Le donne di Afrin chiedono alla comunità internazionale di rompere il silenzio sugli attacchi
Uikionlus – 6 marzo 2018
Le organizzazioni delle donne ad Afrin hanno rilasciato una dichiarazione scritta sugli attacchi della Turchia e dei gruppi appoggiai dalla Turchia ad Afrin, e hanno fatto appello a tutte le organizzazioni dei diritti umani, alle istituzioni, e alla Nazioni Unite per rompere il silenzio, proteggere l’eredità e la storia delle donne e fermare lo spargimento di sangue e la perdita di vite innocenti. Tutte le organizzazioni delle donne a Afrin hanno rilasciato una dichiarazione sugli attacchi della Turchia e dei gruppi che sostiene. La dichiarazione sostiene che gli aerei turchi bombardano il centro della città di Afrin al fine di intimidire e di sfollare i cittadini. La dichiarazione ha fatto appello a tutte le organizzazioni dei diritti umani, alle istituzioni, e alle Nazioni Unite per rompere il silenzio, proteggere l’eredità e la storia delle donne ad Afrin e fermare lo spargimento di sangue e la perdita di vite innocenti.
La dichiarazione rilasciata dalle organizzazioni delle donne di Afrin è come segue:
Appello alla comunità internazionale
Le terre vengono violate, i bambini vengono uccisi e le donne engono aggredite, ed il mondo è ancora in silenzio sui massacri in atto. La provincia di Afrin è ancora sottoattacco da parte dell’esercito turco e dei suoi sostenitori di Al-Nusra e Al-Qaeda. Gli aerei e i bombardieri turchi hanno cominciato a bombardare i villaggi, le città ed il loro circondario. Non solo, hanno iniziato anche a bombardare il centro della città per intimidire e sfollare i cittadini e compiere massacri contro bambini, donne, anziani e civili senza difesa, compresi migranti che sono fuggiti dai loro villaggi vesro la città per sfuggire dalla brutalità dell’esercito turco.
Lo scopo dell’aggressione è di sfollare la popolazione locale della provincia di Afrin attraverso l’implementazione della politica della terra bruciata. Questo è ciò che Erdogan ha affermato quando ha annunciato che voleva continuare a bombardare Afrin fino a quando aveva creato una zona sicura, secondo la sua affermazione, per tre milioni di rifugiati siriani che si trovano in Turchia sin dall’inizio della crisi in Siria, e questa è la più grande prova che egli sta combattendo per cambiare la demografia della regione come ha fatto nelle regioni di Jarablus e Al-Bab.
Erdogan sta cercando di occupare Afrin in vari modi, come ad esempio attaccando le infrastrutture della popolazione curda ed il loro movimento economico, e spargendo il terrore nel cuore della gente bombardando le loro abitazioni ed edifici.
Di conseguenza i bambini sono le prime vittime di questa guerra che ha provocato loro problemi psicologici e neurologici che non possono facilmente superare. Non è facile pr i bambini vedere i loro parenti uccisi davanti ai loro occhi. Inoltre impediscono ai bambini e ai giovani il diritto all’educazione prendendo di mira molte scuole. Tutto questo è un disastro umanitario.
Attaccando Afrin lo Stato turco ha violato tutte le leggi e le convenzioni umanitarie internazionali. Il gas cloro è stato utilizzato sui villaggi lungo il confine e questo è stato confermato dai rapporti dei medici che affermano che sono comparsi sintomi sui pazienti come soffocamento, arrossamento della pelle e altri sintomi.Anche le pietre non si sono liberate del loro male, così hanno preso di mira i siti storici e archeologici di Afrin per cancellare la storia delle civiltà che vive su quella terra e anche per cancellare le tracce dell’esistenza dell’umanità.
Noi siamo sorprese dal silenzio internazionale, del silenzio delle organizzazioni dei diritti umani, dei ragazzi e delle donne contro questi massacri e disumane violazioni ad Afrin.
Noi siamo donne di Afrin determinate a difendere la nostra storia, la nostra eredità e la terra che abbiamo ereditato dai nostri antenati. Così promettiamo che resisteremo e combatteremo fino alla fine per eliminare l’ingiustizia, la tirannia e per fermare l’invasione turca.
Come organizzazioni delle donne ad Afrin, chiediamo a tutte le organizzazioni dei diritti umani, alle istituzioni, alle Nazioni Unite di rompere il loro silenzio, di proteggere la storia delle donne e la loro eredità ad Afrin e di fermare lo spargimento di sangue e la perdita di innocenti”.
Le organizzazioni delle donne ad Afrin
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