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Autore: Anna Santarello

Afghanistan, venduta a 8 anni come sposa: arrestati padre e altri cinque

Kabul (Afghanistan)

Venduta 150x150Il padre di una bambina di otto anni e altre cinque persone sono state arrestate in Afganistan perché sospettati di aver venduto la piccola all’equivalente di 4.300 euro, per farla sposare con un uomo di 30 anni.

Lo ha fatto sapere a Efe la procuratrice dell’ufficio che si occupa di accuse speciali per casi di violenza contro le donne, Fawzia Hamidi. “Il padre – ha spiegato – ha venduto sua figlia come una mucca o una pecora, non l’ha trattata come un essere umano”. I matrimoni forzati sono proibiti in Afghanistan, dove la legge impedisce anche i matrimoni alle persone che hanno meno di 18 anni.

La bambina è stata venduta 22 giorni fa e, benché non si siano celebrate vere e proprie nozze, un mullah ha approvato il legame. Il padre della bambina, l’uomo a cui è stata venduta e il mullah sono state arrestate, assieme ad altre tre persone coinvolte nel caso.

Secondo Hamidi, il padre della bambina avrebbe voluto utilizzare il denaro ricevuto per la figlia per sposarsi di nuovo, visto che sua moglie era morta da alcuni anni e visto che “ha comprato casa e ha mandato uno dei suoi figli in Iran per lavoro”.

L’ufficio in cui lavora Hamidi ha registrato nell’ultimo anno 15 casi di matrimonio con minori nella provincia di Balkh, ma altri non emergono poiché, spiega la procuratrice, è possibile solo “seguire quelli che avvengono nelle zone urbane, mentre molti avvengono nelle aree rurali”. La pena per questi casi può essere di un minimo di due anni di carcere, anche se, spiega Hamadi, il sistema giudiziario afghano non è molto propenso a condannare i colpevoli.

La minaccia dello Stato Islamico in Afghanistan, centinaia i jihadisti nel Paese

ADNKRONOS – 14/02/2015

afghanistan infI jihadisti dello Stato Islamico (Is) rappresentano una minaccia anche per l’Afghanistan. Parola di funzionari della sicurezza locale, che sembrano contraddire il portavoce del ministero dell’Interno afghano Sediq Sediqi che ha escluso la presenza di combattenti Is nel Paese, parlando di speculazioni senza fondamento.

Eppure Abu Bakr al-Baghdadi, califfo dell’autoproclamato Stato islamico, ha rivendicato la presenza dei suoi uomini nel Khorasan, un territorio che copre Afghanistan, Pakistan, e parti di Iran e India.

E alcuni funzionari afghani locali hanno segnalato la presenza in alcune parti del Paese di militanti che indossano maschere nere e sventolano bandiere altrettanto nere simili a quelle issate dai combattenti in Iraq e Siria.

Faqir Mohammad Jauzjani, capo della polizia della provincia settentrionale di Jawzjan, ha inoltre detto che circa 600 militanti Talebani si sono riconosciuti nell’Is sventolando una bandiera nera al posto di quella bianca dei Talebani. Anche il presidente del Consiglio Provinciale di Logar, Hasibullah Stanikzai, ha confermato che gli insorti dello Stato islamico sono attivi in alcune parti della provincia, tra cui i distretti di Kharkh e Khirwar.

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Afghanistan, i raid di mezzanotte

Blog di E. Campofreda, 13 febbraio 2015

attentato copyIn uno dei villaggi delle province nord-orientali, posto ai piedi delle cime innevate fra Afghanistan e Pakistan, nell’ottobre scorso una task force dell’Intelligence afghana, coadiuvata da truppe speciali dell’Us Army, ha compiuto caccia grossa. Lo rivela il New York Times raccontando come in quell’operazione è stato liquidato Abu Bara al-Kuwaiti e catturato il suo tesoro.

