Afghanistan, poesie d’amore negato
Il Manifesto, 16 agosto 2023, di Dorella Cianci
IL RACCONTO. Gohar K. e il suo amore impossibile, una storia afgana
Alcuni anni fa la sociologa della comunicazione e traduttrice Anna Vanzan, esperta anche di Islam, scrisse, parlando di poetesse afghane rifugiate in Iran, un bellissimo saggio, in cui si legge: «La poesia è stata sempre la più importante forma culturale in Afghanistan, rappresentando un modo per comunicare idee, inclusa la protesta socio-politica. Da tempo immemore l’Afghanistan ha ospitato tenzoni poetiche dove gli artisti potevano competere in eloquenza e cultura improvvisando liriche, composte secondo i canoni estetici e letterari dettati dai maestri della letteratura persiana. Data la struttura fortemente patriarcale della società afgana, non c’è da meravigliarsi che la produzione poetica femminile sia inferiore – quantitativamente – a quella dei loro colleghi, nonostante le donne abbiano cominciato a poetare almeno fin dal X secolo, quando la figlia del governatore di Balkh, Rabi’a, componeva liriche in arabo e in persiano.