L’ORGANO DI DIFESA DEI DIRITTI UMANI CONFERMA LE RAZZIE DEI RIBELLI SOSTENUTI DAI TURCHI E LA DISTRUZIONE DI PROPRIETÀ AD AFRIN
di Wladimir van Wilgenburg – theregion.org – 14 giugno 2018
Nella relazione di giovedì, la Human Rights Watch (HRW) sostiene che i gruppi armati dell’Esercito Siriano Libero (ESL) sostenuti dai turchi abbiano occupato, saccheggiato e distrutto le proprietà dei civili curdi nel cantone di Afrin nel nord della Siria.
L’organo di difesa dei diritti umani ha lanciato un appello alla Turchia e ai gruppi dell’ESL per risarcire i residenti sfollati le cui case sono state razziate o occupate.
I gruppi armati anti-governativi hanno sistemato i combattenti e le loro famiglie nelle case dei residenti e hanno distrutto e saccheggiato le proprietà dei civili senza risarcire i proprietari.
“Distruggere o trasferirsi nelle abitazioni di chi ha dovuto fuggire dagli scontri non è ciò che i combattenti dell’Esercito Siriano Libero dovrebbero fare quando si trasferiscono in una zona”, dice Priyanka Motaparthy, ricercatrice senior della divisione Emergenze presso la Human Rights Watch. “Invece di proteggere i diritti dei civili vulnerabili, questi combattenti stanno perpetrando un ciclo di abusi”.
La Turchia ed i suoi alleati ribelli hanno preso Afrin dalle Unità di Protezione Popolare (YPG) il 20 marzo, dopo una campagna di due mesi. Secondo le Nazioni Unite, i combattimenti hanno causato almeno 137.000 sfollati. Dopo che i ribelli hanno occupato l’area, molte case sono state saccheggiate e le proprietà distrutte. Inoltre, i civili sfollati provenienti da altre zone sono stati collocati nelle case dei cittadini di Afrin che sono stati trasferiti.
La HRW ha intervistato di persona due sfollati del distretto di Afrin, entrambi a Qamishli, i quali hanno affermato che i combattenti dell’ESL hanno sequestrato, distrutto e saccheggiato le loro proprietà residenziali o commerciali. Sebbene i gruppi ribelli abbiano invitato i civili di Afrin a lamentarsi degli abusi, nessuno è stato risarcito.
“Distruggere o trasferirsi nelle proprietà di persone che sono dovute fuggire dalla guerriglia non è quello che i combattenti dell’Esercito Siriano Libero dovrebbero fare quando si trasferiscono in un’area”, ha affermato la HRW.
‘Jassem’ un attivista mediatico che ha lasciato Afrin l’11 marzo, ha dichiarato che la squadra speciale della polizia dell’ESL creata dalla Turchia per mantenere l’ordine ad Afrin ha sequestrato e occupato casa sua.
In altri casi, pare anche che i combattenti dell’ESL abbiano fatto stabilire famiglie di sfollati provenienti da altre regioni della Siria nelle case dei cittadini sfollati di Afrin. Un profugo ha affermato di aver visto i combattenti far trasferire famiglie di sfollati provenienti da altre zone della Siria negli appartamenti dei suoi vicini profughi.
Uno sfollato di Afrin, ‘Samer’, ha affermato di aver visto i combattenti dell’ESL far occupare da profughi residenti in altre regioni della Siria case dei cittadini di Afrin costretti a fuggire a causa degli scontri.
Ha raccontato che il 26 aprile, una settimana prima di lasciare la città di Afrin, vide 31 pullman bianchi arrivare e fermarsi in centro, in piazza Azadi. Ha continuato dicendo che, in pochi giorni, tre appartamenti dell’edificio adiacente al suo vennero occupati da famiglie profughe provenienti da altre zone della Siria. Ha affermato che il quartiere era sotto il controllo del Sultan Murad, un gruppo ribelle sostenuto dalla Turchia.
“Secondo le leggi di guerra, è proibito saccheggiare o impadronirsi con la forza di proprietà private per uso personale e può costituire un crimine di guerra anche nel caso di scontri”, ha affermato la HRW.
“Ai combattenti non è permesso appropriarsi di una proprietà per uso personale, incluso ospitare le proprie famiglie. Le leggi di guerra proibiscono, inoltre, la distruzione di proprietà non giustificata da necessità militari”, ha affermato l’organizzazione dei diritti umani.
“De facto le autorità governative hanno il dovere immediato di fornire un rifugio alle famiglie sfollate e ad altre persone vulnerabili che non abbiano un rifugio adeguato nel territorio da essi controllato, ma devono farlo in un modo che non violi i diritti del proprietario dell’abitazione”, ha aggiunto l’HRW.
“Ad Afrin, la Turchia e il gruppo dell’ESL dovrebbero risarcire i residenti sfollati a cui hanno confiscato, distrutto o depredato l’abitazione, e non dovrebbero privare permanente i residenti delle loro proprietà”, ha concluso l’HRW.
“Hanno il dovere di assicurare che i diritti sulla proprietà dei possessori siano protetti e che possano essere in grado di tornare nelle loro case di domicilio abituale con dignità e in sicurezza”, ha aggiunto il comunicato.
Altri gruppi per i diritti umani hanno documentato anche la violazione dei diritti umani ad Afrin da parte dei ribelli.
Martedì, l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani (Syrian Observatory for Human Rights, SOHR) ha denunciato che sette famiglie sono state deportate con la forza dalla Ghouta orientale ad Afrin da Ahrar al-Sham, gruppo islamista sostenuto dai turchi, dopo che queste famiglie hanno rifiutato di vivere nelle case senza il permesso dei veri proprietari.
Dopo aver contattato i veri proprietari per firmare il contratto di affitto, Ahrar al-Sham li ha sfrattati con la forza e li ha minacciati di imprigionarli per “supportare le milizie curde”.
“Coloro che hanno deciso di prendere il controllo di Afrin si sono assunti anche la responsabilità di assicurare sia ai residenti di Afrin sia alle persone deportate altrove di avere un rifugio essenziale che non violi i diritti di nessuno dei due gruppi” sostiene Motaparthy. “Finora sembra che non stiano riuscendo a fare la cosa giusta per entrambi i gruppi”.
Traduzione di Cristina Cangemi, Giulia Giunta, Ester Peruzzi, Dalila Scaglione e Sara Somaini.
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