Afghanistan, ultimo fronte: il massacro degli sciiti dietro la guerra Isis-Taliban
Giampaolo Cadalanu, da La Repubblica – 31 maggio 2018
Il rapporto del Dipartimento di Stato americano: in aumento gli attacchi ai luoghi di culto. La comunità ritenuta responsabile dai jihadisti di avere inviato propri uomini a combattere il Califfato in Iraq e in Siria
Alcuni degli oltre cento prigionieri salvati da una prigione di Taliban a Helmand (Ansa)
Sono gli sciiti a pagare per primi la sfida dello Stato Islamico-Provincia di Khorasan ai Taliban per l’egemonia della jihad violenta in Afghanistan. A indicarlo con decisione è il rapporto 2017 sulla Libertà religiosa, pubblicato dal Dipartimento di Stato: secondo il documento del governo americano, l’anno scorso gli integralisti hanno sferrato almeno 13 attacchi contro i luoghi di culto e di riunione della comunità sciita, facendo oltre 200 morti e circa 300 feriti.
I dati della missione Onu in Afghanistan confermano che le vittime negli attentati contro i luoghi di culto sono quasi raddoppiate: secondo l’agenzia Unama, 18 attentati sono stati rivendicati dall’Isis-Khorasan e 20 dai Taliban.
Non è ben chiaro quanti siano gli sciiti in Afghanistan: non ci sono dati ufficiali, ma secondo i loro leader religiosi, la comunità “vale” il 20-25 per cento della popolazione. Gli imam sunniti, di contro, la stimano al 10 per cento complessivo. In grandissima parte gli sciiti sono di etnia hazara: durante la guerra civile i Taliban hanno assediato e poi espugnato la loro roccaforte Bamiyan, avviando una vera “pulizia etnica” contro la minoranza che considerano eretica.