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Autore: Anna Santarello

GOVERNO DI UNIONE: GHANI, IMPOSSIBILI DUE AUTORITÀ

[PL] – 13 agosto 2014 –  Misna

ghani abdullah electionpage 2a232Ashraf Ghani, uno dei due candidati in competizione per diventare presidente dell’Afghanistan dal mese prossimo, ha detto che il termine per concludere la verifica dei voti elettorali si sta avvicinando rapidamente e che l’accordo mediato dagli Stati Uniti fra i due rivali, per formare un governo di unità, non significa che il vincitore dovrà pienamente condividere il potere con il perdente.

Nel corso di un incontro con i giornalisti stranieri nella sua residenza a Kabul, Ghani ha detto che il vincitore nominerà il perdente amministratore “per decreto” per servire “a discrezione del presidente”.

L’aspirante capo di Stato spera la la verifica dei voti sia fatta in tempo per permettere al nuovo presidente di partecipare a un summit della Nato ai primi di settembre. Nessuna data di inaugurazione è stata fissata a causa di “incertezze tecniche”.

Ghani ha anche aggiunto che sia lui che Abdullah saranno presenti al vertice, considerato un momento chiave per ottenere nuovi aiuti esteri per l’economia afghana in profonda recessione.

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Afghanistan, Amnesty: “Nessuna giustizia per migliaia di vittime civili di Usa e Nato”

Il Fatto Quotidiano – 11 agosto 2014

amnesty afghanistan 640“Migliaia di afgani sono stati uccisi o feriti dall’esercito statunitense dall’inizio dell’invasione, ma le vittime e le loro famiglie hanno poche possibilità di avere un risarcimento. Il sistema della giustizia militare – Richard Bennett, direttore della ong per l’Asia Pacifico – quasi sempre fallisce nel ritenere i suoi soldati responsabili per uccisioni illegittime e altri abusi”

“Nessuna giustizia per migliaia di civili uccisi nelle operazioni di Usa e Nato” in Afghanistan. È Amnesty international che con il rapporto “Left in the dark” punta il dito contro militari americani e della Nato responsabili in oltre un decennio di conflitto con i talebani ed Al Qaeda della morte di innocenti senza che quasi siano stati processati e puniti.

“Sono stati esaminati numerosi casi di attacchi aerei e raid notturni – si legge nel report  dell’organizzazione umanitaria che da decenni si batte per il rispetto della dignità e dei diritti della persona umana – Episodi di apparenti crimini di guerra non sono stati investigati e i responsabili sono rimasti impuniti”. Richard Bennett, direttore della ong per l’Asia Pacifico, ha sottolineato che “nessuno dei dieci casi specifici su cui ci siamo concentrati nel periodo 2009-2013 – e che hanno comportato la morte di 140 civili, fra cui donne incinte e 50 bambini – è stato oggetto di azione giudiziaria da parte della Procura militare americana”. Per Bennet: “Migliaia di afgani sono stati uccisi o feriti dall’esercito statunitense dall’inizio dell’invasione, ma le vittime e le loro famiglie hanno poche possibilità di avere un risarcimento. Il sistema della giustizia militare quasi sempre fallisce nel ritenere i suoi soldati responsabili per uccisioni illegittime e altri abusi”

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A Kabul 326 ricoveri per ferite di guerra a luglio, il numero più alto mai registrato in un nostro ospedale

Diario Afghanistan – 5 agosto 2014 – dal Sito di Emergency

12 300x222A luglio, nel nostro ospedale di Kabul abbiamo ricoverato 326 pazienti per ferite di guerra: più di dieci al giorno.

È il numero più alto mai registrato in un nostro ospedale in Afghanistan dal 1999. Oltre ai 326 ricoverati, a luglio a Kabul abbiamo curato in Pronto soccorso altre 602 persone.

La situazione sta deteriorando di giorno in giorno, i nostri ospedali sono pieni e le nostre ambulanze continuano a fare avanti e indietro dai Posti di primo soccorso sparsi per il Paese trasportando feriti.

Agosto è appena iniziato e non promette bene: solo oggi aLash kar-gah abbiamo ricevuto una decina di feriti.