Lui era un miliziano o un simpatizzante di Al Qaeda, il suo bene più prezioso consisteva in un pc zeppo d’informazioni. Molte riguardano il gruppo che fu di Osama Bin Laden che in quei luoghi, secondo la Cia, s’era nascosto tanto tempo addietro.

Il materiale sequestrato sembra rappresentare un succulento bottino utile alla lotta anti talebana del presente e del futuro che ormai si combatte, da ambo le parti, anche sul terreno informatico. I governi di Kabul e Islamabad, intavolata una seppur indiretta collaborazione, per non crearsi problemi con l’opinione pubblica e i media cercano di nascondere il più possibile lo sviluppo delle operazioni.

Anche quando i risultati sono a loro favorevoli. Da mesi questo conflitto segreto adotta operazioni “chirurgiche” contro la variegata e riottosa famiglia talebana e usa quei raid notturni che, fra il 2013 e il 2014, il presidente uscente Karzai aveva quasi azzerato.

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Il 2014 è stato il più sanguinoso anno della guerra in Afghanistan – per gli afghani

PRI – 4/2/2015

soldier in suicide attack site afghanistanUn soldato afgano controlla il sito di un attacco suicida a Kabul l’11 dicembre 2014. Un attentatore suicida ha colpito un autobus che trasportava personale dell’esercito afgano, uccidendo sei soldati e ferendone 11. (Foto: Omar Sobhani / Reuters)

L’America può essere uscita dalla guerra in Afghanistan, ma l’Afghanistan non è ancora pacificato.
In realtà, con l’assunzione della sicurezza del paese nelle mani delle forze armate Afghane per tutto il 2014, i soldati afgani sono morti più che durante ogni altro anno di guerra. Circa 5.000 membri delle forze di sicurezza afghane sono stati uccisi nel 2014.
Molto di più delle perdite USA in tutti i 13 anni di operazioni di combattimento. Inoltre, più di 3.000 civili afghani sono stati uccisi.

Sean Carberry, un ex corrispondente di NPR a Kabul, individua numerose ragioni per queste perdite. Gli afghani hanno molta meno forza aerea rispetto agli Stati Uniti e ai suoi alleati, e i combattimenti stanno cominciando a invadere le zone più densamente popolate. “C’è stato un maggior impegno di terra”, dice Carberry.

Le forze afgane mancano anche di disciplina e formazione, in questo modo accadono molti più incidenti. Ad esempio, un colpo di mortaio sparato ai primi di gennaio 2015 ha colpito una festa di matrimonio e ha ucciso circa due dozzine di persone.

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Afghanistan: boom rientri dal Pakistan.

ANSA – KABUL  7 febbraio 2015

5a09711511400410fe73a2392f9a191a 1Pakistan, rifugiati afghani camminano su un sentiero, allontanandosi da un accampamento fuori Islamabad

Dopo l’attacco a dicembre 2014 dei talebani ad una scuola pachistana di Peshawar che ha causato 140 morti, quasi tutti bambini, si è registrato un boom di rientri di profughi afghani residenti in Pakistan.

Lo ha reso noto l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Iom). Richard Danziger, capo della missione dell’Iom in Afghanistan, ha precisato che il mese scorso quasi 24.000 profughi hanno lasciato gli accampamenti in territorio pachistano attraversando la frontiera.

 

Afghanistan: a ricostruire la galera per adultere… hanno pensato i militari italiani!

laglasnost – 5 febbraio 2015 – worlpress.com

images 5Avete presente i militari italiani? Quelli che stanno in giro per il mondo per “missioni di pace”? Impegnati anche nella ricostruzione di quel che altri militari, di diversa nazionalità, hanno distrutto? Hanno realizzato anche questo carcere femminile per donne afghane a Herat e sembra essere il fiore all’occhiello che dovrebbe dimostrare l’efficacia della presenza umanitaria in Afghanistan.

