A Herat, sanitari in sciopero contro la corruzione
Le difficoltà finanziarie minacciano la chiusura di 113 centri sanitari a Herat. Gli operatori sanitari rimasti senza stipendio scioperano accusando i funzionari di appropriarsi dei finanziamenti
8AM Media, 26 ottobre 2024
I dipendenti di 113 centri sanitari nella provincia di Herat, sostenuti da organizzazioni locali, sono entrati in sciopero per tre mesi di stipendi non pagati e alcuni hanno chiuso a chiave le porte delle strutture.
Segnalano che l’Organizzazione per la promozione e la gestione della salute (OHPM) e l’Agenzia per l’assistenza e lo sviluppo dell’Afghanistan (AADA) non hanno pagato gli stipendi per tre mesi consecutivi, rendendo loro impossibile svolgere i propri compiti.’OHPM ha trattenuto gli stipendi di luglio e agosto, mentre l’AADA non ha pagato settembre, lasciando incerti i pagamenti futuri. (…) Accusano i funzionari di disonestà e affermano che non riprenderanno a lavorare finché non saranno pagati.
Alcuni dipendenti dei centri sanitari descrivono gravi difficoltà economiche e (…) diverse donne impiegate sono state viste piangere davanti a Qamaruddin Fakhri, il direttore dell’AADA, per gli stipendi non pagati.
Safiullah (pseudonimo), un operatore sanitario di Herat, sospetta che queste organizzazioni stiano cercando di appropriarsi indebitamente dei fondi destinati agli stipendi man mano che si avvicinano le scadenze dei progetti. Nota che l’AADA ha trattenuto tre mesi di salario all’inizio del governo dei talebani, attribuendone la colpa a fondi non pagati della Banca Mondiale, e ora teme che questo schema si ripeta. Parlando con Hasht-e Subh Daily, ha detto: “L’OHPM non ci ha pagato per due mesi e l’AADA è in ritardo di un mese e 22 giorni. In precedenza l’AADA aveva trattenuto tre mesi di paga sostenendo che la Banca Mondiale non aveva rilasciato fondi. Ora, mentre implementano un nuovo progetto sanitario a Herat, affermano che ci pagheranno gli stipendi arretrati di due mesi dell’OHPM”. E aggiunge: “Appena una settimana fa ci avevano detto che avremmo riscosso di nuovo i nostri stipendi di due mesi dall’OHPM. Credo che stiano cercando di appropriarsi indebitamente dei nostri stipendi ancora una volta. Il nostro sciopero continuerà finché non saremo pagati”.
Masoom (pseudonimo), un altro operatore sanitario, descrive un’estrema difficoltà finanziaria, aggiungendo che molti colleghi non possono nemmeno permettersi il trasporto. “Dipendevamo da questo stipendio”, dice, “ma per tre mesi non abbiamo ricevuto nulla. Abbiamo famiglie da sostenere, con cinque o otto persone a carico ciascuna”. Continua: “In questo momento, diversi colleghi sono rimasti senza niente. Non sono in grado di pagare le bollette dell’acqua e dell’elettricità e non hanno un biglietto per andare al lavoro. Non sarò in grado di continuare a svolgere i miei compiti finché non ci pagheranno”.
In una registrazione vocale indirizzata aa direttore dell’AADA, una dipendente spiega di non potersi permettere le cure mediche per il figlio malato, pur dovendo mantenere otto membri della famiglia. In lacrime, dice: “Dottore, cosa dobbiamo fare se non abbiamo niente a casa? Mio figlio è malato e non posso portarlo a curarsi. Sono una vedova che deve sfamare sette o otto persone e non faccio colazione o cena da mesi; l’assistenza medica è fuori dalla mia portata”.
Dopo la presa del potere da parte dei talebani, diverse organizzazioni locali e internazionali hanno sostenuto il settore sanitario afghano, sebbene i dipendenti segnalino spesso problemi di nepotismo, corruzione e incompetenza in queste istituzioni.
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