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Autore: Anna Santarello

NON VOGLIONO CHE ÖCALAN COMUNICHI CON LA GENTE

Da Uikionlus – 14 settembre 2018

vekilocalan 599x275 300x138Il deputato di HDP di Urfa Ömer Öcalan ha affermato: “ Questo è un periodo abbastanza critico per i curdi. Non vogliono in nessun modo che Öcalan comunichi con la sua gente.Questo deve finire”. Il deputato di Urfa di Hdp e nipote del leader curdo Abdullah Öcalan ha dichiarato:
“La lotta e le acquisizioni del popolo curdo in tutte le quattro parti del Kurdistan, sono la principale ragione per cui lo Stato turco ha aggravato l’isolamento imposto a Öcalan. Questo danneggia sia i curi che lo Stato turco.”

Mentre continua l’isolamento aggravato imposto al leader del popolo curdo Abdullah Öcalan, la richiesta sottoposta la scorsa settimana dai loro avvocati e dai loro familiari, è stata respinta ancora una volta con motivazioni ufficiali.

Ad Öcalan non è stato consentito incontrare i suoi avvocati dal 27 luglio 2017, il Comitato Imrali dal 5 aprile, e con la sua famiglia dal settembre 2016. Öcalan non è stato affatto sentito, e le preoccupazioni sulla sua sicurezza e salute continuano a crescere.

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TURCHIA, CONDANNATO PER TERRORISMO DEMIRTAS NEL GIORNO IN CUI L’ULTIMO GIORNALE INDIPENDENTE PERDE LA LEADERSHIP LIBERAL

Da Lettera21 – Antonella Napoli – 9 settembre 2018

Cumhuriyet protests web 1 300x151Una delle pagine più buie della storia della Turchia è stata scritta ieri, pressoché nell’indifferenza dell’opinione pubblica turca. Ancor meno dell’attenzione di quella internazionale.
Due dei più importanti, è tra i pochi rimasti, baluardi in difesa della democrazia e della libertà di espressione nel Paese hanno subito gli attacchi finali.

Il primo è una persona, un simbolo dell’opposizione a un regime che ha deciso di intraprendere la strada dell’autocrazia, imbavagliando le voci libere e arrestando tutti coloro che hanno tentato di frenare la deriva autoritaria del presidente Recep Tayyip Erdogan.

L’altro è un giornale, il più importante quotidiano di opposizione turco, Cumhuriyet, tra i pochi a mantenere una linea editoriale indipendente.

Il primo, Selahettin Demirtas, ex co-leader del Partito democratico del popolo, forza politica di riferimento della comunità curda, è stato condannato a quattro anni e otto mesi di carcere per terrorismo. Per la Corte che lo ha giudicato avrebbe diffuso “propaganda a favore di un’organizzazione terroristica”.

Stessa imputazione per l’ex deputato Sirri Sureyya Onder, che dovrà invece scontare tre anni e mezzo. La colpa del leader curdo? Aver tenuto un discorso pubblico nel 2013, durante il quale era intervenuto anche Onder, in occasione della festività del Nevruz e aver difeso le politiche del suo partito criticando l’operato del governo.
Erdogan non glielo ha perdonato.
Da quel momento è iniziata nei suoi e nei confronti della sua formazione politica, la terza in termini numerici in Turchia, una vera e propria persecuzione, sia politica che giudiziaria fino ad arrivare al arresto di Demirtas, nel novembre del 2016, e di altri 13 deputati dell’Hdp.

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AFGHANISTAN, SUSSURRI E GRIDA

Dal blog di Enrico Campofreda – 14 settembre 2018

esercitazioneI sussurri, le grida si susseguono sullo scenario politico afghano con ruoli invertiti o comunque mescolati. Alle lusinghe che il presidente Ghani continua a lanciare ai talebani, o per meglio dire a quella parte dei turbanti che l’ascolta, fa eco la voce grossa del  già signore della guerra Hekmatyar.

Prescelto da tempo, e proprio da Ghani, come cerimoniere della pacificazione coi fondamentalisti armati, ora Hekmatyar contesta il possibile slittamento elettorale oltre la scadenza del 20 ottobre. Molte province sono insicure, e sebbene la maggioranza dei gruppi taliban snobbi le elezioni, il pericolo attentati è elevatissimo a opera di quei dissidenti che si firmano Stato Islamico del Khorasan.

Lo stesso presidente, che molto s’è speso per promuovere l’apparato rasserenante delle consultazioni, ha recentemente dato risalto ai dati dell’agenzia Onu sulle morti di civili, che nei primi sei mesi 2018 schizzano a 1.692 vittime, stabilendo la peggiore percentuale degli ultimi dieci anni. Morti determinate in prevalenza da attentati organizzati dal Daesh afghano, mentre i talebani, che pure hanno ucciso concittadini, rivolgono il tiro prevalentemente su militari e poliziotti.

