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Autore: Anna Santarello

Afghanistan: lapidate per “devianza morale”

11 novembre 2011 – giornalettismo.com

Madre e figlia morte nella regione di Ghazni

afg1 299x300Devianza morale e adulterio”: queste le accuse con cui due donne, madre e figlia, sarebbero state messe a morte dai talebani nella capitale (omonima) della regione di Ghazni. Ad accusare gli studenti coranici sono le autorità ufficiali afghane, che riportano anche le accuse con cui gli estremisti avrebbero ucciso le due donne – di cui non si sa il nome.

LAPIDATE – “Alcuni uomini armati”, dicono le forze dell’ordine, “sono entrati nella casa in cui la giovane vedova viveva con la figlia, l’ha portata fuori e l’ha lapidata a morte. I vicini non hanno informato le autorità in tempo”. Come sempre succede, dunque, l’omertà le ha condannate più della pietra.

Già due gli uomini arrestati dalla polizia, che spiega come la città sia “nella morsa” dei Talebani che negli ultimi tempi stanno emanando delle vere e proprie fatwa – editti – chiedendo a tutti gli abitanti di denunciare le donne “colpevoli di adulterio”. Già nel mese scorso una seconda donna era stata uccisa nella città, spiega la Bbc, “al crocevia strategico fra Kabul e Kandahar”.

Afghanistan: nessun diritto per i bambini

Qui di seguito un articolo sulla tragica situazione dei bambini in Afghanistan. E’ tuttavia importante rilevare che i comportamenti brutali che opprimono i bambini e le donne in Afghanistan persistono a causa dell’ignoranza, della miseria e della violenza strutturale in cui è costretta la popolazione SOPRATTUTTO  A CAUSA DELLA GUERRA CHE IL PAESE SUBISCE DA PIU’ DI 30 ANNI.

Da: RAWA

girls in afghanistan 217x300Il 59% dei bambini che sopravvivono cresce irrimediabilmente con qualche menomazione, fisica o mentale, a causa della mancanza di adeguata nutrizione nei primi anni di vita.

In pochissimi l’avranno notato, tuttavia quest’anno il governo afghano ha dimezzato il budget per la Commissione Indipendente per i Diritti Umani evidenziando, secondo quanto affermato dalla stessa Commissione, la totale mancanza di interesse e di volontà politica del governo.

Non esiste luogo sulla terra in cui il lavoro di una commissione per i diritti umani sia più necessario e importante che in Afghanistan. Il modo migliore per valutare un paese è osservare il trattamento riservato ai bambini. Da questo punto di vista, gli Stati Uniti non sono certo irreprensibili. Secondo le ultime statistiche del Census Bureau, più di 16 milioni di bambini americani vivono in condizioni di estrema povertà. Tuttavia, in Afghanistan, quei genitori condannati per crimini possono addirittura mandare i figli in carcere al loro posto e spesso, purtroppo, lo fanno. Come descritto nelle relazioni sui diritti umani del dipartimento di stato americano e afghano e nei documenti delle Nazioni Unite, questo è solo l’inizio del problema.

Il resoconto sulla condizione dei bambini afghani si apre con statistiche spaventose. Il livello di mortalità infantile è il secondo al mondo. Il 25% di loro muore prima di raggiungere i cinque anni. Il 59% di coloro che sopravvivono cresce irrimediabilmente con qualche menomazione, fisica o mentale, a causa della mancanza di adeguata nutrizione nei primi anni di vita.

In seguito, spesso i bambini diventano carne da macello per adulti che quotidianamente li picchiano, stuprano e torturano. Ovviamente, una grossa parte del problema è causato dalla guerra. I Talebani utilizzano abitualmente bambini di circa tre anni come scudi umani, collocandoli direttamente in prima linea nelle sparatorie. Inoltre, migliaia di bambini sono orfani di genitori uccisi durante gli scontri e vengono mandati in orfanotrofi in cui subiscono abusi psicologici, fisici e sessuali o vengono usati per traffici. Spesso, questi luoghi sono sprovvisti di acqua potabile, riscaldamento, tubature interne e servizi sanitari e non offrono possibilità ricreative o scolastiche.

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DIECI ANNI DI OCCUPAZIONE E CRIMINI CONTRO IL POPOLO AFGHANO

Dieci anni fa, quando i talebani detenevano il potere nel nostro sfortunato paese, gli eventi dell’11 settembre scossero il mondo intero. Alla fine, decine di migliaia di civili afghani innocenti ne hanno fatto le spese senza aver commesso alcun reato.

