Nella sua ultima restrizione sui diritti delle donne, i talebani hanno impedito alle studentesse di frequentare istituti medici in Afghanistan. Il divieto è stato annunciato da un funzionario del Ministero della Salute Pubblica del regime durante un incontro con i responsabili degli istituti medici a Kabul, lunedì 2 dicembre.
In una dichiarazione rilasciata mercoledì 4 dicembre, il Comitato svedese ha affermato che la decisione è profondamente preoccupante, date le norme culturali afghane che limitano il trattamento delle donne da parte dei medici uomini.
“Se non si formano più donne professioniste della salute, la già critica carenza di dottoresse, infermiere e ostetriche peggiorerà, minacciando la salute e la sopravvivenza di innumerevoli donne e bambini”, ha affermato la SCA, aggiungendo che il divieto porterà a morti prevenibili e a un’inversione di tendenza rispetto ai successi ottenuti a fatica nella salute pubblica.
L’organizzazione ha esortato i talebani a revocare immediatamente il divieto e a investire in un’istruzione di qualità per le professioniste sanitarie. Ha inoltre invitato la comunità internazionale a trovare modi per supportare le donne afghane e il loro ruolo cruciale nell’assistenza sanitaria.
L’ultima restrizione dei talebani sui diritti delle donne ha scatenato reazioni e condanne diffuse, anche da parte dell’ONU, dell’UE, di gruppi per i diritti, personaggi politici e attivisti sia all’interno che all’esterno del paese. Tutti hanno chiesto la revoca del divieto.
Durante una conferenza stampa di mercoledì, il portavoce dell’ONU Stephane Dujarric ha espresso preoccupazione per la decisione, aggiungendo che se implementata, avrebbe un “impatto negativo” sul sistema sanitario afghano e un effetto negativo sulla vita degli afghani. Ha esortato i talebani a riconsiderare il divieto.
In un post su X di oggi, Richard Bennett, il relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani in Afghanistan, ha definito la decisione “inspiegabile e ingiustificabile”, notando che viola ulteriormente i diritti delle donne e avrà un impatto devastante sull’intera popolazione. Ha affermato che il divieto deve essere revocato.
Allo stesso modo, la Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (UNAMA) ha avvertito che se la nuova direttiva venisse implementata, avrebbe un “impatto negativo” sul sistema sanitario afghano e sullo sviluppo generale del paese. UNAMA ha affermato che, sebbene non abbia ancora ricevuto la conferma formale del divieto, continuerà a verificare il rapporto attraverso i canali ufficiali.
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