociali

Comitato Kurdistan a Firenze

Assemblea Beni Comuni / Diritti

Focus Casa dei Diritti Sociali

CSOA “Angelina Cartella” di Reggio Calabria

Rete Jin e Jineoloji Napoli

Associazione network Educare Alle Differenze

Associazione Cultura è Libertà

Comitato Madri per Roma Città Aperta

L’Assemblea delle Donne del Consultorio del Trullo

La Palestra Popolare Baccelli

Wen-Do Roma, Luna e le Altre (Roma)

L’associazione di promozione sociale Latte, Amore e Fantasia di Potenza

CSOA Strike Spa

Fridays for future Roma

CSOA La Strada

Casetta Rossa Spa

Link Roma 3

 

 

Today I will live – Oggi voglio vivere di Nico Piro

Today I will live – Oggi voglio vivere di Nico Piro

Un “corto” promemoria sulle vittime dimenticate di crisi dimenticate (ottobre 2019) diventato incidentalmente il booktrailer di “Corrispondenze Afghane” di Nico Piro.
Versione italiana di “Today I will live”

Today I will live – Oggi voglio vivere from Nico Piro on Vimeo.

Kongreya Star: Çiçek Kobanê deve essere immediatamente liberata!

Rete Kurdistan Italia – 26 ottobre 2019

20191025 cicek kobane jpgb755af image 700x325La confederazione di donne Kongreya Star ha condannato con forza la cattura della combattente YPJ Çiçek Kobanê e chiede la sua immediata liberazione.
Nei video diffusi dai suoi sequestratori islamisti viene annunciata la sua esecuzione.

Il Coordinamento Rojava della confederazione di donne curda Kongreya Star si è rivolta all’opinione pubblica con una dichiarazione sulla cattura della combattente delle YPJ Çiçek Kobanê da parte di islamisti in Siria del nord. Si presume che la combattente nel villaggio di Mişrefa presso Ain Issa, il 21 ottobre ferita, sia caduta nella prigionia della milizia jihadista Ahrar al-Sham / Battaglione Darat Izza (Dar Taizzah) che al fianco del partner NATO Turchia e del suo cosiddetto „Esercito Nazionale Siriano“ prende parte all’invasione del Rojava in violazione del legalità internazionale. Nei social media sono comparti video della cattura di Çiçek Kobanê nei quali viene annunciata l’esecuzione della combattente. Il Kongreya Star chiede un’immediata presa di posizione del governo turco.

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YPJ: L‘attacco a Çiçek Kobanê è un attacco a tutte le donne!

Rete Kurdistan Italia – 25 ottobre 2019

Çiçek KobanêLe Unità di Difesa delle Donne YPJ dichiarano che lo Stato turco e le sue milizie con il loro attacco a Çiçek Kobanê caduta prigioniera hanno attaccato tutte le donne e chiamano alla rivolta. Çiçek Kobanê è caduta nelle mani delle milizie filo-turche ferita nel villaggio di Mişrefa nei pressi di Ain Issa.

Gli jhadisti hanno pubblicato diversi video della sua cattura nei social media [come in precedenti occasioni scegliamo di non dare visibilità a questi orrori, NdR]. Le Unità di Difesa delle Donne YPJ hanno rilasciato una dichiarazione in proposito.

„L’esercito turco il 21 ottobre alle 21.00 ha attaccato il villaggio di Mişrefa. Le nostre forze hanno risposto all’attacco. In uno scontro con gli jihadisti, la nostra compagna Çiçek Kobanê è rimasta ferita a una gamba. Così, ferita, è caduta nella prigionia degli jihadisti.

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