Afghanistan, ucciso un generale degli Stati Uniti

Redazione Contropiano – 6 agosto 2014

marine 300x200 1Il portavoce del dipartimento della Difesa di Washington, John Kirby, ha confermato la morte di un generale di divisione degli Stati Uniti in un’accademia militare alle porte di Kabul, in Afghanistan. A sparare sarebbe stato ieri mattina un membro delle forze di sicurezza afgane. Nell’attacco sarebbero rimasti feriti anche 15 militari occupanti mentre l’assalitore sarebbe stato ucciso.

È la prima volta che l’esercito perde un ufficiale così alto in grado in Afghanistan. La vittima di ieri è il primo generale ucciso – scrive il New York Times – su un fronte estero dai tempi della guerra del Vietnam. Non sono stati aggiunti altri dettagli sull’attentato.

 

L’Afghanistan ha maggiori costi di ricostruzione che l’Europa dopo la seconda guerra mondiale, a causa della corruzione.

Keith Perry – The Telegraph,  31 luglio 2014 – Rawa News

È stato reso pubblico che il costo della ricostruzione afghana ha superato il totale dei soldi spesi per far ripartire l’Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Una relazione del governo statunitense rivela livelli di corruzione e spreco senza precedenti, questi hanno fatto si che il costo superasse il totale speso per il Piano Marshall. I britannici e le altre truppe occidentali si stanno preparando a lasciare il paese alla fine dell’anno.

I contribuenti americani hanno versato 615 miliardi di sterline dal 2002 ed i britannici 890 milioni per lo sviluppo di centinaia di progetti. L’operazione militare è costata all’America altri 296 miliardi di sterline ed ai britannici 22 milioni, così ha riportato il Times.

Comunque, i controllori di conti americani dicono che la maggioranza dei progetti che sono stati analizzati peccavano di “scarsa pianificazione, impostazione scadente, sorveglianza inadeguata”.

Il costo del Piano Marshall equivarrebbe oggi a 61 miliardi di sterline, dice la relazione che è stata presentata questa settimana al Congresso americano.

cartoon corruption(Vignetta: Nayer)

Il professor Michael Clarke, direttore del centro di ricerca  Royal United Service Institute, ha detto: “Il mondo guarderà all’Afghanistan e Iraq come esempi di una scarsa  elaborazione di pensiero e pianificazione.”

Il programma di assistenza economica iniziata dal Generale George Marshall, segretario di stato americano, generò decenni di prosperità nell’Europa occidentale.

Per contrasto, circa 13 anni dopo che i Talebani sono stati rovesciati, gli Stati Uniti e altri donatori continuano a contribuire al 60% del bilancio nazionale afghano e sono impegnati a sottoscrivere un ulteriore “decennio di trasformazione” nel paese.

“Larghe aree del paese saranno presto precluse al personale americano per la chiusura delle basi ed il ritiro delle truppe”, dice la relazione del’Ispettore Generale per la ricostruzione in Afghanistan.

La relazione aggiunge che confidare che gli aiuti economici finiscano nelle mani giuste diminuirà drammaticamente mano a mano che la NATO ritirerà le truppe.

Secondo una stima fatta l’ottobre scorso circa l’80% del paese è già fuori dall’area di controllo degli osservatori americani.

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Chi viene ucciso dai droni in Afghanistan? Ci sono più attacchi di droni in Afghanistan che in qualsiasi altra parte del mondo.

RAWANews – 24 luglio 2014, di Alice K. Ross, VICE News.

drone strike victims in pakistan childrenUn contadino di nome Miya Jan, ha detto al “Los Angeles Times” che il pomeriggio del 7 settembre dello scorso anno, a Watapur, nella provincia afghana di Kunar, ha sentito un ronzio sopra la testa, ha alzato lo sguardo e visto un drone; pochi minuti dopo ha sentito un’esplosione.

Raggiunto il luogo dell’esplosione ha visto un veicolo distrutto e ha capito che apparteneva a suo cugino. Tra i corpi, ha riconosciuto suo fratello con la sua famiglia. “C’erano brandelli dei corpi dei miei familiari sparsi per tutta la strada”, ha dichiarato. “Ho preso quei brandelli dalla strada e dal camion e li ho avvolti in un pezzo di carta per seppellirli”.

