KurdDAO, insieme al Centro curdo per i diritti umani (KCHR) e alla Mezzaluna rossa curda (Heyva Sor a Kurdistanê), sta raccogliendo donazioni su Ethereum per aiuti umanitari immediati.
KurdDAO, insieme al Centro curdo per i diritti umani (KCHR) e alla Mezzaluna rossa curda (Heyva Sor a Kurdistanê), sta raccogliendo donazioni su Ethereum per l’immediato soccorso umanitario del recente catastrofico terremoto che ha causato oltre 37.000 vittime.
Il Pakistan ha i propri servizi di sicurezza in grave crisi dopo l’attentato del 30 gennaio. E deve proteggersi dall’Afghanistan.
Il 3 febbraio in Pakistan si è svolto un incontro tra i principali responsabili della sicurezza. Un vertice organizzato in modo particolare per prendere in esame le decisioni che sono state poste in essere dall’attuale responsabile del servizio di sicurezza pakistano Nadeem Anjum.
In base al recente rapporto delle Nazioni Unite sulla minaccia costituita dallo Stato islamico,il gruppo ha potenziato le sue capacità nella regione dell’Asia meridionale. La nuova strategia terrorista compromette ulteriormente il contesto di sicurezzadell’Afghanistan, isolandolo dai pochi alleati regionali del governo talebano, con pesanti ricadute sulla popolazione già stremata.
I talebani hanno vietato la vendita di contraccettivi in due delle principali città afghane, sostenendo che il loro uso da parte delle donne è una cospirazione occidentale per controllare la popolazione musulmana.
Lo ha riferito il Guardian, precisando che non è stata emessa alcuna ordinanza ufficiale dal ministero della Salute, ma militanti si sono presentati da ostetriche e farmacie a Kabul e Mazar-i-Sharif intimando di non venderne più e disfarsi di tutte le pillole e i sistema contraccettivi.
Secondo un farmacista nella capitale, i talebani “controllano regolarmente ogni farmacia e noi abbiamo smesso di venderne”. Un’ostetrica ha riferito di essere stata minacciata diverse volte e un comandante talebano le ha detto che non può “promuovere il concetto occidentale di controllo della popolazione”. “E’ un lavoro inutile”, ha sottolineato l’uomo. E’ l’ultima iniziativa talebana contro le donne, dopo il divieto di studiare, di lavorare per organizzazioni internazionali e le restrizioni a uscire.
Con questa e decine di altre testimonianze, storie, interviste e lettere, le giornaliste di Avvenire fino all’8 marzo daranno voce alle bambine, ragazze e donne afghane. I taleban hanno vietano loro di studiare dopo i 12 anni, frequentare l’università, lavorare, persino uscire a passeggiare in un parco e praticare sport. Noi vogliamo tornare a puntare i riflettori su di loro, per non lasciarle sole e non dimenticarle. E per trasformare le parole in azione, invitiamo i lettori a contribuire al finanziamento di un progetto di sostegno scolastico portato avanti da partner locali con l’appoggio della Caritas.
Il 12 gennaio 2023 la Commissione europea ha registrato l’ICE-Iniziativa di Cittadinanza Europea dal titolo “Articolo 4: Stop tortura e trattamenti disumani alle frontiere dell’Europa” proposta dall’Associazione Stop Border Violence. E’ un risultato importante, che premia gli sforzi del gruppo di attiviste e attivisti per i diritti umani e dei cittadini e delle cittadine europee che hanno ideato l’iniziativa che da subito Cisda onlus ha deciso di sostenere, riconoscendosi nelle finalità del progetto e presentandola all’attenzione di tutte le associazioni attive nella Coalizione euro-afghana
Il 1 febbraio Rai 1 ha fatto uno ”scoop” durante il TG1 svelando i retroscena della rapida caduta del governo afghano di fronte all’avanzata dei talebani il 15 agosto 2021. Poche sono state le reazioni giornalistiche sui media e nessuna dei politici. Perché i documenti presentati a sostegno sono reputati falsi o perché raccontano una verità troppo scomoda? Ecco una piccola rassegna stampa degli articoli apparsi online [Bb, Cisda]
In Afghanistan, i talebani arrestano un professore per aver distribuito libri gratis alle donne. Si tratta di Ismail Mashaal, il professore diventato simbolo della protesta contro il divieto all’istruzione femminile imposto dai talebani.
Il professore afghano Ismail Mashaal, diventato virale sui social media alla fine dell’anno scorso dopo aver strappato i suoi titoli accademici in diretta televisiva per protestare contro il divieto dei talebani alle donne di frequentare l’università, è stato picchiato e arrestato dai talebani. Mashaal è stato arrestato perché distribuiva gratuitamente libri in giro per Kabul alle donne.
Nelle prime ore di questa mattina, un forte terremoto ha colpito il nord del Kurdistan (Turchia) e il Rojava/Siria settentrionale e orientale, provocando una catastrofe umanitaria. Il terremoto, di magnitudo 7,8, ha avuto l’epicentro vicino a Mereş (tr. Kahramanmaraş) e Dîlok (tr. Gaziantep), non lontano dal confine con la Siria, e ha causato migliaia di morti, distrutto migliaia di edifici e reso innumerevoli persone senza casa. Con migliaia di persone ancora intrappolate sotto le macerie, si prevede che il numero delle vittime purtroppo aumenterà di molte volte.
Mentre i Talebani emanano decreti che limitano ulteriormente la libertà e i diritti delle donne, in Occidente si discute di come fornire una parvenza di legittimità al governo di Kabul. L’obiettivo: sfruttare le risorse naturali del Paese
Gabriella Gagliardo, Altreconomia, 1 febbraio 2023
Una piccola mossa diversiva sullo scacchiere internazionale della grande partita afghana e l’esistenza insignificante di milioni di donne e bambini precipita in un baratro. “Quando scende la notte, tutti teniamo gli occhi fissi sulla porta, nella speranza che magari qualcuno ci porti qualcosa da mangiare”, racconta Fatima, mamma di tre figli che non riesce più a sfamare, a un’attivista di una Ong locale che a sua volta ha perso il lavoro a causa del decreto emesso dai Talebani a fine dicembre in cui si vieta alle donne di svolgere anche questo tipo di attività.
La nostra fonte ci racconta poi la storia di una collega, Sanam, impiegata in un’altra Ong locale, che come lei ha perso il lavoro: il marito è disoccupato e tossicodipendente, lei ha terminato con grande fatica i suoi studi e questo le ha permesso di mantenere i suoi tre figli (Ali, Zia e Hamad) che sono ancora piccoli e vanno a scuola. “Dopo la proibizione del lavoro femminile nelle istituzioni non governative, non abbiamo niente da mangiare anche per un giorno intero -è il racconto di Sanam-. Io ho incubi la notte e talvolta parlo da sola. Mi sento molto depressa e appena chiudo gli occhi vedo il giorno in cui moriremo tutti di freddo e di fame. Ogni giorno, senza eccezione, mio marito mi picchia perché non ci sono soldi in casa. Se non fosse per i miei figli non ci penserei un momento e metterei fine alla mia vita miserabile. La morte è peggio di questa vita?”.