Il partito di Hekmatyar (Hizb-i Islami) chiede a gran voce il mantenimento della scadenza elettorale, mentre il premier Abdullah gli contrappone il concetto d’unità della nazione in una fase in cui il pericolo è il terrorismo e le polemiche favoriscono i nemici della nazione. Abdullah in persona, all’epoca della sfida con Ghani per la presidenza, diede una didascalica dimostrazione di cosa s’intenda per amici e nemici, inanellando accordi ufficiali, ufficiosi, sotterfugi, voltafaccia, braccio di ferro e kalashnikov puntati con alleati ed ex alleati. Infatti la costante che regna a Kubul è l’estrema inafferrabilità degli eventi.

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AFGHANISTAN: VITE VISTA BARATRO

Tratto da radiobullets.com – Barbara Schiavulli, 10 settembre 2018

Tra poco ci saranno le elezioni in Afghanistan, un paese martoriato dalle guerre da più di quarant’anni. Un paese che negli ultimi anni ha fatto tanti passi avanti quanti indietro. Prima sotto i riflettori, ora di nuovo nel buio. Ma per raccontare un posto c’è solo un modo per farlo, esserci. E il prossimo obiettivo di Radio Bullets è tornare dopo la prima intervista al presidente afgano, ora dobbiamo sentire cosa dicono le persone che andranno a votare, che tipo di paese vogliono, che tipo di mondo sognano. Se volete essere informati, se volete sapere cosa accade, potete sostenere il nostro progetto sulla pagina www.radiobullets.com/sostienici.

Ascoltate il podcast e poi decidete il giornalismo che volete.

Di Barbara Schiavulli.

PROFESSOR PETRAS: BOLTON TENTA DI COPRIRE I CRIMINI DI GUERRA DEGLI STATI UNITI

Tratto da Controinformazione.it  scritto e tradotto da Presstv.com – 11 settembre 2018.

img 3769“John Bolton, consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, sta cercando di coprire i crimini di guerra degli Stati Uniti in Afghanistan e in Medio Oriente”, lo afferma lo scrittore e professore statunitense James Petras.

Bolton ha minacciato sanzioni contro i giudici della Corte penale internazionale (ICC) che hanno pianificato di indagare sui presunti crimini di guerra commessi dagli americani in Afghanistan, dicendo che questo costituisce un attacco alla sovranità degli Stati Uniti.

Bolton ha bollato l’ICC “assolutamente pericolosa” nel tentativo di esercitare pressione sulla corte che sta progettando di indagare sui presunti crimini di guerra degli Stati Uniti.

“Gli Stati Uniti useranno tutti i mezzi necessari per proteggere i nostri cittadini e quelli dei nostri alleati dall’ingiusta azione giudiziaria da parte di questa corte illegittima”, ha detto Bolton ai membri della Società federalista conservatrice riuniti in un hotel di Washington, DC.

“Questa è una dichiarazione che copre essenzialmente i crimini di guerra commessi dagli Stati Uniti durante la loro invasione e occupazione dell’Afghanistan (da 17 anni)“, ha detto il professor Petras.

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REVOLUTION IS THE MAKING

img 3774A Francoforte, dal 6 al 7 ottobre, si terrà la prima Conferenza Internazionale delle Donne.

Organizzata dal Network Women Weaving the Future, sarà strutturata da incontri e workshop, al fine di trattare temi che pongano al centro la donna, frequentemente vittima di violenze, soprattutto in un contesto di recente sviluppo dei regimi fascisti.

I TALEBANI CONTROLLANO IL 61 PER CENTO DELL’AFGHANISTAN?

Tratto da AnalisiDifesa – 10 settembre 2018

img 3771L’8 settembre il New York Times ha pubblicato un articolo intitolato “Come il governo degli Stati Uniti induce in errore il pubblico in Afghanistan” mettendo a confronto i dati sul controllo del territorio afghano resi noti dal Pentagono con il rapporto realizzato dalla Foundation for Defense of Democracies e dal sito specializzato Long War Journal (LWJ).

Il confronto, distretto per distretto, è sorprendente e sottolinea come il 61% dello Stato asiatico sia in mano ai ribelli invece del 44% reso noto dal comando Usa a Kabul.

LWJ sostiene da tempo che le forze armate statunitensi hanno fornito uno scenario edulcorato, nella migliore delle ipotesi, dei distretti controllati dai talebani o contesi tra insorti e militari governativi. Uno scenario che tenderebbe a minimizzare il controllo territoriale espresso dai talebani.

