Skip to main content

Autore: Anna Santarello

Putin regala a Erdogan 100 km di Siria, cacciati i curdi.

 Nena News – 23 ottobre 2019 di Chiara Cruciati – IL MANIFESTO

Siria3 1024x682Accordo turco-russo a Sochi: il ràis incassa un quarto di zona cuscinetto e il ritiro curdo. Damasco lo accusa di furto, ma Mosca negozia. Ospedali fuori uso e mezzo milione di persone senza acqua: il Rojava è al collasso.

Roma, 23 ottobre 2019, Nena News – A poche ore dalla scadenza dell’ultimatum turco alle unità di difesa curde e alle Forze democratiche siriane, mentre il presidente Erdogan incontrava Putin nel palazzo presidenziale di Sochi, nel Rojava proseguiva la conta delle vittime. «Oltre 500mila persone sono da più di una settimana senza acqua – scrive in una nota la Mezzaluna rossa curda – Dall’entrata in vigore del cessate il fuoco abbiamo documentato l’uccisione di 21 civili e il ferimento di 27. Senza contare quelli che sono sotto le macerie degli edifici bombardati, i rapiti e i giustiziati dagli alleati della Turchia. Nove i soccorritori uccisi finora».

Continua a leggere

Kurdistan e Turchia, lettera aperta del PKK al popolo statunitense e a Donald Trump

greenreport.it – 22 ottobre 2019 

Kurdistan PKK«Non siamo colpevoli di terrorismo, siamo vittime del terrorismo di Stato Ma abbiamo il dovere di difendere il nostro popolo»

Donald Trump ha annunciato il completo ritiro delle truppe Usa dal Rojava per andare a difendere quello che sta da sempre più a cuore agli Stati Uniti fin dalla loro prima disastrosa guerra mediorientale: i pozzi petroliferi dell’Iraq dalla risorgenza dello Stato Islamico/Daesh che, lui, da maldestro apprendista stregone, ha favorito consegnando i kurdi alla vendetta del presidente turco Erdogan.

Continua a leggere

Siria, Turchia e Assad mettono le mani sul Rojava. Lavrov: “Strutture curde rientrino in sfera siriana”. Martedì incontro Erdogan-Putin

ilFattoQuotidiano – 21 ottobre 2019

erdogan putinMentre il presidente turco annuncia che non è contemplato alcun prolungamento della tregua nel caso in cui le milizie curde non abbandonino l’area interessata dall’offensiva di Ankara, il capo della diplomazia di Mosca dichiara, in riferimento alle Ypg, che le parti stanno lavorando affinché “non rimangano unità armate illegali in Siria”

Continua a leggere

Afghanistan. Ecco come un centro maternità può aiutare un Paese e le donne a crescere.

Avvenire – 15 ottobre 2019

«Una rivoluzione silenziosa» è il rapporto presentato da Emergency sulla sua struttura sanitaria di Anabah, nella valle del Panshir. Un’importante presenza sanitaria con una funzione anche sociale

Continua a leggere

Nemmeno le bombe turche fermeranno il progetto politico e culturale del Rojava

LEFT – 18 ottobre 2019 – Chiara Cruciati

Ozlem Tanrikulu (già presidente di Uiki, l’ufficio di informazione del Kurdistan in Italia), cosa si intende per rivoluzione quando si parla di Rojava?

Già prima della rivoluzione del Rojava la popolazione aveva un buon livello di organizzazione politica. Con la rivoluzione si è sviluppato il sistema democratico confederale. Parliamo di una zona geograficamente ampia, con un mosaico di lingue, culture ed etnie: per questo motivo era importante disporre di un sistema completo che abbracciasse questa ricchezza culturale e storica. Nel corso della storia, la lingua curda Suryani-sunnita e approcci nazionalistici sono stati usati per creare differenze nella regione. Costruire un sistema confederale democratico richiedeva dunque un’ampia consapevolezza da parte della gente e una organizzazione complessa. Per prima cosa sono stati creati rapidamente i gruppi (associazioni, comitati) e le istituzioni come struttura amministrativa del sistema. Di seguito gli interventi in economia e autodifesa, intesa questa non come forza militare ma come autodifesa sociale di base. Si tratta, vorrei ricordare, di una società che ha vissuto sotto la pressione di forze d’invasione per migliaia di anni e che veniva da una cultura feudale.

Continua a leggere

Guerra in Siria, Diario dal Rojava: “I turchi usano bombe al fosforo, noi curdi traditi da americani ed europei”

Guerra Turchia-curdi: diario dalla Siria – 19 ottobre

TPI – 19 ottobre 2019 – Benedetta Argentieri

Credit: EPA/ERDEM SAHIN

“Anche se la guerra finisse domani, ci vorrà almeno un anno per riprenderci da questo tradimento”. Mentre lo dice Renas, 33 anni, ha le lacrime agli occhi. Rabbia e tristezza. Un misto di emozioni proprio quando arrivano i feriti da Serekanye, la città sotto assedio dalle milizie turche dal 9 ottobre, quando è cominciata l’operazione “Sorgente di Pace” portata avanti da Ankara. Il bilancio di 11 giorni di guerra è di 235 morti, tra cui 22 bambini, e 677 feriti.

Continua a leggere

Le curde e i curdi combattono anche per noi

Il Manifesto – 19 ottobre 2019 – Giuliana Sgrena

kurdi ypg«Non parlateci più di valori occidentali se non sapete difendere il popolo curdo», come titola quello firmato da numerose intellettuali italiane, lascia intendere una qualche supremazia dei valori occidentali, come se fossero quelli a ispirare le donne curde!
No, sono i valori e i diritti universali a ispirarle, comuni anche a paesi non occidentali. Non abbiamo il primato dei diritti, nemmeno di quelli delle donne, se le curde stanno realizzando, non senza problemi, la parità di genere che da noi stenta ad affermarsi.

Continua a leggere

Il volto femminile della rivoluzione culturale in Afghanistan

The submarine – 15 ottobre 2019 – Mattia Rigodanza – Foto Facebook. Foto di Rosita Celorio.

cover ghaffarAbbiamo intervistato Selay Ghaffar, portavoce del primo partito laico dell’Afghanistan e attivista per i diritti delle donne, in un paese ancora devastato dalla guerra iniziata dagli Stati Uniti 18 anni fa.

Determinati. Gli occhi di Selay Ghaffar, attivista politica e portavoce del primo e unico partito laico dell’Afghanistan, Hambastagi, il Partito della solidarietà, sembrano mossi da una voglia di rivalsa che si scatena come un fiume in piena non appena la sua voce inizia a diffondersi nella stanza in cui la incontriamo. Protagonista — insieme ad altre due donne — del documentario I am The Revolution di Benedetta Argentieri, Selay ha alle spalle una di quelle storie che parlano di ingiustizia, di persecuzioni e di lotta a un sistema patriarcale che affonda le proprie radici nel fondamentalismo religioso e nel tentativo strumentale, da parte dell’occidente, di sfruttarlo per assoggettare i popoli alle proprie politiche economiche.

Continua a leggere