LA LIBERTÀ DELLE DONNE A ŞENGAL È LA LIBERTÀ DELL’UMANITÀ
Da uiki – 31 luglio 2018
In occasione dell’ormai quarto anniversario ricordiamo con grande rispetto le vittime del genocidio e del femminicidio delle ezide del 3.8.2014 nella regione di Şengal da parte del cosiddetto Stato Islamico e dei suoi alleati e tuttora in corso.
Ricordiamo le donne e i bambini sequestrati, di cui ancora non c’è alcuna traccia e allo stesso tempo salutiamo l’eroica resistenza delle Unità di Difesa delle Donne YJŞ. Ribadiamo ancora una volta che non dimenticheremo mai le donne e i bambini sequestrati. Ci impegneremo per la loro libertà. Perché la libertà delle donne e dei bambini a Şengal è la libertà dell’umanità.
Non è ancora stato possibile indagare l’intera dimensione di questo genocidio e femminicidio, entrato nella storia delle ezide e degli ezidi come il cosiddetto “74° Ferman”, quindi il 74° genocidio. Anche il numero concreto delle e dei sequestrati e di donne, bambini e ragazze vendute nei mercati di schiave e schiavi che non vivono ancora in libertà, non è ancora determinato.
Ma ormai una cosa è chiara: l’auto-organizzazione degli ezidi e delle ezide, in particolare delle donne, è una necessità vitale e la garanzia per la loro possibile libertà, come si può vedere dai lavori di costruzione degli ultimi quattro anni.