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Autore: Anna Santarello

L’Emirato della virtù

Enrico Campofreda dal suo Blog 30 giugno 2022

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Nelle opinioni contro riportate dal quotidiano Le Monde sull’odierno panorama afghano spiccano le indignate dichiarazioni d’un diplomatico occidentale di cui non si rivelano generalità e nazionalità: “Loro (i taliban, nda) non governano affatto. La sola cosa che hanno messo in piazza dopo dieci mesi è la polizia religiosa, incaricata di far rispettare la Shari’a. Essi dispongono solo d’un quarto dei fondi del precedente governo, ma non hanno scusanti: non hanno nulla da lanciare riguardo a fiscalità, agricoltura, trasporti, infrastrutture, energia”. Agli occhi di qualsiasi abitante locale l’affermazione appare senza tempo, visto che questo è il quadro del Paese non da dieci mesi ma da decenni.

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Curdi, la deputata svedese Kakabaveh: “Traditi dalla Nato e dal nostro governo, Erdogan è un dittatore”

Retekurdistan.it 30 giugno 2022

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Amineh Kakabaveh minaccia di chiedere la sfiducia al Ministro degli Esteri Ann Linde, alla quale chiede una spiegazione. “Spero che altri partiti politici chiamino Ann Linde alla commissione Affari esteri, per chiedere la sfiducia nei suoi confronti”.

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La Guardia costiera rimuove i dati sull’attività di ricerca e soccorso nel Mediterraneo

Altraeconomia.it Duccio Facchini  29 giugno 2022

Da quest’anno il Comando generale delle Capitanerie di porto ha cancellato dal sito i dati relativi all’attività Sar disponibili dal 2016. Elementi utili per ricostruire la strategia di “respingimenti delegati” attuata dall’Unione europea e dall’Italia. Li ripubblichiamo integralmente. Intanto i numeri del 2021 diffusi a giugno continuano a non tornare

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La Guardia costiera italiana ha rimosso dal proprio sito tutti i dati relativi all’attività di ricerca, soccorso e salvaguardia della vita umana in mare disponibili dal 2016, cancellando dalla sezione “Ricerca e soccorso” le schede “Attività SAR Immigrazione” e “Rapporto annuale attività operativa”. Un patrimonio informativo prezioso tramite il quale era possibile osservare natura ed effetti della strategia di “respingimenti delegati”delle persone messa in atto in questi anni dall’Unione europea e dall’Italia per mano delle milizie costiere libiche. Il tentativo di rimozione dei bollettini non è però riuscito fino in fondo: avendone tenuto copia abbiamo deciso di ripubblicarli tutti e nella impaginazione originale.

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Acerbo: “NATO-Turchia, un accordo da infami”

Kulturjam.it 29 giugno 2022

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L’annuncio di Stoltenberg al summit della NATO di Madrid: “Siamo tutti più sicuri”.
Decisivo l’incontro con Erdogan dei leader dei due Paesi scandinavi: sottoscritto un memorandum che accoglie le richieste di Ankara sulla lotta al Pkk e la fine dell’embargo alle forniture militari. Durissimo il commento di Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione Comunista.

Stoltenberg ha dichiarato in conferenza stampa che cambierà la legislazione antiterrorismo su pressione della Turchia, ci saranno nuove indagini sul PKK, in preparazione estradizione di compagne/i curdi esuli in Svezia e Finlandia e accordo tripartito sull’export di armi.
Svezia e Finlandia tradiscono il popolo curdo e Erdogan toglie il veto al loro ingresso nella NATO. L’Alleanza Atlantica è stata attiva protagonista di questa infamia.

Non venitemi a parlare di valori europei e occidentali, di democrazia e diritti umani.
La realtà è che la NATO è l’organizzazione armata dell’imperialismo occidentale a guida USA che è già in guerra (più o meno fredda) con Russia e Cina.
La verità sulla guerra in corso in Ucraina è in questo accordo.

Se davvero dietro allo scontro con la Russia ci fossero la democrazia e i diritti umani non ci sarebbe spazio per accordi con Erdogan sulla pelle dei curdi.

Finlandia e Svezia accettano di consegnare alla Turchia esuli dell’opposizione curda che per Erdogan sono tutti terroristi.

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In questo momento in Turchia sono detenuti 4.000 militanti dell’Hdp e almeno 40 parlamentari curdi. E migliaia di giornalisti, intellettuali, artisti, sindacalisti, attivisti, oppositori. Tutti terroristi per Erdogan.
Basta chiedere la liberazione di Ocalan per venire accusati di terrorismo.

Il regime turco ha aperto un procedimento per la messa al bando del terzo partito del paese, l’Hdp che è la voce dei curdi e della sinistra.

L’esercito turco ha invaso il nord della Siria e dell’Iraq per colpire le comunità curde che hanno sconfitto l’Isis.

I paesi europei e gli USA lasciano fare al loro alleato. Democrazia e diritti umani sono valori che contano solo quando bisogna fare la guerra.

Io e Anna Camposampiero andremo a Ankara questo fine settimana al congresso dell’Hdp per testimoniare la solidarietà del Partito della Rifondazione Comunista alle nostre compagne e ai nostri compagni che ogni giorno mettono a repentaglio la loro vita e la loro libertà.

