Skip to main content

Autore: Anna Santarello

AFGHANISTAN: GLI ORFANOTROFI DI AFCECO CI CHIEDONO AIUTO!

APPELLO DEL CISDA – Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane – per gli  orfanotrofi di AFCECO

Come sapete il CISDA sostiene da anni AFCECO (Afghan child Education and Care Organization), una ong afghana che gestisce 11 orfanotrofi nel paese (5 a Kabul, 2 a Jalalabad, 2 a Herat e 2 in Pakistan, con un totale di 700 bambini). La crisi che sta colpendo le popolazioni dei paesi occidentali sta, di riflesso, colpendo anche loro, che nell’ultimo anno hanno subito una drastica riduzione di sostegni a distanza e aiuti.

I nostri amici di AFCECO hanno fatto appello a noi come a tutti i loro sostenitori in Europa e negli USA per aprire una campagna straordinaria di raccolta fondi (sotto forma di donazioni o di adozioni a distanza) che consenta loro di proseguire lo straordinario lavoro che hanno portato avanti in questi anni e di cui noi siamo state testimoni nei nostri viaggi in Afghanistan.
Riportiamo l’appello che ci hanno inviato, ma vi invitiamo anche a fare una visita al sito di AFCECO (www.afceco.org), perché a volte i volti ritratti parlano molto più di tante parole.

Continua a leggere

Alluvione devastante sconvolge l’Afghanistan, sono sette i morti e diversi i dispersi

Centro Meteo Italiano.it – 30.3.2014

Alluvione devastante in Afghanista sette i mortiUna terribile fase di maltempo si è abbattuta nel corso degli ultimi giorni sull’Afghanistan occidentale, a seguito della presenza di numerosi sistemi temporaleschi che hanno scatenato rovesci e grandinate davvero devastanti in alcune località.

In questo periodo capita sovente, nelle regioni asiatiche occidentali, di imbattersi in situazioni meteorologiche così avverse come capitato in questi ultimi giorni, perchè il contrasto tra le masse d’aria calde in risalita da sud e quelle fredde che ancora influenzano l’Emisfero Nord, danno luogo allo sviluppo di temporali a tratti anche particolarmente devastanti, che causano in più delle volte delle maxi alluvioni.

In particolare le forti piogge cadute nell’arco di 72 ore sull’Afghanistan occidentale hanno determinato una terribile alluvione lampo che ha colpito una vasta area del Paese, provoncando la morte di sette persone e causando almeno 17 feriti, di cui 4 in condizioni gravi. Le più colpite sono le contee di Tulakov, Shahrak e Lal-Wa-Sardzhangal, ove l’ingente presenza di acqua ha distrutto almeno 83 abitazioni e provocato la morte di 140 capi di bestiame.

Le autorità, nel corso dei prossimi giorni, provvederanno ad intervenire nelle aree più colpite per distribuire bevante, cibo e coperte alle persone sfollate.

I diritti delle donne in Afghanistan: povertà diffusa, oppressione e abusi

Global Research – 26 Marzo 2014 di Dana Visalli

mother newborn baby afghanistanL’Afghanistan è stato definito ‘il posto peggiore al mondo per essere una donna’ perché non solo la povertà è diffusa e la durata di vita è breve, ma mentre sono in vita molte donne vivono come servi della gleba.

Human Rights Watch ha dichiarato in un recente rapporto che la situazione delle donne in Afghanistan è ‘triste ovunque’, la violenza contro di loro è endemica e il governo non riesce a proteggere le donne da crimini come lo stupro e l’omicidio. (3) Il rapporto cita i casi in cui gli stupratori sono stati graziati dal governo, le ragazze e le donne sono state imprigionate per essere fuggite da casa, le vittime di stupro sono state accusate di adulterio e dove donne attive nella vita pubblica sono state uccise. Malalai Joya, una attivista per i diritti delle donne afghane, scrive che ‘La presenza americana in Afghanistan sta facendo nulla per proteggere le donne.

Il livello di auto-immolazione tra le donne non è mai stato alto come lo è ora. Non c’è giustizia per le donne.’ (4) Lei sostiene che la situazione generale delle donne è in qualche modo peggiorata durante l’occupazione statunitense degli ultimi 13 anni perché gli Stati Uniti hanno finanziato i mujaheddin fondamentalisti islamici durante la guerra con i russi e hanno permesso loro di controllare il governo afgano dopo la caduta dei talebani.

