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I divieti talebani limitano le vaccinazioni antipolio

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Habib Mohammadi, Amu TV, 3 febbraio 2025

Il divieto dei talebani sulle vaccinazioni porta a porta contro la poliomielite è collegato all’aumento dei casi

Secondo un nuovo rapporto dell’Afghanistan Analysts Network (AAN), la decisione dei talebani di vietare la vaccinazione porta a porta contro la poliomielite in Afghanistan ha contribuito all’aumento dei casi segnalati di malattia.

Il rapporto afferma che, dopo aver sospeso per due volte il programma nazionale di vaccinazione contro la poliomielite nel 2024, i talebani hanno ripreso la campagna per i bambini sotto i cinque anni a fine ottobre, ma hanno limitato le vaccinazioni alle moschee e ai centri dei villaggi, anziché consentire agli operatori sanitari di visitare le case.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha registrato nel 2024 in Afghanistan 25 casi di poliomielite, il numero più alto in quattro anni. Tuttavia, un portavoce del ministero della Salute dei Talebani l’ha negato, affermando: “Nessun caso di poliomielite è stato registrato nel Paese”.

Difficile raggiungere tutti i bambini

Il rapporto AAN, redatto da Jelena Bjelica e Nur Khan Himmat, include interviste ai genitori in alcune delle 16 province interessate alla vaccinazione antipolio in ottobre e novembre. Molti hanno affermato che il nuovo approccio vaccinale, limitato ai luoghi di ritrovo pubblici, ha reso più difficile garantire che tutti i bambini ricevano il vaccino.

Un padre ha raccontato di aver rischiato di perdersi del tutto la campagna vaccinale.

“Mio fratello era in visita e mi ha detto che i vaccinatori antipolio stavano vaccinando i bambini di fronte alla moschea. Gli ho chiesto di aiutarmi a portare i miei due figli. Se non ci fosse stato, non avrei saputo della campagna e i miei figli non sarebbero stati vaccinati”, ha detto.

L’Afghanistan e il Pakistan restano gli unici due paesi al mondo in cui la poliomielite è ancora endemica.

La vaccinazione contro la poliomielite è obbligatoria in Afghanistan dal 1978, quando il paese ha lanciato il suo programma di immunizzazione di massa. Da allora, i casi sono diminuiti da migliaia negli anni ’80 a centinaia negli anni ’90, con solo una manciata di casi registrati annualmente negli anni 2000.

Gli esperti sanitari avvertono che le interruzioni nelle campagne di vaccinazione, in particolare il passaggio dall’immunizzazione porta a porta alla vaccinazione domiciliare, potrebbero vanificare decenni di progressi nell’eradicazione della malattia.

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