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Noi donne rispondiamo all’appello dell’HDP per “prevenire una guerra civile” in Turchia!

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Women’s Initiative for Peace.

WIP 300x225Questa mattina ci siamo svegliate con la notizia dell’arresto di parlamentari appartenenti al Partito Democratico del Popolo (HDP) e di una violenta esplosione a Diyarbakir. Viviamo in un tempo e in un luogo dove anche poter dire “buongiorno” è diventato un lusso.

Noi vogliamo continuare ad avere la possibilità di dire “buongiorno” e “buonasera”; questa è la ragione della nostra lotta. Non vogliamo più che ogni nuovo giorno porti altra disperazione nel nostro Paese. Purtroppo, più sogniamo un Paese dove è possibile risolvere i problemi attraverso il dialogo, più aumentano la pressione sui politici di opposizione e gli interventi sulle nostre vite e sulle conquiste delle donne.

Oggi, con l’arresto dei parlamentari dell’HDP, la volontà e la voce di 6 milioni di elettori è stata totalmente ignorata e cancellata violentemente. Questo è un atto che inasprisce il conflitto e chiude le speranze di pace. Noi donne lo sappiamo, perché la guerra si impossessa delle nostre vite e ci renderà tutti più tristi e privi di speranza. La guerra e la violenza rendono la vita delle donne più difficile e chiudono i nostri spazi vitali.

La pace è una necessità per tutti. E lo stesso vale per la libertà. Non dare a tutti la possibilità di avere una rappresentanza parlamentare equivale a chiudere ogni speranza di pace. Il fermo e l’arresto dei due presidenti dell’HDP e di altri membri del parlamento significa mettere a tacere 6 milioni di persone (da Istanbul a Diyarbakir, da Ankara a Cizre) e non rispettare il loro diritto a una rappresentanza. È un attacco alla parità di genere, all’espressione delle donne nei Comuni e in parlamento.

 

La vita non può andare avanti in questo modo. Nessuno può fare dei piani per il suo futuro in un Paese in cui quando vai a dormire ti domandi quale sarà la cattiva notizia che riceverai la mattina dopo. In questo Paese non è possibile provare nessun’altra emozione che la disperazione; qui, perfino un incontro casuale per strada è adombrato dal sospetto nei confronti dell’altro.

In questo Paese dovremmo poterci parlare, ascoltarci a vicenda e provare a capirci; è assolutamente necessario che ciascuno di noi abbia dei rappresentanti in parlamento e che questi possano lavorare per risolvere i problemi attraverso il dialogo.

Abbiamo sempre inisistito perché si avvii un percorso di pace, continuato a dire che non c’è problema che non possa trovare una soluzione attraverso il dialogo e la negoziazione. Noi insistiamo. Ma mentre sentiamo solo la retorica del “pericolo per il nostro Paese, che rischia di dividersi”, ciò che vediamo è una società intrisa di odio e frammentata più che mai. Ci si aspetta che gioiamo delle nostre disgrazie. Ci si aspetta che gioiamo dei nostri silenzi; “sii felice, perché quelli che vivono nel tuo quartiere o nell’appartamento accanto al tuo non hanno più nessuno che li rappresenta in parlamento”.

Noi vogliamo credere che c’è speranza e che il nostro futuro non debba essere così tragico.

Ripetiamo ancora una volta che vogliamo la pace, per le nostre vite e per quelle degli altri. Sappiamo che questo sarà possibile solo in una vera democrazia, dove tutte le nostre voci saranno ascoltate e dove nessuno dei nostri pensieri venga messo a tacere e imprigionato.

Non dobbiamo arrenderci ma continuare ad ascoltarci gli uni con gli altri perché altrimenti verremo zittiti e isolati; questo è ciò che noi donne continueremo a fare ogni giorno, fino a che la pace e la democrazia non saranno possibili.

Women’s Initiative for Peace.

@barisicinkadin

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