Tutta la propaganda intorno alla cosiddetta “guerra al terrorismo” si riduce a un solo fatto: il controllo degli Stati Uniti nell’intera regione unita a forti interessi economici. Con la Cina e la Russia come superpotenze e l’Iran come potenza emergente, gli Stati Uniti devono rafforzare i loro punti d’appoggio in Asia, e l’Afghanistan, considerata la sua posizione geografica, risponde perfettamente a questo scopo. Inoltre, da un punto di vista economico, le riserve di petrolio e gas dell’Asia Centrale assicureranno la supremazia degli Stati Uniti (il progetto del gasdotto Unocal prevede il passaggio attraverso l’Afghanistan). Le riserve minerarie dell’Afghanistan hanno un valore potenziale di circa 4.000 miliardi di dollari.

La guerra ha portato solo infelicità al nostro popolo. Gli attacchi aerei della Nato e dell’Isaf hanno causato migliaia di vittime, per la maggior parte donne e bambini innocenti. La proporzione è molto semplice: più sono i bombardamenti aerei e maggiore è il numero di civili innocenti che ne rimane colpito. Come se non bastasse, con l’amministrazione Obama, dal giugno 2010 il numero degli attacchi aerei degli Stati Uniti e della Nato è drasticamente aumentato del 172%. Secondo una statistica dell’UNAMA (United Nations Assistance Mission in Afghanistan), quest’anno il numero delle vittime civili è ulteriormente salito con 1.462 persone uccise nel periodo che va da gennaio a giugno. Inoltre, il numero dei morti causati dagli attacchi aerei della coalizione è aumentato del 14% rispetto al 2010. Bombe chimiche come quelle al fosforo bianco causano gravi ustioni e altre serie lesioni. Un’altra pratica odiata dalla popolazione sono le frequenti incursioni da parte delle forze straniere. Quando sospettano di qualcuno, le truppe fanno irruzione nelle case nel cuore della notte e uccidono le persone o arrestano gli uomini della famiglia senza comunicare ai parenti dove li stanno portando. Molte persone sono sparite e in seguito ritrovate decedute, oppure sono state sequestrate per lunghi periodi per essere poi scoperte innocenti. Infatti, più dell’80% di coloro che venivano definiti talebani e arrestati dalle truppe di David Patraeus, sono stati poi rilasciati in quanto civili innocenti. Si pensa, a ragione, che gli Stati Uniti testino le loro nuove armi in Afghanistan. Molti effetti nocivi sono provocati inoltre dalle armi all’uranio, che hanno raddoppiato le deformazioni e deteriorato le condizioni di salute. Queste armi, infatti, hanno una forza di penetrazione infinitamente superiore e producono effetti negativi sull’ambiente per lungo tempo. Per queste terribili azioni le forze militari si sono semplicemente “scusate” per aver scambiato afghani innocenti con rivoltosi.

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Afghanistan, attentati sul territorio, almeno 9 i morti

Da: Peace Reporter

AfghanistanTra le vittime anche una bambina di quattro anni, nipotina del vice-presidente del Consiglio provinciale.

Si è celebrata nel sangue la festività islamica dell’Id al Adha, anche chiamata “festa del Sacrificio”. Il bilancio è di nove morti, tra cui alcuni giovani e una bambina di quattro anni.
I media afghani hanno riferito che gli incidenti più pesanti si sono verificati nella provincia meridionale di Helmand e in quella centrale di Kapisa.

Nel primo attacco si sono registrate tre vittime. Un capo della polizia distrettuale insieme a due guardie del corpo stavano attraversando il distretto di Garmesr, quando il veicolo ha urtato un ordigno rudimentale; nel distretto di Tagab, degli uomini non ancora identificati hanno lanciato una bomba a mano dentro una abitazione uccidendo alcuni ragazzi.
Inoltre, a Pul-i-Khumri, un attentatore suicida si è fatto esplodere uccidendo un agente di polizia e ferendone almeno altri cinque.

Ma anche i corpi speciali e i soldati hanno contribuito ad aumentare il bilancio dei morti. Nel distretto di Behsud un reparto della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf), ha ucciso un civile perché sospettato di appartenere alla Rete Haqqani, mentre a Gardez una bambina di quattro anni è rimasta coinvolta in una operazione dell’esercito nazionale.

Afghanistan 2001 – 2011: un triste bilancio

Da: Peace Reporter

Afghanistan 1 300x204Dopo dieci anni di guerra e occupazione, costata almeno 67mila morti e centinaia di migliaia di sfollati, la situazione del Paese è peggiorata sotto ogni punto di vista.

Secondo le stime ufficiali (Onu, Nato, Crocerossa, Human Rights Watch) dieci anni di guerra in Afghanistan hanno provocato finora la morte di almeno 67 mila esseri umani: 15mila civili afgani (almeno il doppio secondo stime indipendenti, di fatto è impossibile un calcolo realistico), 38mila guerriglieri talebani, 10mila militari afgani, 2.600 soldati Nato (e 20mila feriti e mutilati) e 1.800 contractors.