Recensito, filmato e fotografato da molti media italiani [1] [2] [3] [4] [5], giacché di propaganda istituzionale non siamo mai sazi, questo carcere “accoglie” (notare l’effetto e la semantica addolcita delle parole) donne che sono state arrestate in virtù delle leggi atroci che esistono in quel paese, aggravate, peraltro, anche dalla guerra che ha deposto tiranni di tipo A per piazzare al potere tiranni di tipo B fortemente misogini e integralisti.

In quella galera, dietro le sbarre, impiegate in lavori di artigianato, non si capisce per chi e con quali guadagni, a crescere i figli piccoli che fino all’età di sei anni sono reclusi assieme alle madri, ci sono donne condannate per adulterio, abbandono del tetto coniugale, stupro, nel senso che la donna che subisce uno stupro va in galera, poi ci sono quelle alle quali è stato imposto un matrimonio forzato, possibilmente con un uomo di 30 anni più vecchio, e per fuggire dalla violenza domestica, di cui erano vittime, sono scappate, hanno ferito o ammazzato il marito, perché, così come loro stesse dicono, parrebbe più sicuro, per loro, ripudiate da parenti e dalla mentalità del luogo, restare in galera.

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Comunicato dell’Associazione AFCECO

AFCECO – 3 febbraio 2015

afceco bannerCari Sponsor e Sostenitori,

Spero che stiate tutti bene. Innanzitutto vorrei ringraziare tutti voi, ancora una volta, per il vostro generoso sostegno, soprattutto in questi tempi difficili. Vorrei darvi alcuni aggiornamenti su ciò che sta accadendo in AFCECO.

Le condizioni di vita in Afghanistan non sono molto buone. La situazione è molto peggiorata, non solo dal punto di vista economico, anche le condizioni di sicurezza si sono molto deteriorate. La sicurezza è sempre stata un problema che ci ha costantemente preoccupati e che continua a preoccuparci. Lasciate che vi parli di un incidente che è accaduto un mese fa. C’è stata un’esplosione presso l’Istituto Francese, altrimenti chiamato Lycee Istiqlal, l’11 dicembre.

I nostri bambini erano stati invitati a partecipare proprio quel giorno all’Istituto Francese, ma poiché avevano appena sostenuto gli esami finali, eravamo impegnati nell’organizzazione dei loro rientri nei loro villaggi proprio quella sera; per puro caso nessuno di noi ha trovato il tempo per assistere allo spettacolo. In caso contrario le cose sarebbe accaduto l’inimmaginabile, perché una bomba è esplosa e molti sono rimasti feriti. Purtroppo, il direttore della nostra scuola di musica, il Dr. Sarmast, è stato ferito. I nostri ragazzi si sono recati diverse volte presso l’Istituto francese e ci siamo esibiti in concerto in molte occasioni.

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La tossicodipendenza da eroina si sta diffondendo ad allarmante velocità in Afghanistan.

Pamela Constable – The Washington Post – Rawa News – 8 gennaio 2015

drug addicts kabul hungry coldTossicodipendenti si radunano sotto un ponte a Kabul, dove dormono nelle fredde notti e s’iniettano e sniffano droga di giorno.

Kabul – La scena sotto un affollato cavalcavia di questa capitale è una visione dell’inferno. Centinaia di figure si accalcano nell’ombra,  frugando nella spazzatura e nei canali d’acqua fetidi. Alcuni s’iniettano eroina a vicenda negli arti o nell’inguine in piena vista; altri si nascondono sotto scialli sporchi per scaldare o inalare eroina.

Un uomo anziano con un turbante vaga tra i tossici, mostrando una foto di suo figlio scomparso. Un giovane uomo giace incosciente su una coperta fangosa dopo una lunga notte fredda, mentre altri discutono se è già morto.

