Basta favole sull’Afghanistan
Gianni Cipriani, 30.3.2012 – Globalist.it
Il generale Abrate, parla dei nostri militari morti e dice che si stanno compiendo i primi passi verso lo sviluppo. Primi passi? Ma se siamo lì dal 2001…
Scritto da Anna Santarello il . Pubblicato in Notizie 2012. Nessun commento su Basta favole sull’Afghanistan
Gianni Cipriani, 30.3.2012 – Globalist.it
Il generale Abrate, parla dei nostri militari morti e dice che si stanno compiendo i primi passi verso lo sviluppo. Primi passi? Ma se siamo lì dal 2001…
Scritto da Anna Santarello il . Pubblicato in Notizie 2012. Nessun commento su Centinaia di donne e ragazze in prigione per “crimini morali” La denuncia di Human Rights Watch
Scritto da Anna Santarello il . Pubblicato in Notizie 2012. Nessun commento su Le donne DI KABUL
GIULIANA SGRENA da KABUL, 29.3.2012 Il Manifesto
Scritto da Anna Santarello il . Pubblicato in Notizie 2012. Nessun commento su «Stati uniti e Inghilterra non si ritireranno mai E sono conniventi con il traffico della droga» AFGHANISTAN/ LA DENUNCIA DEL GIORNALISTA TELEVISIVO NASIR FAYAZ
Scritto da Anna Santarello il . Pubblicato in Notizie 2012. Nessun commento su Good morning Kabul
Giuliana Sgrena – domenica 25 marzo 2012
Scritto da Anna Santarello il . Pubblicato in Notizie 2012. Nessun commento su I massacri di civili nelle guerre moderne
Il massacro di Kandahar
di Jon Lee Anderson, The New Yorker
Le notizie che arrivano dall’Afghanistan mostrano sempre più come gli Stati Uniti e i loro alleati non solo non sono benvenuti in quel paese, ma che non fanno altro che danno. Anche se i dettagli del massacro non sono ancora stati chiariti, è accertato che sia stato un soldato americano quello che domenica mattina ha ucciso a sangue freddo 16 civili afgani a Kandahar, nella provincia di Panjway. Si tratta solo dell’ultimo caso di una lunga lista, che fa capire come alcuni soldati americani disprezzino, odino e non rispettino la gente che li sta ospitando. […]
Due settimane fa c’è stato l’episodio di testi sacri e copie del Corano bruciati in una base americana, fatto che ha scatenato violente proteste in tutto il paese e ha causato la morte di almeno una trentina di persone, inclusi sei soldati americani. In gennaio è stato pubblicato un video registrato da soldati americani, che mostrava quattro marines che urinavano su corpi di sospetti talebani da loro stessi uccisi. Nel 2010 nella provincia di Maiwand, nel sud dell’Afghanistan, non lontano dal distretto del Panjwai, un gruppo di soldati americani praticava lo “sport killing” di civili afghani (lo sport di uccidere civili), arrivando persino a fotografarsi in posa con le loro vittime e a prendere parti dei loro corpi come trofei.
Purtroppo questi incidenti non sono rari fra i soldati americani: ci sono stati anche in Iraq, come dimostrano le ignominie di Abu Ghraib, il massacro di Haditha e altri migliaia di casi, a volte nemmeno mai emersi, nei quali i soldati hanno umiliato, abusato o ucciso civili iracheni. Questi comportamenti non hanno niente a che fare con una supposta legittima difesa: sono dovuti all’odio e alla paura. […]
Scritto da Anna Santarello il . Pubblicato in Notizie 2012. Nessun commento su Come si chiamavano le 16 persone massacrate in Afghanistan?
Dean Obeidallah, Huffpost World
Tutti sanno il nome del sergente Robert Bales – il soldato USA accusato di avere ucciso sedici civili in Afghanistan. Sappiamo che ha 38 anni e che è sposato con due figli. L’abbiamo sentito descrivere come persona “spensierata” e come giocatore di football quando era alle superiori, che aveva anche fatto volontariato con bambini disabili.
Sappiamo che si è arruolato poco dopo l’11 settembre e che è stato ferito in Iraq mentre prestava serivizio in quella guerra: precisamente, sappiamo che ha perso una parte del piede. Stranamente, non sappiamo che religione professi, ma possiamo tranquillamente assumere che non sia musulmano, altrimenti questa sarebbe stata una notizia da titoli di giornali.