Eurodeputato Wallace: “C’è denaro per armare l’Ucraina, ma non per aiutare l’Afghanistan”

LAntiDiplomatico  la Redazione 25 giugno 2022

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Il parlamento europeo alle volte ha un senso, in particolare quando ci sono alcuni interventi che squarciano l’ipocrisia criminale dell’Unione Europea al servizio di USA e NATO.

L’europarlamentare irlandese Mick Wallace, appartenente al gruppo GUE/NGL, venerdì si è scagliato contro l’Occidente per il suo incrollabile sostegno militare all’Ucraina, chiudendo un occhio sull’urgente bisogno di aiuti alimentari dell’Afghanistan.

Intervenendo a una sessione del Parlamento europeo sull’Afghanistan, Wallace ha accusato gli Stati Uniti e la NATO per le molteplici crisi che affliggono il paese dell’Asia centrale, ricordando loro i due decenni di occupazione.

Ha infatti denunciato che gli americani e la Nato hanno distrutto il Paese e i diritti umani degli afgani durante gli oltre 20 anni della sua permanenza.

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Aiutare l’Afghanistan dopo il terremoto sarà dura

La Banca mondiale ha affermato che gli aiuti ai terremotati saranno gestiti al di fuori del controllo della corrotta amministrazione talebana, per assicurarsi che arrivino a destinazione

Mohammad Qadam Shah, The Conversation, 24 giugno 2022

download copy copy copy copy copy copy copy copy copy copy copy copy copy copy copy copy copy Il terremoto più mortale in Afghanistan da oltre due decenni si è verificato il 22 giugno 2022, uccidendo più di 1.000 persone e ferendone almeno 1.600. Il disastro ha colpito una remota regione montuosa ed è avvenuto in un momento in cui milioni di afgani stanno vivendo una grave povertà e fame . Da quando i talebani, che applicano rigide leggi islamiche, hanno assunto il governo nel 2021 altri paesi, organizzazioni umanitarie e agenzie di aiuto indipendenti sono stati riluttanti a fornire assistenza al governo perché nessun paese lo ha ufficialmente riconosciuto .

Ma il leader supremo dei talebani , Haibatullah Akhundzadah, ha chiesto “alla comunità internazionale e a tutte le organizzazioni umanitarie di aiutare il popolo afghano colpito da questa grande tragedia e di non risparmiare alcuno sforzo per aiutare le persone colpite”. A poche ore dal terremoto, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari ha dichiarato che stava inviando aiuti, comprese forniture mediche, cibo e tende , oltre a squadre di chirurghi e altri professionisti medici. Anche il Programma alimentare mondiale , che afferma di aver fornito aiuti a 18 milioni di persone in Afghanistan nella prima metà del 2022, inviava cibo.

Abbiamo chiesto a Mohammad Qadam Shah , un assistente professore di sviluppo globale alla Seattle Pacific University che ha svolto ricerche sugli aiuti in Afghanistan, come si aspetta che il mondo risponda.

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I talebani afghani reprimono i vlogger

In aumento gli operatori dei media detenuti, costretti a “confessare”

Fereshta Abbasi, HRW, 14 giugno, 2022

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Il 7 giugno, il vlogger afgano Ajmal Haqiqi, noto per il suo canale YouTube e per i suoi spettacoli di modelle, è apparso in una trasmissione di tipo molto diverso. Funzionari talebani hanno arrestato Haqiqi e i suoi tre colleghi e hanno rilasciato un video che mostrava gli uomini, con i volti lividi e chiaramente sotto costrizione, che si scusavano per aver incoraggiato la “prostituzione” e “aver insultato i versetti del Corano”.

Il 28 maggio i quattro avevano pubblicato un video su YouTube in cui recitavano versetti coranici in arabo in tono comico. Nel giro di una settimana, la direzione generale dell’intelligence (GDI) dei talebani li aveva arrestati.

“Abbiamo promosso la cultura e i valori occidentali, e per questo mi scuso”, ha detto Haqiqi nella sua “confessione” evidentemente montata.

Un giornalista di Kandahar che era stato trattenuto per quattro giorni ad aprile per aver trasmesso musica mi ha detto di essere stato accusato di lavorare con stranieri. Anche la sua “confessione” è stata forzata: “Mi picchiavano e mi dicevano che dovevo ammetterlo”, ha detto.

I talebani hanno utilizzato varie misure per mettere a tacere i media in Afghanistan, dalla definizione di linee guida restrittive all’invio di funzionari dell’intelligence per incontrare il personale dei media. Costringere gli operatori dei media a confessare crimini sospetti invia un messaggio ad altri di aderire alle regole dei talebani, una tattica usata anche contro le donne manifestanti che sono state detenute e costrette a confessare.

Un operatore dei media di Herat mi ha detto di recente: “La libertà di parola è morta in Afghanistan”. Ai giornalisti, agli attivisti dei social media e agli altri che resistono pubblicamente alle pesanti restrizioni dei talebani le sue parole sembrano fin troppo vere.

(Traduzione automatica)