L’agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr) ha calcolato che i combattimenti in Afghanistan hanno provocato solo negli ultimi cinque anni 730mila sfollati, pari a una media di 400 al giorno.
Ad oggi sono ancora sfollate oltre 350mila persone.

Nonostante 40 miliardi di dollari di aiuti versati dalla comunità internazionale dal 2001 a oggi, le condizioni di vita della popolazione afgana non solo non sono migliorate, ma sono peggiorate rispetto all’inizio della guerra: la povertà assoluta è salita dal 23 al 36 per cento della popolazione, l’aspettativa di vita è scesa da 46 a 44 anni (Italia: 81 anni), la mortalità infantile è aumentata dal 147 al 149 per mille (Italia: 3 per mille), il tasso di alfabetizzazione è sceso dal 31 al 28 per cento (Italia:98 per cento).

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Le forze ISAF hanno ucciso oltre 1.500 civili in raid notturni

NNI, 5 Novembre, 2011 (da Rawa News)

Le forze ISAF hanno ucciso oltre 1.500 civili in raid notturni
Si può calcolare che un minimo di 1.588 persone (2.844 morti complessivi, meno i 1.256 obiettivi dei raid letali) sono stati uccisi anche se non erano gli obiettivi dei raid

Le US Special Forces Operatons (SOF) hanno ucciso oltre 1.500 civili in raid notturni in meno di 10 mesi nel 2010 e nei primi mesi del 2011, l’analisi delle statistiche ufficiali sulla incursioni è stata rilasciata dal comando USA-NATO.
Questo numero renderebbe le incursioni notturne USA di gran lunga la principale causa di vittime civili nella guerra in Afghanistan. La relazione della Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan sulle vittime civili nel 2010 aveva dichiarato che l’uso di ordigni esplosivi improvvisati (IED) da parte degli insorti era stata la principale causa di morti tra i civili, che ammontavano a 904 secondo Inter Press Service.
I dati sui raid notturni, che sono stati comunicati a fonti giornalistiche selezionate, riguardano tre distinte campagne di 90 giorni di incursione: da maggio a luglio 2010, dall’inizio di agosto ai primi di novembre, da metà novembre a metà febbraio. I totali combinati per i tre periodi indicano che un minimo di 2.599 insorti sono stati uccisi e altri 723 “leader” uccisi o catturati.

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«La strada come destino. Nei libri il nostro riscatto»

Andeisha Farid, cresciuta lei stessa in un campo profughi, ha dato istruzione e speranza a centinaia di orfane.

La storia di queste ragazze è la sua.

Andeisha Farid ha trent’anni e se la sua vita non fosse stata diversa da quella di molte sue coetanee, oggi non avrebbe dato la speranza a centinaia di bambine afghane.
Andesiha Farid è la voce e l’anima di Afceco, realtà no-profit che fornisce assistenza di qualità e soprattutto l’istruzione a centinaia di bambini negli orfanotrofi di Afghanistan e Pakistan, con programmi di sviluppo in altri Paesi europei e in America.
In Italia, Afceco è gemellata con l’associazione Liberi Pensieri di San Giuliano che ha ospitato un gruppo di bambini afghani l’inverno scorso, per sperimentare la vita in comune con altri coetanei più fortunati.
In Afceco ragazze e i ragazzi imparano a rispettarsi, indipendentemente dalla lingua, dalla religione, dalla razza, dal sesso o dal colore. E non è facile, in un Paese di odi tribali ed etnici.

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Afghanistan «Troppe bambine fra gli alunni» Istituto nel mirino dei conservatori

Avvenire, 6 Ottobre 2011 – Laura Silvia Battaglia

Perché insegnate musica? Perché spendete così tanti soldi per questi bambini?». Le domande a raffica, per il personale di Afceco, Ong che opera da più di cinque anni in favore degli orfani della capitale afghana, non le porgeva il solito ribelle o un taleban dell’ultima ora.
Il 20 settembre, il Learning Center di Afceco a Kabul – solo uno dei dieci edifici per orfani che l’associazione possiede in tutto il Paese – è stato oggetto di un «controllo » governativo. Andeisha Farid – presidente e ideatrice di Afceco, giovane donna afgana della provincia di Farah, più volte minacciata di morte dai taliban per la sua attività in favore dell’istruzione delle bambine – contesta soprattutto i metodi utilizzati dai rappresentanti delle istituzioni ufficiali e li definisce «ostili e inspiegabili, considerato soprattutto che non è la prima volta che accade tutto questo».

