In Turchia ormai «attaccano la letteratura»
Intervista. Alla vigilia del processo in cui rischia 9 anni per «propaganda terroristica», la celebre scrittrice turca Asli Erdogan denuncia: «È la vendetta per aver scritto delle atrocità commesse dall’esercito di Ankara contro i curdi»
Il Manifesto – S. Tarabini 13/2/20
Asli Erdogan venne arrestata nell’agosto del 2016. La notizia fece scalpore non solo all’interno della Turchia, ed anche grazie a una forte mobilitazione internazionale la scrittrice uscì dal carcere dopo 4 mesi e mezzo, gravemente provata nel corpo e nello spirito. Purtroppo la Turchia ha dovuto abituarsi a questo genere di eventi: le sue carceri sono sempre state molto popolate di dissidenti, ma dal fallito golpe del luglio 2016 la repressione ha avuto un’impennata impressionante abbattendosi in particolar modo su intellettuali e attivisti. In questo senso il processo a carico di redattori e redattrici in capo al quotidiano filocurdo ora vietato Özgür Gündem è emblematico.
Il processo dopo essersi trascinato per anni ha subito un’improvvisa accellerata: il 14 febbraio potrebbero arrivare le condanne, dai 2 ai 9 anni per la scrittrice, fino a 15 per gli altri accusati. E intanto prosegue la campagna internazionale per chiedere che sia riconosciuta la sua innocenza.