Rawa, luglio 2018
È da moltissimo tempo che RAWA fornisce cure a donne e bambini in Afghanistan e in Pakistan, dove svariate famiglie sono diventate rifugiati durante tre decenni di guerra. RAWA aveva due ospedali ben forniti in due delle città pakistane con più rifugiati, Quetta e Rawalpindi. Il Malalai Hospital venne costruito nella città di Quetta nel 1986 e serviva 400 pazienti al giorno. Venne chiuso dopo 10 anni a causa della mancanza di risorse finanziarie. Nel 2001, grazie alle donazioni dei sostenitori dell’Organizzazione di tutto il mondo, il Malalai Hospital è stato riaperto nella città di Rawalpindi e continua a fornire cure a circa 250 rifugiati afghani al giorno. RAWA gestiva anche una clinica a Peshawar per i rifugiati afghani. Tutte le strutture sanitarie di questi enti erano prive di costi e si diceva fossero alcuni tra i migliori centri sanitari nell’area in cui operavano.
Le attività sanitarie di RAWA non si limitavano a fornire medicine e consulti medici, le persone venivano educate riguardo alle cure di base, all’igiene e alla pulizia (che è la chiave per prevenire molte malattie) e il trattamento di malattie semplici ma letali che ogni anno uccidono migliaia di persone in Afghanistan.
Descrizione del contesto e analisi dei problemi
Il Wolos Dara (“la valle delle persone”) è una piccola comunità situata nel distretto di Shewa, 28 chilometri a nord di Jalalabad (capitale della provincia di Nangarhar). Vi sono cinque villaggi principali e la comunità di Wolos Dara si trova nel villaggio di Qalatik.
Wolos Dara ha iniziato a svilupparsi nel 2005 grazie alle persone del posto. Un consiglio tribale chiamato “Il Consiglio Tribale di Dare Noor e Shewa” è stato organizzato dai locali quando erano rifugiati in Pakistan. Il consiglio è formato da vittime dei quattro decenni di guerra e comprende persone che hanno perso la famiglia e la casa durante la guerra, incluse le vedove. Il consiglio lavorava principalmente nei campi dei rifugiati in Pakistan per il benessere dei profughi. Quando queste famiglie ritornarono in Afghanistan, dovettero far fronte a problemi simili a quelli avevano come rifugiati in Pakistan, quindi il lavoro del consiglio continuò. Poi, insieme alle famiglie che vivevano in quell’area, il consiglio fece sviluppare questo paese.
Quest’area è occupata prevalentemente dalla gente di etnia Pashaee, una minoranza profondamente trascurata e discriminata. Gli sfollati interni provenienti dalle province vicine come quella di Kunar, sfuggiti agli scontri quotidiani tra i Talebani e le forze del governo afghano, hanno anche creato delle abitazioni di fortuna a Wolos Dara. Millecinquecento famiglie hanno ufficialmente marcato la propria terra in questo paese ma ogni giorno, molte più famiglie affluiscono qui e si stabiliscono nelle zone circostanti.
Wolos Dara e le aree circostanti sono tra le più isolate e povere della provincia. In primavera e in estate molti lavorano nelle fornaci per mattoni (lavoro che svolgevano quando vivevano come rifugiati in Pakistan). Alcune famiglie si dedicano al commercio o possiedono piccoli negozi nella città di Jalalabad. Altri hanno piccoli appezzamenti di terreni agricoli o allevano bestiame. Alcune donne tessono tappeti per guadagnare un po’ di denaro, ma la maggior parte di loro è formata da casalinghe sposatesi in età adolescenziale.
La situazione sanitaria a Wolos Dara non è diversa da quella delle altre parti isolate dell’Afghanistan, che è disastrosa. Secondo un rapporto di Medici Senza Frontiere (MSF), che ha incontrato settecento pazienti in quattro province, il 44% degli intervistati è stato costretto a vendere i propri averi o a chiedere in prestito del denaro per avere assistenza sanitaria durante una recente malattia. Due persone su tre che, nell’indagine di MSF, hanno descritto la propria famiglia come “povera a estremamente povera” (vivono con un dollaro americano al giorno o meno) hanno pagato una media di 40 dollari per ricevere cure mediche durante una recente malattia. Una su quattro ha speso più di 114 dollari.
L’Afghanistan ha uno dei tassi di mortalità materna più alti al mondo e il tasso di mortalità infantile è il terzo più alto al mondo (Organizzazione mondiale della sanità – OMS, World Health Organization – WHO). Circa un bambino su dieci morirà prima di raggiungere i cinque anni, e ci sono quasi 396 morti ogni 100.000 nascite – ben al di sopra della media mondiale del 2015 di 216 morti (Banca Mondiale – The World Bank).
Nonostante i miliardi di dollari di aiuti, il settore sanitario ha visto cambiamenti insignificanti nell’ultimo decennio e mezzo. Gli aiuti sono stati divorati dalla mafia e dai signori della guerra presenti dentro e fuori il corrotto governo afgano. Un calcolo approssimativo della spesa per il settore sanitario rivela che il governo paga a malapena il 6% del costo per le cure. Anche se il 21% proviene dagli aiuti internazionali, i pazienti pagano il restante 73%.
In Afghanistan, circa la metà dei prodotti farmaceutici d’importazione viene contrabbandata e non è soggetta al controllo della qualità. La corruzione alla dogana ha aperto il paese ai farmaci contraffatti e di qualità inferiore, dove medicinali con etichettatura falsificata entrano continuamente nelle scorte dei farmaci, rendendo virtualmente impossibile per i profani distinguere i prodotti buoni da quelli cattivi.