Andeisha è diventata un modello per chi si occupa di cooperazione a livello globale: è una delle 10mila donne imprenditrici mondiali premiate dalla Fondazione Vital Voices. E, soprattutto, non ha paura. «L’irruzione nel centro Afceco – denuncia Andeisha Farid – è stata operata da numerosi membri del Parlamento afghano che sono entrati nell’edificio insieme a parecchie guardie armate. Questi intrusi sono arrivati senza preavviso, minacciando, accusando e brandendo fucili. Il livello di intimidazione che abbiamo subito è stato paragonabile a quello usato per un’operazione d’arresto contro membri di al-Qaeda nel cuore della notte: il trattamento che ci hanno riservato è stato solo un po’ meno violento».

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Mercato dell’oppio a gonfie vele, dopo dieci anni di guerra l’Afghanistan è un narcostato

Il Fatto Quotidiano Valentina Avon, 25 Ottobre 2011

oppio afghanistan 150x150Nel 2011 la coltivazione del papavero è aumentata del 7 per cento e la redditività per ettaro raddoppiata, denuncia il rapporto dell’Ufficio Onu su droga e crimine. Una vera industria nazionale che arricchisce molti, talebani e signori della guerra compresi.
In Afghanistan quest’anno la coltivazione dei papaveri è aumentata del 7 per cento e la produzione potenziale di oppio del 61 per cento, la redditività è raddoppiata passando da 4.900 a 10.700 dollari per acro, gli acri coltivati da 123.000 sono diventati 131.000,e altre tre province finora “poppy free”, libere da papaveri, non lo sono più.
In sintesi è questo il contenuto del Report dell’Ufficio delle Nazioni Unite per Droga e Crimine appena pubblicato, che fa il confronto con il 2010. Aumentano la superficie e la produzione quindi, ma soprattutto aumentano produttività e redditività. Oggi la sola coltivazione contribuisce al Pil con 16,34 miliardi di dollari, il 9 per cento, l’anno scorso era il 5, con 12,7 miliardi. Quello del papavero è il business più diffuso e redditizio, praticamente l’unica industria nazionale in Afghanistan, diventato a tutti gli effetti un narcostato.

A dieci anni dell’attacco occidentale al regime dei Talebani, era il 7 ottobre 2001, Osama Bin Laden è morto, ma i narcotrafficanti stanno benissimo. E quest’anno possono mettere a bilancio il raddoppio del costo dell’oppio, associato a una maggiore produttività del terreno, e un ancora maggiore peso nell’economia nazionale. Rispetto alla Guerra alla droga non sono risultati da poco. Presentando il rapporto, il direttore dell’Unodc Yuri Fedotov si è congratulato con il ministero antidroga e la polizia afghani per aver “lavorato sodo”, per poi concludere con l’innegabile gravità dei dati presentati: il “messaggio forte di fronte al quale non si può restare letargici”. Il suo statement è un sofferto appello alla comunità internazionale, che “può e deve fare di più”, riassunto anche nei 140 caratteri del suo account Twitter. Per la prima volta nel report annuale vengono abbandonati ogni ottimismo e rassicurazione e la preoccupazione è espressa senza tanti giri di parole.

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I MOVIMENTI DEMOCRATICI IN AFGHANISTAN

Dal discorso tenuto dal dottor Sameer, del Partito Afghano della Solidarietà (Solidarity Party of Afghanistan – Hambastagy) nell’incontro pubblico del 17 ottobre 2011 a Cologno Monzese (MI), in occasione del decennale della guerra in Afghanistan

Cari amici,
mi chiamo Sameer, sono medico chirurgo e sono qui in veste di rappresentante del Partito Afghano della Solidarietà. Il partito di cui faccio parte è stato fondato nel 2004 e ha come obiettivo la liberazione e l’indipendenza dell’Afghanistan e la costruzione di uno Stato fondato sulla giustizia e sulla laicità.

Negli ultimi quartan’anni il popolo afghano ha patito guerre e crimini efferati, di cui sono stati responsabili prima i regimi dittatoriali servi dell’Unione Sovietica, poi il fascismo di fondamentalisti e talebani. Tutti questi potenti non hanno mai dato alla nostra gente libertà, democrazia e indipendenza, ma anzi hanno sacrificato le nostre vite per i loro interessi militari e per le loro connivenze politiche.

All’inizio degli anni Settanta, l’Afghanistan aveva visto la nascita nelle università di alcuni movimenti democratici, che contestavano il governo centrale e il feudalesimo delle campagne e rivendicavano
democrazia e giustizia. Ma la reazione della casta al potere fu violentissima: decine di migliaia di giovani furono uccisi o gettati in prigione.

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