Abbiamo perfino sentito numerosi suoi commilitoni e amici d’infanzia, come Marc Edwards, ex giocatore dei NFL che una volta ha giocato nella squadra di New England Patriots, dire che l’attacco omicida di cui Bales è accusato è del tutto inspiegabile per il carattere dell’uomo che loro conoscevano.
I media ci hanno fornito un ritratto molto dettagliato di Robert Bales. Ma c’è qualcuno che ha mai sentito il nome di una delle 16 persone che egli è accusato di avere ucciso?
Scritto da Anna Santarello il . Pubblicato in Notizie 2012. Nessun commento su RAWA celebra la Giornata internazionale della donna
La presenza di donne nei più alti posti governativi non ha nessuna importanza se queste donne non hanno il coraggio di difendere le più sfortunate donne afgane
14 marzo 2012
La Revolutionary Association of the Women of Afghanistan (RAWA) ha celebrato la Giornata internazionale della donna con una cerimonia tenuta nella provincia di Nangarhar, alla quale hanno partecipato circa un centinaio di donne e ragazze. Dopo un’introduzione con recita di poesie e canzoni, una donna di nome Sharifa ha ricordato brevemente la storia dell’8 marzo e la sua importanza per le donne in Afghanistan.
Quindi, un’altra attivista, Azita, ha letto il seguente discorso che chiarisce la posizione politica di RAWA e descrive la condizione delle donne sotto l’invasione USA:
“Il mondo intero fu scosso [dopo l’11 settembre 2001, N.d.T.] e il nostro paese fu occupato con la scusa di liberare le donne afgane, ma oggi le terribili sofferenze delle donne non solo non sono diminuite, ma anzi l’oppressione delle fasce più deboli della società è aumentata. Il governo di Karzai, ultra corrotto e mafioso, e la cosiddetta comunità internazionale hanno ingannato le donne afgane e usato le loro sofferenze per la loro propaganda, buttando sabbia negli occhi del mondo. Le poche donne che fanno parte del governo Karzai hanno legami con i signori della guerra: Sima Samar, Fawzia Koofi, Nosheen Arbabzada, Shukria Barikzai, Azita Rifat, Palwasha Kakar, Manizha Bakhtari, Wazhma Forough e altre ancora sono usate come simboli della libertà delle donne nel nostro paese.
Il governo afgano e i media occidentali fanno passare la presenza di 68 donne in parlamento come un grande risultato, come se le donne avessero raggiunto il pieno rispetto dei loro diritti. Ma quasi tutte queste donne sono esse stesse tra i peggiori nemici dei diritti delle donne e della democrazia e sono come burattini nelle mani di signori della guerra. La presenza di donne nei più alti posti di governo non è rilevante, se queste donne non hanno il coraggio di difendere le sfortunate donne afgane. Quando parlano ai media delle sofferenze delle donne, molte di queste parlamentari usano toni che paiono scelti per non dare fastidio ai jehadi e i capi del governo.
Scritto da Anna Santarello il . Pubblicato in Notizie 2012. Nessun commento su Comunicato di RAWA per l’8 marzo
La libertà delle donne afghane dalla morsa del fondamentalismo, dell’occupazione e del patriarcato è possibile solo attraverso la loro stessa lotta!
Comunicato di RAWA nella Giornata Internazionale della Donna.
Le donne afghane hanno trascorso un altro anno sotto il dominio delle forze di occupazione, del governo mafioso legato alla Jihad e sotto il terrore dei Talebani. Il risultato di tutto ciò è stato l’aumento della povertà, l’ulteriore mancanza di case e fisse dimore, gli sfollati interni, la perdita dei propri cari, la violenza domestica, gli stupri, l’auto-immolazione, l’incremento della mortalità materna e infantile e migliaia di altre sofferenze.
Secondo le statistiche fornite dalle Nazioni Unite, lo scorso anno sono stati registrati circa 5.000 casi di violenza sulle donne, ma il numero reale è molto più elevato. Gli ultimi 10 anni di occupazione USA e NATO sono stati un vero inferno per le donne e le ragazze, che hanno subito violenze di tutti i tipi, inclusi stupri di gruppo. Uno studio condotto dall’Unione Europea afferma che ci sono decine di donne in carcere vittime di stupri, imprigionate perché considerate “criminali”. Spesso i violentatori sono alti funzionari governativi o persone a loro legate e il corrotto sistema giudiziario afghano non è in grado di perseguirli.