Phumzile Mlambo – Ngcuka , il direttore esecutivo di UN Women, dichiara che gli attacchi contro donne e le ragazze sono aumentati ad un ritmo spaventoso. Nel 2012, le vittime femminili sono aumentate del 20 per cento rispetto all’anno precedente, e poi del 61 per cento nel 2013. (5)

“When I was young I had not courage, but now I have courage.” Asra, a 12 year-old Afghan girl who lived in a refugee camp in Pakistan until she was 9

Afghanistan has been called ‘the worst place in the world to be a woman,’(1) because not only is the poverty pervasive and the lifespan short, but while they are alive many women live like serfs. Afghan students at the private school for girls where I work in Kabul recently produced a series of essays in which they describe the social norms for women in their country. One wrote, ‘A girl in my culture marries at eleven or twelve years of age. Some parents make their daughters marry when they are very young so they can get money for their daughter and the family can be rich. When a girl is married, she accepts her husband’s orders; she must never tell people if she is being treated badly.’ Another of the girls was more blunt: ‘When sisters sit together, they always praise their brothers; when brothers sit together, they sell their sisters to others.’(2)

Continua a leggere

Più di un milione di bambini afghani sono costretti al lavoro

PAN – 24 marzo 2014

Il Vice Ministro Wasil Mohmand, che ha preso parte a un seminario di formazione sulla creazione di consapevolezza circa le leggi sul lavoro, ha comunicato che attualmente 1,2 milioni di bambini si sostengono da soli a Kabul e in altre province.

Il Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali ha detto che i problemi economici hanno costretto più di un milione di bambini al lavoro minorile in tutto l’Afghanistan.

Il Vice Ministro Wasil Mohmand, che ha preso parte a un seminario di formazione sulla creazione di consapevolezza circa le leggi sul lavoro, ha comunicato che attualmente 1,2 milioni di bambini si sostengono da soli a Kabul e in altre province.

Una dichiarazione del ministero del Lavoro ha citato Mohmand dicendo che dare impiego ai bambini è contro il diritto del lavoro e gli insegnamenti islamici. Ha espresso preoccupazione per il crescente numero di bambini lavoratori.

A proposito del seminario di formazione, il vice ministro ha detto che l’evento di tre giorni avrebbe consentito ai partecipanti di conoscere le leggi e i principi del lavoro e il comportamento nei confronti dei dipendenti.

Il ministero ha detto che aveva già condotto una sessione di formazione sul tema a Kabul e la successiva sarebbe stata organizzata a Jalalabad, capitale della provincia orientale di Nangarhar.

Gli osservatori delle elezioni lasciano l’Afghanistan dopo l’attacco all’albergo di Kabul

theguardian.com – 23 MARZO 2014

664e7f89932dae261d19fd63c5fdf1f7 L copyDue missioni estere di osservazione elettorale e di supporto hanno ritirato lo staff dall’Afghanistan dopo un attacco dei talebani in un hotel di Kabul; decisione che potrebbe minare la fiducia nel risultato del voto del mese prossimo.
Giovedi ‘ i talebani hanno attaccato il fortificato hotel Serena  nel centro di Kabul, dove la maggior parte degli osservatori stranieri alloggiavano. Un osservatore del National Democratic Institute (NDI), Luis Maria Duarte, è stato tra le nove persone uccise e molti dei suoi colleghi erano nell’edificio al momento dell’attentato.

[…] Il National Democratic Institute (NDI), ha detto di aver ritirato i suoi osservatori dal paese, mentre un alto diplomatico europeo ha detto che gli osservatori dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) sono stati ritirati e inviati in Turchia. La Missione di monitoraggio internazionale dell’Unione europea è l’unica grande a restare in Afghanistan.

[…] L’OSCE ha dichiarato che stava valutando l’annullamento della sua missione di sostegno alle elezioni, nonostante alcune fonti dicono che il personale straniero era già partito per la Turchia. “I nostri esperti di sicurezza stanno valutando la situazione della sicurezza a Kabul per il nostro team che era al Serena la notte dell’attacco”, ha detto un portavoce , Thomas Rymer .
[…] L’Ue ha detto che i suoi piani per la sua missione di monitoraggio non sono cambiati. Tuttavia, molti collaboratori dello staff sono stati portati fuori dal paese dopo l’attacco secondo un osservatore sullo stesso volo.

Election monitors leave Afghanistan after Kabul hotel attack

Two foreign observer and missions pull staff out of Afghanistan less than two weeks before presidential election

Two foreign election observer and support missions have pulled staff out of Afghanistan after a Taliban attack on a hotel in Kabul, in a move that could undermine confidence in the outcome of next month’s vote.

