Tratto da facebook di Malalai
Traduzione di Cristina Cangemi, Giulia Giunta, Ester Peruzzi, Dalila Scaglione e Sara Somaini
Vorrei estendere i miei più sinceri ringraziamenti all’International Women Space per avermi invitato a partecipare a questa dimostrazione nella Giornata internazionale della donna e a portarvi il messaggio degli afghani sofferenti e oppressi, soprattutto le donne.
Vengo da un paese dilaniato e ferito dalla guerra chiamato Afghanistan, un paese dove gli uomini e le donne non hanno alcuna emancipazione e continuano a subire il fascismo di diversi tipi di fondamentalismo e l’occupazione da parte degli Stati Uniti e della NATO. Un paese dove le bombe, gli attacchi suicidi, gli attacchi di droni, le esecuzioni pubbliche, gli stupri di gruppo, il rapimento, la tossicodipendenza e il traffico di droga, la corruzione e un migliaio di altre tragedie minacciano la vita della popolazione ogni secondo.
A più di sedici anni dalla cosiddetta “liberazione delle donne afghane” da parte degli Stati Uniti e della NATO e dopo aver speso più di 100 miliardi di dollari, sfortunatamente il nostro paese occupa ancora la prima posizione nella lista dei paesi dilaniati dalla guerra, produttori di droga, corrotti, analfabeti, infelici e segnati dalla guerra. Il genocidio perpetrato nel nostro paese non è inferiore alla brutalità dell’era talebana.
Tuttora le principali vittime sono le donne afghane. La condizione delle donne in Afghanistan è tanto catastrofica quanto lo era durante il regime ignorante e misogino dei Talebani.
Forse vi è arrivata la scioccante notizia dell’uccisione della ventisettenne Farkhunda che è stata brutalmente picchiata a morte da un gruppo di criminali ignoranti e il suo corpo è stato bruciato in pubblico a solo un paio di chilometri dal palazzo presidenziale. Ciò ha dimostrato che le grandi affermazioni del governo statunitense e di quello occidentale, dei media e dei loro fantocci afghani sui diritti delle donne nel paese sono solo grandi bugie per fini propagandistici. Sfortunatamente assistiamo a uccisioni, stupri, lapidazioni a morte, tagli di orecchie e nasi, pestaggi pubblici di donne sia da parte dei talebani, signori della guerra locali e da parte dell’ISIS, flagellazione, perseguimento, tossicodipendenza, matrimoni forzati, spose bambine, attacchi con acidi a ragazze, violenza domestica, aggressioni a studentesse o avvelenamenti e altri crimini medievali contro le nostre donne avvengono ogni giorno.