Le reazioni alla morte di Khalil Haqqani: una vittima nel “gioco dei troni” tra l’Emiro e il Califfo
Mentre i Talebani impongono ai media la definizione di “martire” ad Haqqani ucciso in un attentato suicida, molti gioiscono per la fine di questo ufficiale talebano terrorista che ha provocato migliaia di morti innocenti
Amin Kawa, 8AM Media, 14 dicembre 2024
Khalil Ur-Rahman Haqqani, ministro talebano per i rifugiati e il rimpatrio e membro di spicco della Rete Haqqani, è stato ucciso in un attacco suicida nell’edificio del ministero a Kabul. Era l’unico ministro talebano armato e partecipava a tutte le riunioni ufficiali e non ufficiali con una pistola alla mano. Alcuni alti funzionari del precedente governo hanno definito la sua morte come “martirio”, ma un gran numero di cittadini ha criticato questa definizione accogliendo con favore la morte di Haqqani, accusato di aver guidato i battaglioni suicidi della Rete per oltre 20 anni, e affermando che ha portato un po’ di conforto alle famiglie delle vittime. Tuttavia il Ministero dell’Informazione e della Cultura talebano ha chiesto ai media nazionali di usare il termine “martirio” invece di “morte” nei loro resoconti, spingendo media a modificare le notizie pubblicate.
Alcuni cittadini hanno collegato l’uccisione di Haqqani alle divisioni interne ai Talebani, ritenendola parte della lotta per il potere tra Hibatullah Akhundzada e Sirajuddin Haqqani.
Negli ultimi due decenni la Rete Haqqani è stata responsabile di numerosi attacchi suicidi a Kabul e in altre province che hanno causato centinaia di vittime, tra cui donne e bambini. Da quando ha conquistato l’Afghanistan, la rete ha spesso glorificato i suoi battaglioni suicidi e ha fornito terreni e risorse governative alle loro famiglie. Mercoledì 11 dicembre 2024 lo zio di Sirajuddin Haqqani, membro anziano noto come il “Califfo degli attentatori suicidi”, è stato ucciso in un attacco suicida nella sede del ministero, mentre stava partecipando a una sessione formale, armato come sempre nelle riunioni ufficiali per la sua diffidenza verso le guardie del corpo.
Alcune ore dopo l’attacco, i Talebani hanno diffuso sui social media un’immagine del kamikaze, affermando che durante la sessione l’attentatore aveva fatto esplodere la sua carica esplosiva.
in un attacco “brutale” dell’ISIS…
Reazioni alla morte di Khalil Ur-Rahman Haqqani
L’uccisione di questo alto funzionario talebano ha scatenato le reazioni di diversi attivisti politici e di alti funzionari dei precedenti governi afghani. Alcuni hanno accolto con favore la sua morte, attribuendo alla Rete Haqqani la responsabilità dei numerosi attacchi suicidi che hanno causato migliaia di vittime in Afghanistan, ritenendo la morte di Haqqani una giusta punizione.
L’ex presidente afghano Hamid Karzai, invece, ne ha condannato l’uccisione definendolo un “martire” membro di un’importante famiglia jihadista afghana e sottolineando il suo ruolo nella lotta contro l’ex Unione Sovietica.
Allo stesso modo, anche esponenti politici come l’ex presidente dell’Alto Consiglio per la Riconciliazione Nazionale Abdullah Abdullah, il leader jihadista Hamed Gilani, l’ex ministro delle Finanze Omar Zakhilwal, l’ex membro del Parlamento Jafar Mahdavi e molti altri hanno descritto la morte di Haqqani come “martirio” e condannato l’incidente.
D’altra parte, Zahir Aghbar, ambasciatore dell’Afghanistan in Tagikistan, ha cancellato un messaggio che aveva pubblicato per condannare l’uccisione di Khalil Ur-Rahman Haqqani. Nel suo messaggio originale, Aghbar aveva definito l’attacco un “atto terroristico”. Dopo aver cancellato il post, ha scritto: “I Talebani stanno raccogliendo ciò che hanno seminato”.
Nel frattempo, Ishaq Dar, ministro degli Esteri del Pakistan, ha espresso il suo shock per l’uccisione del ministro per i Rifugiati e il rimpatrio dei Talebani. Ha dichiarato che il Pakistan condanna inequivocabilmente il terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni.
Contemporaneamente, alcuni utenti dei social media hanno attribuito la morte di Khalil Ur-Rahman Haqqani a divergenze interne ai Talebani, suggerendo che la Rete Haqqani non fosse d’accordo con le direttive emanate da Hibatullah Akhundzada, la Guida suprema dei Talebani, prevedendo che altre figure talebane potrebbero essere uccise in dispute interne, viste le lotte di potere in atto all’interno dei Talebani, in particolare per il controllo della Rete Haqqani, che dispone di ingenti risorse finanziarie e di stretti legami con gruppi terroristici internazionali.