La relazione del 2011 dello Stato delle Madri nel Mondo riporta che in Afghanistan 50 donne muoiono ogni giorno di parto, ma tutto ciò non ha la minima importanza per i membri traditori del governo afghano, per i ministri e il ministero degli affari femminili, pezzi “decorativi” in parlamento. Non è importante nemmeno per le ONG né per gli Stati Uniti e i paesi occidentali, che hanno occupato l’Afghanistan con il pretesto di liberare le donne.
Gli Stati Uniti e i loro alleati hanno invaso l’Afghanistan dieci anni fa con la scusa di sradicare il terrorismo, Al Qaeda e i Talebani. Secondo i dati raccolti dal Prof. Marc Herold, gli Stati Uniti si sono vendicati sulla popolazione afghana bombardando e uccidendo nei primi mesi di occupazione circa lo stesso numero di civili uccisi durante gli attacchi dell’11 settembre a New York. Sicuramente, gran parte della nostra gente voleva l’eliminazione del barbaro e criminale regime talebano, ma non a costo di perdere la propria indipendenza. Pochi giorni dopo l’inizio dell’invasione statunitense, RAWA ha dichiarato in un appello: “Ciò che il nostro popolo sta affrontando ora è il risultato di quanto commesso dai Talebani e da Al Qaeda, ma la nostra gente non ha colpa e non ha contribuito alla loro crescita e al loro radicamento. La popolazione afghana desidera un governo basato su valori democratici. Di conseguenza, i nostri compatrioti devono lottare per sconfiggere i Talebani e i loro Osama…”. La richiesta che RAWA fece insieme al popolo afghano era che il dominio talebano venisse abbattuto dall’insurrezione e dalla lotta del popolo afghano e non attraverso l’invasione di aggressori stranieri.
Il governo USA e la NATO, che intendevano invadere l’Afghanistan e rimanervi per i loro scopi militari, economici e strategici, hanno solo usato i problemi e le sofferenze delle nostre donne e hanno giocato con i Talebani per tutti questi dieci anni. All’inizio li hanno divisi fra Talebani “moderati” e Talebani “estremisti” e ora si sono spinti molto oltre, al punto che Joe Biden, vice presidente degli Stati Uniti, ha dichiarato che “i Talebani non sono nostri nemici”! Questo è vero: i Talebani sono stati pianificati dagli Stati Uniti e cresciuti dall’ISI [i servizi segreti pakistani, N.d.T.] e non potranno mai essere loro nemici. In realtà sono nemici del nostro popolo, della libertà, delle donne, della democrazia e della giustizia.
Scritto da Anna Santarello il . Pubblicato in Notizie 2012. Nessun commento su Il killer non così solitario
Tariq Ali 12 Marzo 2012
Da: RLB Blog
Nella maggior parte delle guerre coloniali la gente viene arrestata, torturata e uccisa. Non si considera necessaria nemmeno una facciata di legalità. Il ‘solitario’ killer americano che ha macellato degli innocenti in Afghanistan nelle prime ore di domenica mattina 11 marzo, non era assolutamente un caso eccezionale. Non si tratta dell’azione di un maniaco squilibrato che uccide studenti in una città americana. Il killer ‘solitario’ è un sergente dell’esercito americano. Non è il primo e non sarà l’ultimo ad uccidere in questo modo.
I francesi fecero lo stesso in Algeria, i belgi nel Congo, gli inglesi in Kenya e Aden, gli italiani in Libia, i tedeschi nel sud est dell’Africa, i Boeri nel Sud Africa, gli israeliani in Palestina, gli americani in Corea, Vietnam e America centrale; e i loro sostituti si sono comportati nello stesso modo contro la propria popolazione in tutto il sud America e in parte dell’Asia.
L’occupazione russa dell’Afghanistan è stata testimone di altri ‘pistoleri solitari’, che si comportavano allo stesso modo ma, più raffinati rispetto a molti loro colleghi americani, dopo il loro ritiro avrebbero riportato il come e il perché in diari angosciati. “Afgantsy” di Rodric Braithwaite cita capitoli e versi.