Taliban, i più stabili nella politica afghana
Enrico Campofreda dal suo Blog – 9 marzo 2020
Persino la rissosa galassia talebana risulta attualmente più stabile e seria dei rappresentanti ufficiali del regime afghano amato e sponsorizzato dall’Occidente. Lo si è visto palesemente stamane nel corso della cerimonia di giuramento che il candidato vincitore delle presidenziali dello scorso settembre, Ashraf Ghani, ha affrontato in solitudine. Unico conforto d’apparato gli è giunto dal rappresentante afghano presso gli Stati Uniti, quel Khalilzad che ha condotto per un anno e mezzo i ‘colloqui di pace’ coi turbanti, e dal comandante delle truppe Nato nel Paese, il generale Scott Miller. Volutamente è mancato all’insediamento Abdullah Abdullah, il candidato giunto secondo, che come aveva fatto nel 2014 ha decisamente contestato anche quest’elezione accusando il vincitore di brogli. Anzi, stavolta ha addirittura predisposto una propria cerimonia in contrapposizione a quella dell’avversario. Abdullah, oftalmologo tajiko con buoni agganci fra i pashtun, è da tempo un eterno secondo. Si presentò anche in alternativa a Karzai, ma poco potè contro l’agguerrito clan Popalzay. Dovette, dunque accontentarsi di incarichi di ministro degli Esteri e di premier in pectore, durante la prima amministrazione Ghani. Di fatto l’establishment nazionale, che avrebbe dovuto avviare il colloquio inter afghano proprio con la delegazione degli studenti coranici, non c’è.