Ci sono state dichiarazioni e contro-dichiarazioni all’indomani dell’attacco. I funzionari afghani hanno detto che nel veicolo c’erano almeno otto civili, ma forse addirittura 11. Invece l’International Security Assistance Force (ISAF) ha riferito che l’attacco aveva ucciso 10 “forze nemiche”. Un portavoce dell’ISAF ha detto al “New York Times” che avrebbero fatto un’indagine.

Anche la Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (UNAMA) ha indagato. Dopo aver parlato con più di 50 testimoni, ha concluso che, quando è stato colpito, il veicolo trasportava sei “ribelli”, insieme a 11 civili, tra cui quattro donne e quattro bambini. Una bambina di 4 anni è stata gravemente ferita.

Di fronte a questa affermazione dell’UNAMA, l’ISAF ha inizialmente “negato la possibilità che ci fossero vittime civili”. In seguito a ulteriori pressioni, l’ISAF ha confermato la morte di una donna e di un bambino, e “non ha escluso la possibilità che anche un’altra donna avesse perso la vita”.

Un portavoce ISAF ci ha riferito che sono state prese precauzioni per evitare di uccidere civili nell’attacco. “ISAF ha identificato un singolo bersaglio in un veicolo e lo ha seguito in una zona lontana da villaggi abitati e, nonostante un attento controllo, l’ISAF non era al corrente che ci fossero almeno tre civili nel veicolo colpito.”
“Sebbene la missione dell’ISAF abbia colpito gli insorti, purtroppo l’attacco ha provocato tre vittime civili.”

Abbiamo potuto prendere visione della relazione interna sulle vittime provocate dall’ISAF risalente al settembre 2013: nonostante UNAMA abbia segnalato la morte di 10 civili la relazione dichiara che, nell’incidente, sono state registrate solo tre vittime civili. Non è stata riconosciuta la morte degli altri civili e questo fa svanire la possibilità di inserire ulteriori morti nell’anonimo foglio di calcolo.

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Help Fahim / Aiuto per Fahim. Appello da AFCECO

Abbiamo ricevuto da Mahbooba di AFCECO il messaggio seguente che chiede aiuto per Fahim che versa in condizioni critiche.

Aiuto per Fahim

Cari amici,
Scrivo questa lettera profondamente addolorata per la condizione di salute di un bambino del nostro orfanotrofio a Kabul che ora è in ospedale. Fahim è un ragazzo di 11 anni che vive nell’orfanotrofio di Sitara ha avuto un ictus cerebrale 10 giorni fa ed è stato in terapia intensiva per molti giorni. Ora, è uscito dalla terapia intensiva e mostra segni di ripresa, ma è ancora in condizioni molto critiche Ha un forte mal di testa e febbre alta.

L’ospedale dove è ricoverato non dispone di mezzi adeguati, anche per i più di 100 bambini che si trovano su piccoli letti nei corridoi dell’ospedale con quasi nessuna cura. Abbiamo deciso di portare domenica mattina Fahim in Pakistan per farlo curare meglio. Prevediamo che la spesa per le cure mediche in Pakistan saranno molto altre che ci potrebbe mettere in difficoltà ad affrontarle. Pertanto, cerchiamo il vostro aiuto per salvare la vita di questo bambino. Qualsiasi aiuto sarebbe molto apprezzato.

l padre di Fahim è stato ucciso dai talebani, prima che lui nascesse e sua madre vedova per guadagnarsi da vivere ha vissuto dei momenti difficili. La povera vedova è sopravvissuta in qualche modo poi ha ottenuto un lavoro in AFCECO. Khala Seema, la madre di Fahim ora è governante all’orfanotrofio di Sitara in realtà è una madre per gli 80 bambini in quel orfanotrofio. Fahim soffre anche di diabete e prende l’insulina costantemente, ha una sorella, Sara, che vive nell’orfanotrofio di Mehan.
Non esitate a scrivermi se volete sapere di più su Fahim e su come aiutarlo. Ecco alcune della visita che che ho fatto con i bambini a in ospedale.
Grazie in anticipo per il vostro aiuto
Mahbooba

Chi volesse aiutare AFCECO e Fahim può inviare una donazione sul conto del CISDA – COORDINAMENTO ITALIANO SOSTEGNO DONNE AFGHANE Onlus

presso la BANCA POPOLARE ETICA – Agenzia Via Melzo, 34 – Milano
IBAN: IT64U0501801600000000113666

inserndo come casuale “Aiuto per Fahim”

Afghanistan, la conta infinita dei voti e il futuro (incerto) dell’Isaf.

