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In occasione della giornata di lotta rivoluzionaria dell’8 marzo

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Uiki onlus – 8 marzo 2021

Quest’anno le donne del nord e dell’est della Siria celebrano l’8 marzo con lo slogan ”La nostra lotta è la garanzia della rivoluzione delle donne”.

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In occasione della giornata di lotta rivoluzionaria dell’8 marzo, commemoriamo tutte le donne cadute combattendo contro l’egemonia maschile e celebriamo le nostre compagne che hanno dedicato e sacrificato le loro vite per la creazione e la difesa di una vita libera.  Sakine Cansiz, Zilan, Beritan, Arin Mirkan, Ivana Hoffmann e Anna Campbell hanno ispirato migliaia di altre combattenti per la libertà, proseguendo le lotte a suo tempo intraprese da Rosa Luxemburg, Clara Zetkin, Emma Goldman e dalle innumerevoli partigiane e rivoluzionarie in Italia e nel mondo.

La Giornata Internazionale della Donna è il risultato del sacrificio e della resistenza di tutte queste donne che hanno lottato per la liberazione di tutta l’umanità contro sfruttamento, oppressione e potere. Questa lotta continua e deve continuare ogni giorno più forte, perché ogni conquista delle donne rende il nemico più aggressivo e determinato a colpire per salvaguardare la propria supremazia. Quest’anno le donne del nord e dell’est della Siria celebrano l’8 marzo con lo slogan ”La nostra lotta è la garanzia della rivoluzione delle donne”. Sono quelle stesse donne che hanno lottato contro le bande fascio-jihadiste dell’ISIS e hanno fatto conoscere a tutto il mondo la rivoluzione del Rojava, definita poi “la rivoluzione delle donne”

L’ideologia dell’ISIS è conosciuta per la sua ostilità contro le donne, per le sue politiche di genocidio e femminicidio. l’ISIS ha impartito ai suoi membri l’ordine di rapire e di schiavizzare le donne Ezide, dichiarandole bottino di guerra. Tremila donne Ezide sono ancora tenute in ostaggio, torturate, vendute come schiave, sottoposte ad abusi fisici e sessuali e costrette a ricusare la propria cultura.

In risposta a tali crimini le donne di Sinjar si sono organizzate, hanno creato forze di autodifesa e un’amministrazione autonoma che ora sono bersaglio di quei poteri che considerano la loro esistenza una minaccia alla propria egemonia.
Anche le donne del Rojava, che oggi resistono ancora contro gli attacchi della Turchia e dei suoi mercenari, ci ricordano che l’autodifesa e l’organizzazione sono indispensabili per respingere gli attacchi delle potenze che impongono l’egemonia del maschio dominante in tutti gli ambiti delle nostre vite. Oggi la Turchia di Erdogan è diventata il centro del potere reazionario dell’egemonia maschile. Il suo regime continua ad imprigionare e ad assassinare centinaia di militanti, tra cui numerose donne, che si oppongono alla sua dittatura.

La lotta di liberazione delle donne contro questo regime scuote le fondamenta di tutti i governi reazionari del mondo. Nel Kurdistan Orientale e in Iran le esecuzioni delle donne vengono utilizzate come specifico strumento di guerra per intimidire la popolazione. Nonostante ciò’ le donne, ben lungi dal sottomettersi, proseguono la loro lotta coraggiosa contro l’oppressore.

Mentre continuano gli attacchi di invasione del Kurdistan, contro le donne continua una politica speciale: più le donne avanzano più il nemico attacca. Le donne che in Kurdistan da decenni ormai sono diventate l’avanguardia e la speranza di tutta la società sono oggetto di brutali attacchi sotto gli occhi di tutto il mondo. L’unità che le donne hanno raggiunto con le forze di difesa delle YPJ e con la Rivoluzione del Rojava sono un simbolo e un’ispirazione che hanno promosso la partecipazione a questa rivoluzione di tante compagne internazionaliste.

La realtà di sfruttamento e di oppressione vissuta dalle donne in Kurdistan è la stessa in gran parte del mondo, dove il sistema patriarcale è dominante.
Tanto più oggi, con la pandemia in corso, la gestione dell’emergenza ha fortemente penalizzato la donna sia in ambito privato/familiare che in quello lavorativo. Il modello capitalista, già in crisi, si è dimostrato incapace di rispondere adeguatamente e ha lasciato dietro di sé solo macerie.

Per questo accogliamo e aderiamo allo sciopero indetto dal movimento globale delle donne contro lo sfruttamento e a sostegno di tutte le donne resistenti e libertarie.
Rafforziamo il Confederalismo, la nostra organizzazione e l’internazionalismo per respingere il fascismo e ogni tipo di intimidazione.

Solo così la voce delle donne potrà alzarsi ed esprimersi liberamente.

Viva l’8 marzo, viva la lotta internazionale delle donne!
Jin-Jiyan-Azadi! Donna-Vita-Libertà!

Ufficio d’informazione del Kurdistan In Italia

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