Dal sito di RAWA
In cima alla lista nera. Intervista con una militante di RAWA
Intervista a un’attivista di RAWA condotta da un giornalista del periodico tedesco Lower Class Magazine.
Jan [LCM]: Buongiorno Heela, può per cortesia presentarsi e presentare la sua organizzazione ai lettori? Come descriverebbe il vostro lavoro politico, in quali parte dell’Afghanistan siete attive e con quali problemi dovete confrontarvi?
Heela [RAWA]: Mi può chiamare Heela Faryal, anche se questo non è il mio vero nome. Tutte noi di RAWA usiamo falsi nomi, perché siamo duramente perseguitate. Sono un’attivista di RAWA (Revolutionary Association of the Women of Afghanistan, “Associazione rivoluzionaria delle donne afgane), che è la più vecchia organizzazione afgana che lotta per i diritti delle donne, per i diritti sociali e per la libertà, contro i fondamentalisti afgani e i loro sostenitori internazionali.
Meena, fondatrice di RAWA, assassinata nel 1987.
Siamo attive in tutte le province afgane, anche se dobbiamo far fronte a difficoltà enormi: RAWA è l’organizzazione più odiata dalla classe dominante in Afghanistan, di fatto costituita da signori della guerra, che si sono macchiati di orribili e sanguinari crimini di guerra. Citiamo solo, tanto per fare un esempio, Abdullah Abdullah, uno dei politici prominenti oggi in Afghanistan. Noi di RAWA siamo in cima alla lista nera, e lavoriamo in un Paese che è strangolato da un lato dai talebani fondamentalisti e dall’altro lato dai cosiddetti Jehadi, ovvero dai signori della guerra. Quindi lavoriamo in condizioni di estremo pericolo nella maggior parte del Paese.
E tuttavia riusciamo a portare avanti le nostre attività politiche, grazie all’appoggio della gente e al fatto che restiamo perlopiù nell’anonimato e godiamo della protezione segreta della popolazione. Il nostro lavoro politico comprende una rosa di attività che vanno dall’intervento in sostegno della popolazione in situazioni d’emergenza al supporto psicologico, medico ed educativo e a progetti di empowerment per le donne. Ma purtroppo ci sono province in cui non riusciamo a essere presenti, perché sono sotto il controllo di sanguinari signori della guerra e dei loro uomini, che non fanno altro che razziare, saccheggiare, stuprare, rapire e ammazzare la povera gente.
Noi di RAWA denunciamo questi crimini in documenti circostanziati, e per questo siamo ricercate e perseguitate dai signori della guerra e siamo costrette alla clandestinità.
In questa situazione vivono anche i membri di altri movimenti progressisti in Afghanistan, come il partito di sinistra chiamato Hambastagi, Partito afgano della solidarietà.
Jan [LCM]: Ha parlato dell’islamismo nella società afgana. Alcuni dei signori della guerra islamisti che hanno devastato il Paese con la guerra civile degli anni Novanta sono oggi ancora al potere grazie al sostegno delle forze di occupazione e ricoprono ruoli di primo piano nello Stato. Come spiega il fatto che i gruppi islamisti, che non avevano così tanto potere negli anni Settanta, sono poi diventati così forti, che non solo sono riusciti a rovesciare il governo socialista, ma hanno guadagnato posizioni di grande potere ancora oggi, nonostante siano colpevoli di innumerevoli crimini di guerra?
Heela [RAWA]: Prima di tutto voglio chiarire che i governi degli anni Settanta e Ottanta, che precedettero i Jehadi, non erano governi socialisti. Questo è un fraintendimento molto frequente fuori dell’Afghanistan. I cosiddetti “governi socialisti” erano in realtà regimi fantoccio dell’URSS, che – come sappiamo bene tutti – perse completamente la sua essenza socialista negli anni Settanta e Ottanta. È questa la ragione per cui la maggior parte dei regimi sostenuti dall’URSS a quel tempo non erano regimi socialisti o comunisti. Non cessiamo mai di ripetere che questo cosiddetto “socialismo” produsse il più pesante attacco alle parti più progressiste della società afgana: ai democratici, agli intellettuali, e in particolare modo ai militanti di sinistra; fu un attacco molto più violento di tutti quelli che fecero poi i talebani e i signori della guerra. Durante questi regimi furono assassinati migliaia di intellettuali e attivisti politici. Di fatto, questi governi portarono il nostro Paese alla rovina ben prima che i signori della guerra prendessero il potere. Questa gente non era socialista: erano semplicemente assassini e il loro governo funzionava come regime-fantoccio al pari di altri regimi-fantoccio in tutto il mondo.