Ali Sajad Mawlaee, un giornalista, ha scritto: “Il gioco dei troni: Emiro 1, Califfo 0”.
Mohammad Haleem Fidai, ex governatore della provincia di Logar, ha scritto su X (ex Twitter): “Sembra che questa azione sia stata istruita direttamente dal Mullah Hibatullah o, almeno, che sia stata eseguita con la sua consultazione e il suo accordo”. Con questo atto, Hibatullah cerca di inviare un chiaro messaggio: non solo ha il potere di neutralizzare, ma anche di eliminare fisicamente la Rete Haqqani a livello politico”.
Accoglienza ed espressione di soddisfazione per la morte di Khalil Ur-Rahman Haqqani
Alcuni sui social media hanno ricordato le vittime degli attacchi suicidi compiuti dalla Rete Haqqani e hanno espresso soddisfazione per la sua morte. Condividendo le immagini delle vittime degli attacchi suicidi di cui la Rete Haqqani ha rivendicato la responsabilità, hanno dichiarato di provare sollievo per la morte di questo ufficiale talebano.
Shahid Farhosh, ex giornalista, ha condiviso un biglietto di Zubair Hatami, cameraman televisivo rimasto vittima di un attacco suicida, e ha scritto di lui: “Dopo nove anni, oggi sono molto felice. Sapete perché? Perché proprio in questo giorno, il giorno in cui hanno versato il nostro sangue e ti hanno portato via da noi, ho ricevuto la notizia della morte di uno dei tuoi assassini più sanguinari”… Kalimullah Hamsukhan, un attivista politico, ha scritto: “Inshallah, il dolore raggiungerà le vostre case, una per una e voi ne siete stati la causa. Migliaia di cittadini innocenti della nostra patria sono stati vittime della vostra brama di paradiso, di vergini e di giovani ragazzi. Capite come ci si sente ora? L’attentatore era un kamikaze e lo chiamate martire eroico?”.
Hasamuddin Anwari, un altro utente di Facebook, ha scritto: “Zio Khalil è andato in paradiso; che tali partenze portino benedizioni. Ha tolto la vita a migliaia di persone e ne ha rese milioni di altre senzatetto. Ha rovinato la vita di quattro donne (la sua quarta moglie era una ragazza di 21 anni). Ha insegnato la vergognosa cultura degli attentati suicidi ai poveri e ignoranti bambini dell’Est. Ora è caduto nella trappola di questa maledetta cultura e se n’è andato per sempre”.
Ma chi era Khalil Ur-Rahman Haqqani?
Nato nel 1966 nella provincia di Paktia, nell’Afghanistan orientale, Khalil Ur-Rahman Haqqani è stato un importante membro della Rete Haqqani. Era lo zio di Sirajuddin Haqqani, ministro degli Interni dei Talebani nonché membro di spicco della Rete Haqqani. Dopo la caduta del primo regime talebano, Haqqani fu arrestato in un’operazione congiunta condotta da Stati Uniti e Pakistan. Fu rilasciato dopo quattro anni in cambio della liberazione di 350 soldati pakistani nella regione del Waziristan meridionale, nella provincia del Khyber Pakhtunkhwa.
Dopo la conquista dell’Afghanistan da parte dei Talebani, è stato nominato ministro per i rifugiati e il rimpatrio dei Talebani, carica che ha ricoperto fino alla sua morte.
Gli Stati Uniti avevano fissato una ricompensa di 5 milioni di dollari per chiunque lo avesse catturato durante la loro presenza in Afghanistan, inserendo la Rete Haqqani nell’elenco delle organizzazioni terroristiche straniere. Secondo quanto riportato dal sito federale “Ricompense per la giustizia”, Khalil Ur-Rahman Haqqani forniva “supporto logistico ai membri dei Talebani nella provincia di Logar, in Afghanistan, dal 2010”. Nel febbraio 2011, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti lo ha designato come “terrorista globale specialmente designato” e gli ha imposto sanzioni, dichiarando “reato” qualsiasi rapporto finanziario con lui.
In precedenza, Mohammad Dawood Muzammil, governatore talebano di Balkh e comandante del gruppo, è stato ucciso in un attacco suicida a Balkh, per il quale l’ISIS ha rivendicato la responsabilità. Al momento della stesura di questo rapporto, nessun gruppo ha rivendicato la responsabilità dell’attacco a Khalil Ur-Rahman Haqqani.
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