Reset – 31 luglio 2014, di Raffaella Angelino e Ilaria Romano.

Men of northern Afghanistan preparing to vote in 2004Aspettare un presidente, 8 milioni di schede al vaglio (Ilaria Romano).

In Afghanistan si continuano a passare in rassegna, una scheda dopo l’altra, i voti del ballottaggio del 14 giugno. Un’operazione complicata, che vede impegnati osservatori internazionali delle Nazioni Unite e le squadre dei due candidati alla presidenza, Abdullah Abdullah, ex ministro degli Esteri ed ex sfidante di Karzai che rinunciò al ballottaggio nel 2009, e Ashraf Ghani, ministro delle Finanze nel governo uscente e responsabile del processo di transizione che oggi preoccupa particolarmente.

Il 5 aprile Abdullah era quasi riuscito a passare al primo turno, e comunque con il suo 45% aveva staccato Ghani di tredici punti percentuali. Al secondo turno però la situazione è completamente cambiata e lo sfidante, stando ai risultati parziali secondo l’Afghanistan’s Independent Election Commission, ha ottenuto il 56,44%. Le accuse di brogli sono state immediate. Abdullah ha parlato di corruzione dei funzionari elettorali e ha accusato Ghani di aver vinto con almeno due milioni di schede false, e un’affluenza “sospetta” alle urne, più alta che al primo turno.

Così otto milioni di schede sono finite sotto indagine, a partire dal 17 luglio, giorno in cui sono cominciate le verifiche a seguito di un accordo raggiunto con la mediazione del segretario di stato Usa, John Kerry. Da allora sono state analizzate solo 22 mila schede, circa il 4,5% del totale. Numeri che rendono l’idea di quale sia la mole di lavoro ancora tutta da affrontare, soprattutto se per ogni singola preferenza espressa si può aprire un dibattito di legittimità fra le squadre di esperti delle due parti in causa, dato che nessuno ha stabilito preliminarmente dei criteri univoci per dichiarare valido o meno ogni voto.

Come ha raccontato il corrispondente del New York Times Mattew Rosenberg, la scritta Insh’allah accanto al nome del candidato ha aperto un dibattito sull’opportunità di dichiarare nullo quel voto. E tutto questo deve essere moltiplicato per otto milioni per avere un’idea di quali potranno essere i tempi di verifica, sempre che non si giunga ad un compromesso politico.
Se Abdullah riconoscesse la vittoria a Ghani potrebbe negoziare un ruolo nel nuovo esecutivo, e d’altra parte, in base a quanto definito con gli Stati Uniti, la soluzione dovrebbe essere un governo di coalizione che includa entrambe le parti. Già nel 2009 aveva chiesto un ballottaggio equo con Karzai, tacciando la Commissione elettorale di brogli al primo turno, e poi si era di fatto sfilato dalla competizione lasciando da solo il presidente uscente e riconfermandolo come l’unico eleggibile rimasto in lizza.
Nel frattempo resta in stallo anche il futuro della presenza internazionale nel paese. Karzai ha rifiutato di firmare un accordo con Washington per il “dopo 2014”, ma il suo successore potrebbe non avere ancora un nome quando ai primi di settembre i paesi Nato coinvolti in Isaf dovrebbero riunirsi per discutere la fine della missione.

Ad Ovest della missione: gli italiani di Isaf (Raffaella Angelino, Herat)

Lo stallo politico ha contribuito non poco alla difficile gestione della sicurezza all’interno del paese, proprio nel momento di massimo rischio di attacchi da parte della cosiddetta “insurgency”, ideologizzata e non. Il paese si trova in piena “fighting season”, il periodo estivo durante il quale si concentra l’azione offensiva, solo in parte fiaccata dal mese di ramadan (ramazan in Afghanistan). Nel settore Ovest del paese, in particolare, che a livello Isaf-Nato si trova sotto il comando militare italiano, gli episodi di violenza direttamente legati al processo elettorale sono stati abbastanza circoscritti e le forze di sicurezza afghane hanno avuto una maggiore capacità di controllo del territorio rispetto a quanto è accaduto (e accade) nelle zone più “calde”, a est e a sud del paese.