“Amo mio figlio, ma è malato di droga”, ha detto l’uomo anziano, un lavoratore di nome Ghausuddin. Ha guardato la foto ed è scoppiato a piangere.  “Deve essere curato. Tutti questi ragazzi devono essere curati o altrimenti saranno uccisi. Stanno distruggendo l’Afghanistan. Si sta distruggendo un’intera generazione.”

Questo canale vicino al fiume Kabul in secca, un noto punto di ritrovo per i tossicomani  è al centro del flagello che sta aumentando dall’invasione americana del 2001 e si è propagato per tutto l’Afghanistan con un’allarmante velocità negli ultimi anni. Le Nazioni Unite stimano che ci siano 1.6 milioni di tossicomani nelle città afghane – circa il 5.2 % della popolazione – nel 2009 erano circa 940.000. Si pensa che ce ne siano altri 3 milioni nelle campagne.

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Combattenti IS hanno un centro di addestramento nel distretto di Farah

Rawa News – PAN 14 gennaio 2015

farah province mapUomini armati legati allo Stato Islamico IS hanno aperto un centro di addestramento a Khak-i-Safaid nel distretto occidentale della provincia di Farah, così è stato riportato mercoledì scorso da ufficiali locali.

Il Capo del locale Distretto, Abdul Khaliq Noorzai, ha riferito all’emittente Pajhwok Afghan News che un gruppo di combattenti IS, provenienti dall’Iraq e dalla Siria, sono apparsi nella zona di  Mazar Qala circa 20 giorni fa.

“Questi individui sono un’ottantina. Hanno installato un campo di addestramento a Salimabad un villaggio vicino al monte Saji, dove addestrano le nuove reclute”.

Vestiti come i combattenti dell’ISIS, con i volti mascherati, questi uomini armati hanno alzato le bandiere nere sul centro di addestramento.

“Comprano provviste nei negozi locali a prezzi gonfiati,” ha detto il funzionario. Il gruppo è guidato da due fratelli: Mualvi Abdul Malik Aka Mansoor e Mualvi Abdul Raziq.
Alcuni combattenti Talebani si sono uniti  al gruppo, secondo il capo del Distretto, e segnala anche la presenza di “alcuni stranieri che vestono come gli arabi e parlano una lingua non comprensibile ai locali.”

L’ufficiale dice inoltre che Abdul Malik e Abdul Raziq sono i figli del Mullah Abdul Khalik che era arrivato da non si sa dove a Farah qualche anno fa. Hanno vissuto nei distretti di Khak-i-Safaid, Pushtrod e Bakwa.

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Zafferano al posto dell’Oppio.

AGC Comunication – 1 febbraio 2015 – di Graziella Giangiulio

zafferanoAFGHANISTAN -Herat. 01/02/15. La testata albankaldawli ha pubblicato un reportage sullo zafferano afghano. L’articolo comincia così: “Zafferano .. il dono più prezioso della provincia di Herat”. Questa frase appare in una piccola pubblicità dell’International Airport Herat e richiama l’attenzione dei viaggiatori”.

In Afhganistan sono in molti ad andare a Herat per comprare lo Zafferano. Spezia molto pregiata e costosa. La produzione locale viene utilizzata nella produzione farmaceutica. Attualmente, il prezzo dello zafferano afghano è di circa 2.000 dollari al chilo. La provincia di Herat produce il 90 per cento della produzione di zafferano in Afghanistan.

Vi sono coltivazioni di zafferano in tutte le 25 province dell’Afghanistan. Fonte Associazione nazionale dei produttori di zafferano. Ci sono più di 6.000 aziende agricole produttrici di zafferano a Herat Saffron e 18 aziende vendono e esporranno l’oro rosso di Herat. Nella regione si producono circa 3 tonnellate di zafferano l’anno e circa il 60-80% viene esportato. Secondo l’Unione Nazionale la coltivazione di zafferano più prevalente in Gorian e pashtun Zargon Josara rispetto ad altre regioni.

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