Daniela Musina e Delina Goxho, Sbilanciamoci, 21 gennaio 2022
La ricostruzione dei discorsi, delle strategie, delle azioni militari in Afghanistan, delle alternative pacifiste, della sconfitta occidentale e del ritorno dei Talebani. L’introduzione dell’ebook ‘Afghanistan senza pace, 2001-2021’

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Vent’anni dopo, è la fine dell’intervento militare occidentale in Afghanistan. Il bilancio è già pesantissimo se ci si limita a considerare i costi umani ed economici: una spesa di quasi 8 mila miliardi di dollari, un totale di 241 mila vittime ufficiali.1 La guerra più costosa di sempre se si considera la spesa totale per la War on Terror. I Talebani, saliti per la prima volta al potere tra il 1995 e il 1996 a seguito della guerra civile afghana successiva al ritiro dell’URSS, e rovesciati dall’intervento a guida statunitense nel 2001, riconquistano il paese e la capitale Kabul a distanza di vent’anni. È proprio da qui che inizia la ricostruzione di questo ebook.
In questo volume – che raccoglie articoli, documenti, analisi, reportage – vogliamo fornire ai lettori gli strumenti per un’analisi di ampio respiro sui discorsi, le strategie, le azioni militari della Guerra al Terrore – e delle campagne militari in Afghanistan e in Iraq – e sugli esiti che hanno avuto. Ricostruiamo la critica emersa fin dall’inizio alla scelta di scatenare la guerra, le manifestazioni mondiali, le alternative pacifiste, le pratiche di solidarietà nell’Afghanistan occupato.
Raccogliamo reportage dalla guerra, inchieste che offrono uno spaccato della realtà e della quotidianità afghana, durante e dopo la fine dell’intervento militare occidentale, raccontando gli esiti della guerra e le eredità che lascia al paese.
Da questi racconti emerge tutta la complessità dell’Afghanistan.
Guardare alle trasformazioni in seno a un élite urbana ristretta e dipendente dai finanziamenti esterni non basta per comprendere il contesto afghano e il lascito di questi vent’anni di guerra. Nelle aree montuose ed extra-urbane, che costituiscono gran parte del territorio del paese e in cui si concentra la grande maggioranza della popolazione, si sovrappongono disagi materiali e tensioni irrisolte. L’accesso ai beni essenziali e ai servizi pubblici, la difesa dei diritti fondamentali, la condizione femminile e le rivendicazioni di genere, tassi altissimi di povertà e di crescita demografica, la ricostruzione delle infrastrutture e la scarsa legittimità istituzionale sono tutti nodi che la guerra non ha sciolto.