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Morale a livello più basso nel momento dell’inizio delle ‘celebrazioni’ dei giorni della EID (Eid-ul-fitr, festa per la fine del digiuno).

RAWANews – 29 luglio 2014, di Gulabuddin Sukhanwar – Khaama Press.

no eid for meQuest’anno, gli afghani stanno soffrendo più che mai, con meno opportunità di lavoro, e la paura per la propria incolumità a causa di attacchi quotidiani, kamikaze e conflitti continui.
Tradizionalmente, dopo un mese di digiuno conosciuto come il mese sacro del Ramadan, la comunità musulmana celebra i giorni della EID.

Normalmente i giorni della EID, sono dedicati alla visita ai familiari, parenti e amici per condividere la felicità e il perdono, dimenticando ogni tristezza e conflitti.

Per la preparazione della EID le persone si fanno nuovi vestiti per se e soprattutto per i loro figli, preparano cibi tradizionali della festività (frutta secca e fresca, ecc.).

Ma quest’anno, come lo scorso anno, come faranno gli afghani poveri a festeggiare?

Possiamo avere una vera festa data la nostra attuale situazione economica e politica?
Purtroppo, durante il mese di Ramadan, il prezzo dei generi alimentari, vestiti e di altre cose essenziali diventa costoso e rende la vita difficile per le persone che vivono sotto la soglia di povertà. Secondo il rapporto della Banca Mondiale per il 2013, il 36% della popolazione dell’Afghanistan si trova in questa situazione.

Quest’anno, gli afghani stanno soffrendo più che mai, con meno opportunità di lavoro, e la paura per la propria incolumità a causa di attacchi quotidiani, kamikaze e conflitti continui.
Durante le ultime settimane del Ramadan, il paese ha subito pesanti attacchi in diverse regioni uccidendo più di un centinaio di persone; gruppi di insorti hanno ucciso 14 civili, tra cui una coppia di sposi perché appartenevano all’etnia Hazara – sciita.

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I controlli doganali hanno consegnato milioni alla corruzione. Le radici della corruzione sono penetrate negli uffici governativi.

RAWANews – 19 luglio 2014, Shuaib Tanha Shukran e Hamed Kohistani, Gruppo Killid.

the us cant stop and wont stop blowing billions in afghanistan article body image 1396471080 150x150Un’indagine del Killid Group svela la presenza di un’incredibile corruzione nei controlli doganali delle province dell’ovest, con cifre che variano dal 30 all’80%. Sono stati sottratti milioni di dollari e un lavoro alla dogana viene venduto a un prezzo che varia dai 10.000 ai 100.000 dollari.

Mohammad Taher Anbari, il capo dell’anticorruzione nelle regioni dell’ovest, ha riferito che l’anno scorso 12 ufficiali doganali a Herat, Farah e Nimroz sono stati arrestati con l’accusa di intascare tangenti.

Quattro di questi, a Farah, sono stati presi con le mani nel sacco mentre accettavano oltre 2 milioni di afghani (l’equivalente di 34.700 dollari) pagati come tangente per 5 camion pieni di merce tassati solo per una cifra pari al 50% del dovuto. Anbari sostiene che gli ufficiali doganali corrotti intascano una cifra pari a quella che viene raccolta dalla frontiera e pensa che il quantitativo di denaro che viene passato sotto banco potrebbe arrivare a 40 milioni di afghani (694.000 dollari) al giorno. I funzionari dell’intelligence sostengono che la corruzione a Farah e a Nimroz è aumentata. Il generale Abdul Samad, ex capo del direttorato della sicurezza nazionale di Nimroz, calcola che, nelle due province, l’80% degli ufficiali doganali sia corrotto. Farah ha guadagnato la reputazione del dipartimento più corrotto di tutto l’ovest.
Secondo Samad, le radici della corruzione sono penetrate negli uffici governativi e giudiziari ma i funzionari dell’itelligence non sono riusciti a dimostrare le loro accuse.

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