The presidential election on 5 April could mark the country’s first democratic transfer of power. Many fear a repeat of the widespread fraud that discredited the poll in 2009 when about 20% of votes were thrown out.

Continua a leggere

Roshan Thomas, canadese uccisa in Afghanistan.

Roshan Thomas, un medico di Vancouver che ha aperto una scuola a Kabul, è stata identificata come uno dei due canadesi uccisi in un attacco in un albergo in Afghanistan.

The Huffington Post – B.C – 21/03/2014

o ROSHAN THOMAS 570Roshan Thomas Dead: Canadian Killed In Afghanistan.
Roshan Thomas, a Vancouver doctor who started a school in Kabul, has been identified as one of the two Canadians killed in a hotel attack in Afghanistan.

“She felt it was important to educate both girls and boys because without that balance of educated children becoming educated adults, you wouldn’t have a society that could progress and develop equally,” her son, Karim Thomas, said from Vancouver.
Senator Mobina Jaffer, who represents British Columbia, broke the sad news of her friend’s death on Twitter on Friday morning. “In true Canadian spirit, (she) worked hard especially for education of Afghan girls,” Jaffer wrote.
Thomas — who had three adult children — was going to be a grandmother for the first time, the senator added.
“She was one of the most unselfish people I know,” Jaffer told The Canadian Press. “I had just seen her a few weeks ago, she was doing such good work.”

Thomas, an optometrist, and her husband, Rashim, an ophthalmologist, provided eye care and surgery in refugee camps in Karachi. That’s where they formed a bond with the Afghan community, said The Ismaili, which describes itself as the official website of the Ismaili Muslim community.
“We realised there was something remarkable about a community that shared so generously with us, even though they had survived decades of horror,” Thomas told the site in 2011.

The couple followed the community back to Afghanistan in 2003 when they opened an independent school, called the Sparks Academy, in Kabul.

Continua a leggere

Spose bambine in Afghanistan: l’unica salvezza è la morte.

Eticamente – 20 marzo 2014

spose bambineIn Afghnanistan le bambine di anche soli 9 anni sono promesse in sposa a parenti. L’unico gesto che può invalidare il patto matrimoniale è la morte. E così molte ragazze preferiscono morire piuttosto che restare mogli-prigioniere.

Alcune tentano la fuga ma il prezzo da pagare se prese è nei migliori dei casi il carcere o, nella situazione peggiore, la morte.
Nel 2009 è entrata in vigore la legge sull’Eliminazione della violenza contro le donne: questa legge vieta i matrimoni forzati in Afghanistan ma ciò non ha cambiato molto le cose.

Si legge sul Corriere.it riguardo la situazione drammatica delle bambine in Afghanistan: “ogni 10 milioni di bambine nel mondo sono costrette a sposarsi, una ogni tre secondi; mentre 150 milioni di bambine sotto i 18 anni sono vittime di stupro o altre forme di violenza sessuale”.

Come si fa a dare voce a queste donne, ragazze, bambine così ingiustamente trattate? Dove sono i loro diritti?
L’unica loro salvezza, spesso, è la morte: è una situazione inaccettabile. Il mondo non può rimanere passivo di fronte a tanta ingiustizia.
Fonte: Corriere.it

Damages of heavy storm in Hamoon Health center [Una forte tempesta danneggia l’Hamoon Health center]

7 hamoon centerDopo la bella notizia dei giorni scorsi della consegna dell’ambulanza all’Hamoon Health center di Farah, purtroppo riceviamo questa notizia da Latifa direttrice di Opawc.

Dear Friends and supporters,
Hope you are doing well.
I have just received a call from Farah province where Hamoon Health Center is located that there has been a heavy storm which led to the broken of the solar system [the system which provided electricity toclinic].
This sad report comes just after a happy event a week ago in the clinic where we together inaugurated an ambulance.
Sorry to tell you this bad report but as supporters we have to share all incidents with you.
We don’t know how to rebuild this system?
Best Regards Latifa

Cari amici e sostenitori,
Spero che stiate bene.
Ho appena ricevuto una chiamata da provincia di Farah, dove si trova l’Hamoon Health Center, c’è stata forte tempesta che ha rotto il sistema a energia solare [il sistema che fornisce energia elettrica alla clinica].
Questa triste notizia arriva subito dopo un evento felice di una una settimana fa quando abbiamo inaugurato insieme un’ambulanza.
Mi dispiace darvi questa cattiva notizia, ma come nostri sostenitori dobbiamo condividere tutti gli incidenti con voi.
Non sappiamo come ricostruire questo sistema?
Cordiali saluti Latifa

Trad. a cura di Cisda

L’Afghanistan può essere sanzionato dal mondo per pedofilia di stato.

