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Autore: Anna Santarello

Ankara: Nove arresti per la performance “Lo stupratore sei tu”

ANF – 12 dicembre 2019

manifestazione A Ankara sono state arrestate nove donne. Volevano eseguire la performance cilena „Lo stupratore sei tu!“ contro la violenza sulle donne e sono state attaccate dalla polizia.

La polizia ha aggredito un gruppo di donne che nel Güvenpark a Ankara volevano inscenare una performance contro la violenza sulle donne. Ci sono stati nove arresti. Le donne si erano ritrovate a seguito di un appello della Piattaforma di Donne Ankara per eseguire la versione turca di „Un violador en tu camino“.

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Non è ancora finita

Enrico Campofreda – Q Code Magazine – 11 dicembre 2019

Malalai Joya

Intervista a Malalai Joya, tra Afghanistan, guerra e diritti.

Malalai, del tuo prorompente intervento nella Loya Jirga del 2003 cosa resta nella politica afghana e cosa resta in te?

Credevo – credevamo – di portare certi assassini davanti alla Corte di Giustizia, purtroppo questi elementi son riusciti a prendere ancora maggior potere. Un antico proverbio afghano parla di lupi che si vestono da capre. S’attaglia benissimo alla classe politica che da decenni decide la sorte del Paese e della sua gente.

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Afghanistan, la rivoluzione dello zafferano: 12 donne lo producono, valicano i confini e si emancipano

Bianca Senatore, La Repubblica – 10 dicembre 2019

zafferano

KABUL -Il progetto Giallo Fiducia, finanziato da Costa Foundation, dal Cisda e da “Insieme si può” si Belluno, era iniziato come una piccola sfida.

Adesso il sogno è di allargare di parecchi ettari il terreno coltivabile, sempre nella zona di Herat, Afghanistan: obiettivo, produrre ancora più zafferano. Sono passati due anni da quando il progetto Giallo Fiducia, finanziato da Costa Foundation, dal Cisda e dall’associazione “Insieme si può” si Belluno, è iniziato come una piccola sfida, come un qualcosa che non era sicuro avrebbe funzionato. E invece oggi 12 donne lavorano e gestiscono una produzione di zafferano che valica i confini dell’Afghanistan e che sta profondamente mutando le campagne della zona occidentale del Paese.

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L’esercito di Erdogan, e i suoi alleati islamici, stanno massacrando la popolazione curda

Chiara Cruciati – Raiawadunia – 8 dicembre 2019

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A dare forma alla violenza è la banca dati realizzata dal Rojava Information Center, in continuo aggiornamento: contiene 151 violazioni commesse dall’esercito turco e dalle milizie islamiste alleate di Ankara contro la popolazione curda del nord est siriano.

Ci sono i saccheggi compiuti dai miliziani islamisti contro case, negozi, chiese, moschee, abbandonati dalle comunità in fuga. Ci sono rapimenti, uccisioni, torture sui prigionieri. E ci sono i bombardamenti e i colpi di artiglieria contro i silos di grano, gli impianti idrici, le cliniche e gli ospedali, le ambulanze e i giornalisti a Sere Kaniye, Ayn Issa, Tal Abyad.

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“I am the revolution” per l’Iraq

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Nell’ambito della mostra Halabja Stories, che racconta del bombardamento chimico sferrato da Saddam Hussein durante la guerra tra Iran e Iraq dove morirono 5000 curdi, Halabja Stories, Cisda e C.I.Q., il 13 dicembre 2019, al Centro Internazionale di Quartiere, Via Fabio Massimo 19 a Milano, alle h 20.30, presentano il documentario:

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? “I am the Revolution “ di Benedetta Argentieri -2018

Il documentario racconta delle rivoluzioni femministe in atto in Iraq, Siria e Afghanistan, paesi lacerati da decenni di guerra e tra i posti peggiori in cui vivere come donne.
Ascoltiamo la storia di tre donne che con tenacia e determinazione stanno aprendo la strada verso un nuovo futuro nei loro paesi, creando movimenti e cambiamento, riempiendo il vuoto creato da conflitti perenni con l’obiettivo di formare una società diversa.

PROGRAMMA:
– 20.30: presentazione del film a cura del Cisda
– 21.00: proiezione del film: I Am The Revolution
– 22.30: dibattito

L’ingresso è ad offerta libera. Il ricavato andrà a sostenere i progetti promossi da Halabja Stories dell’associazione NWE ORG halabja in Iraq, impegnata a difendere i diritti delle donne ed a favore dell’ambiente.

Nessuna soddisfazione. Gli Afghan Papers arrivano troppo tardi

Christian Elia – Q Code Magazine – 11 dicembre 2019

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Nessuna soddisfazione, nessun compiacimento.

Perché di fronte alle macerie, non c’è mai nulla da festeggiare. Dopo anni passati a scrivere, raccontare, denunciare, a volte, si resta senza fiato.

I cosiddetti AfghanPapers – pubblicati dal Washington Post – sono l’inchiesta elaborata su oltre 2mila pagine di documenti riservati e interviste a ufficiali e funzionari Usa che mette in luce gli errori nei rapporti con i Taliban.

Tutto, ma proprio tutto, sotto gli occhi di tutti dal 2001. Un’avventura sbagliata fin dal primo giorno, quando i vecchi sodali dei tempi della guerra all’URSS, i Taliban appunto – diventano la rappresentazione stessa del male. Osama bin Laden, la mente degli attacchi dell’11 settembre 2001, si nascondeva là. Nessun reale ultimatum, nessuna reale trattativa, ma furia e pioggia di piombo.

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Afghan papers

Valigia blu 10 dicembre 2019

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 Per 18 anni l’opinione pubblica americana è stata ingannata da governo ed esercito sulla guerra in Afghanistan portata avanti dagli Stati Uniti d’America.

È questo il quadro che emerge dal contenuto di centinaia di interviste confidenziali ad alti funzionari statunitensi pubblicato il 9 dicembre dal Washington Post: dichiarazioni false e prove nascoste per evitare di dover ammettere che il conflitto iniziato nel 2001 fosse ormai divenuto impossibile da vincere.

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Non siete soli!

CISDA – 8 dicembre 2019

foto Davide Grasso

Ci uniamo alla preoccupazione e all’appello di Davide Grasso riguardo l’accanimento della Procura di Torino sulla compagna / i compagni Maria Edgarda Marcucci, Paolo Pachino e Jacopo Bindi, che rischiano di subire un provvedimento di sorveglianza speciale per aver combattuto l’ISIS in Siria.

Condanniamo l’ipocrisia delle istituzioni occidentali, che non solo hanno abbandonato i combattenti curdi nella loro lotta contro il Califfato, ma continuano a perseguire i volontari europei che hanno aiutato militarmente o come civili. A Eddi, Paolo e Jacopo va tutta la nostra solidarietà. Non siete soli in questa lotta.
Serkeftin.

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