Il Signore della guerra Hekmatyar rifiuta la democrazia in Afghanistan
di Mirwais Adeel, 16 febbraio – Rawa News
Hekmatyar è ora alleato ai Talebani, ma il sospetto reciproco resta forte da entrambe le parti
Gulbuddin Hekmatyar, signore della guerra e fondatore di Hezb-e-Islami, il Partito Islamico Afghano, ha dichiato che il numero delle vittime della guerra civile in Afghanistan fu di circa 1000 civili e si dice pronto a rifiutare qualsiasi proposta di collaborazione con le principali istituzione del paese, negando democrazia e libertà di parola al suo popolo.
In un’intervista esclusiva rilasciata al canale televisivo afghano 1TV, Gulbuddin Hekmatyar ha ribadito il proprio odio nei confronti della democrazia in Afghanistan.
Nel corso dell’intervista Hekmatyar ha negato ogni suo coinvolgimento nella guerra civile scoppiata negli anni Novanta nella capitale, affermando che in quegli scontri furono coinvolti fazioni e partiti estranei al suo.
Ha poi affermato che furono circa 1000 i civili uccisi a Kabul durante la guerra civile che colpì principalmente la parte meridionale e orientale della capitale.
‘Il bilancio delle vittime della guerra civile a Kabul fu di circa 1000 civili. La maggior parte degli scontri avvenne nell’area meridionale e orientale della capitale, allora controllata dal Partito Islamico Afghano e costantemente nel mirino dell’artiglieria, dei carriarmati e dei missili del governo’, ha affermato Hekmatyar al canale televisivo afghano 1TV.
Tuttavia, il Partito Islamico Afghano guidato da Gulbuddin Hekmatyar è tutt’oggi considerato il maggior responsabile del bagno di sangue avvenuto a Kabul durante la guerra civile negli anni Novanta.
Secondo un’organizazzione non-governativa in difesa dei diritti umani in Afghanistan, i civili uccisi a Kabul durante i quattro anni e quattro mesi di guerra civile furono in realtà più di 60 000.
Gulbuddin Hekmatyar nega di aver avuto alcun ruolo durante quegli scontri: ‘Fummo coinvolti solo in quattro o cinque scontri con l’allora coalizione; ci limitammo solamente a rispondere agli attacchi del governo’.