RAWA News – 19 marzo 2014 – Catholic Online, March 19, 2014

Almeno il 60 per cento delle donne sono sposate da bambine.

LOS ANGELES, CA (Online cattolica) – Un nuovo rapporto sui diritti umani in Afghanistan, pubblicato dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti rivela che le ragazze di appena sei anni possono essere “sposate” o promesse spose e sono le vittime di frequenti abusi sessuali da uomini anziani, a volte all’interno delle loro stesse famiglie.
Anche se i talebani hanno reputazione di conservatorismo religioso, non fanno nulla per proteggere le donne e le bambine dalle abusi sessuali degli uomini. Le donne e le ragazze sono comunemente vittime e quelle che denunciano la situazione sono suscettibili di essere incolpate loro stesse, indipendentemente dalle differenze di età.

Legge afgana dice che le ragazze prima di 16 anni non possano sposarsi e ragazzi prima dei 18 anni. Tali leggi sono raramente rispettate e circa il 60 per cento delle ragazze sono costrette a sposarsi prima dei 16 anni. Poiché la maggior parte dei matrimoni in Afghanistan non sono registrati e poche persone hanno i certificati di nascita, è praticamente impossibile per il governo di far rispettare la legge.

Altre leggi afghane destinate a proteggere le donne dagli abusi hanno poca applicazione.

Continua a leggere

Sotto la luce dell’Afghanistan

Camera con vista – Il BLOG di GAETANO VALLINI

NUR bulaj01328429Due anni di viaggio solitario raccolti in un libro da Monica Bulaj

Tra mille pericoli armata solo di un taccuino e di una macchina fotografica per raccontare quello che non si vede in televisione

S’intitola Nur, luce, il volume che la scrittrice, documentarista e fotografa Monika Bulaj — polacca d’origine ma italiana d’adozione — dedica all’Afghanistan come contrappunto al buio di un Paese oscurato da un conflitto infinito. Perché è di un’altra realtà che vuole parlare, ovvero dell’Afghanistan nascosto, quello che non si vede in televisione. L’intento dell’autrice è di far luce sui luoghi che stanno dietro la tragica cortina di fuoco e di sangue. E lo fa attraverso il racconto scritto e ancor più con le immagini, foto in cui la guerra non si vede direttamente, ma se ne coglie il riflesso da un filo di fumo all’orizzonte, o dalle profonde cicatrici che solcano visi e arti permanentemente offesi.

Nur. La luce nascosta dell’Afghanistan (Milano, 2013, Mondadori Electa, pagine 255, euro 39) è il resoconto di un viaggio solitario durato due anni, dal 2009 al 2010, effettuato a bordo di bus, taxi, cavalli, camion, a dorso di yak, dividendo con gli afghani cibo, sonno, fatica, fame, freddo, sorrisi e paura.

Armata solo di un taccuino e di una macchina fotografica, una Leica — oggetti discreti, adatti a favorire l’intimità di un incontro, di una confidenza – Bulaj è andata da Balkh a Panjshir, da Samanghan a Herat, da Kabul a Jalalabad, da Badakshan a Pamir Khord, fino a Khost wa Firing: un percorso lungo e pericoloso, dal confine iraniano a quello cinese sulle nevi del Wakhan, con il rischio continuo di imbattersi in banditi, seguendo la complessa geografia della sicurezza ormai tristemente nota a tutti gli afghani.

«Il burqa da solo non basta per attraversare le gole di Nahrin, infestate dai banditi», racconta l’autrice riferendo delle difficoltà incontrate, ma anche dando conto dell’aiuto ricevuto. Ci vuole altro, le dicono: «Portamento, gesti, andatura». E regole: «Tacere, chinare il capo, intrecciare le falde del mantello, rimpicciolirsi, pietrificarsi». A Nahrin, come in altre circostanze, è stata fortunata, riuscendo a passare indenne. E a documentare così un Paese ai più sconosciuto. «Rifiutando di viaggiare con un’unità militare (embedded), protetta da un elmetto in kevlar, ho ritrovato – sottolinea Bulaj – un mondo che dalla Maillart a Bouvier gli europei amarono e che ora, dopo dieci anni di presenza militare, abbiamo rinunciato a conoscere. La culla del sufismo e di un islam tollerante che, lì come in Bosnia, l’Occidente si ostina a ignorare. Un mondo odiato dai Taliban e minacciato dal nostro schema dello scontro bipolare.

Continua a leggere