L’articolo del NYT esamina anche le differenti valutazioni circa  gli organici delle forze governative e talebane tra il comando Usa e quello afghano. Per gli statunitensi i talebani hanno un numero di combattenti compreso tra 25 mila e 60 mila contrapposto a 314 mila militari e poliziotti afghani.

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INTERVENTO DI DOMENICO LUCANO, SINDACO DI RIACE AL FESTIVAL CULTURALE CURDO IN GERMANIA

UIKI Onlus – 8/9/2018

Lucano 300x138 copySono molto onorato per l’invito e sono molto dispiaciuto per non essere presente a questa manifestazione, ma la situazione a Riace è molto difficile ed ho difficoltà ad allontanarmi.
Il 20 settembre 2016 il Comune di Riace, che amministro, ha assegnato all’unanimità la cittadinanza onoraria al presidente Oçalan proprio per sostenere concretamente la campagna internazionale per la sua liberazione e soprattutto per riconoscere che grazie all’arrivo il 1° Luglio del ‘98 nelle coste calabre, a Riace marina, di un veliero con centinaia di kurdi è iniziata la nostra esperienza di accoglienza. Il nostro era un piccolo paese con tante case senza gente a causa dell’emigrazione e con l’arrivo del veliero iniziava ad arrivare tanta gente senza case.

Grazie all’arrivo dei kurdi, Riace ha iniziato a ripopolarsi dimostrando all’Italia ed alla fortezza Europa che l’arrivo dei migranti non solo non è un problema ma rappresenta una preziosa risorsa per lo sviluppo eco-compatibile di piccoli e medi centri.
Il Confederalismo democratico e le esperienze di autorganizzazione sociale nelle zone liberate del Kurdistan sono un prezioso stimolo per chi in Europa voglia costruire una determinata opposizione al dilagare della barbarie razzista e fascista.
La Turchia viene finanziata dai governi europei per militarizzare e blindare la rotta balcanica; il sanguinario sultano Erd ogan perseguita il popolo kurdo non solo in Turchia, ma anche in Siria ed Iraq.

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L’EX SPIA AFGHANA CHE ORA CORRE PER DIVENTARE PRESIDENTE

Corriere della Sera – 2/9/2018

Khalid 300x224Asadullah Khalid, ex numero uno dell’intelligence di Kabul, è sopravvissuto ad un attentato nel 2012. Ed è tra i nomi emersi nella sfida ad Ashraf Ghani. Ma pesano le accuse di torture e di legami con i signori della guerra.

È stato ai vertici dell’intelligence afghano, ha un passato poco chiaro ed è sopravvissuto nel 2012 ad un attentato dei talebani che gli ha squarciato in due il corpo. Difficile dire quale sarà il destino di Asadullah Khalid, 48 anni. Ma ora è uno dei candidati alle presidenziali afghane previste dopo le elezioni politiche del 20 ottobre, cui si guarda con maggiore interesse.

In un lungo articolo il New York Times lo ritrae come un uomo dal passato misterioso. Un uomo che si è occupato dei traffici dei mujahedeen negli anni 80, un alleato degli americani contro i talebani, una spia accusata di aver fatto torturare decine di prigionieri. Ma soprattutto Asadullah Khalid è un sopravvissuto che potrebbe strappare la presidenza ad Ashraf Ghani. I suoi comizi – brevi e organizzati per evitare gli attacchi terroristici – attraggono giovani da tutto il Paese e in assenza di partiti politici forti, Khalid potrebbe rappresentare un’alternativa in un quadro di destabilizzazione crescente.

Soprattutto dopo le dimissioni di Hanif Atmar, consigliere per la sicurezza di Ashraf Ghani, indebolito dai continui attacchi terroristici e dagli assalti dei talebani.

GIUSTIZIA PACE E AMBIENTE CON I MIGRANTI.

LogoCbalducci copy copy copyEvento organizzato dall’Associazione Centro di Accoglienza e Promozione Culturale “Ernesto Balducci” ONLUS

Zugliano – Centro “Ernesto Balducci” Sala mons. Luigi Petris e tendone con maxi schermo

21 Settembre 2018:

ore 9 – 12,30 GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA PACE INDETTA DALL’ONU

22 Settembre 2018:

Ore 9.00-12.30 I miei diritti. Le mie responsabilità Sessione dedicata agli studenti delle scuole medie. Laboratorio in preparazione della Marcia PerugiAssisi
Ore 15.30-19.00 La follia della guerra, la giustizia per la dignità di tutta l’umanità, la cura della casa comune

Partecipazione e interventi di Samea Walid Associazione RAWA, Afghanistan.