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Autore: Anna Santarello

Nuove regole per le conduttrici TV in Afghanistan

(AGI) – Kabul, 15 febbraio

Velo obbligatorio e meno trucco: il ministero dell’Informazione e della Cultura afghano ha diramato nuove regole per le presentatrici tv, giudicate troppo appariscenti e occidentali. “A tutti i network tv e’ richiesto di impedire alle conduttrici di apparire sullo schermo senza velo e con un make-up eccessivo”, ha fatto sapere il ministero di Kabul, aggiungendo che le anchorwomen sono tenute “al rispetto dei valori islamici e afghani”.

La stretta in stile talebano è stata sollecitata dal Consiglio degli Ulema, il massimo organo religioso del Paese, esasperati dallo stile più disinvolto dei nuovi media afghani, specie quelli privati, nati dopo la fine del regime degli ex studenti coranici (durante il quale i media erano praticamente inesistenti). Nel mirino degli Ulema era già finito un popolarissimo reality show, Afghan Star, in onda su Tolo Tv.

Il programma, in cui alcuni dilettanti si sfidano in gare canore, aveva raccolto uno share del 90 per cento ma, secondo i saggi islamici del Paese, incoraggiava l’immoralità e violava la sharia. Eppure tutte le donne che vi avevano preso parte erano rigorosamente velate, tranne una concorrente a cui il velo era scivolato, facendo intravedere una ciocca di capelli: imprevisto che le era costato l’eliminazione immediata.

(AGI)

Isaf ammette uccisione 8 giovani in attacco aereo

KABUL (Reuters) – Reuters Italia – 15 febbraio 2012

Le forze a guida Nato impegnate in Afghanistan hanno ammesso oggi di aver ucciso otto giovani afghani in un attacco aereo avvenuto la settimana scorsa nella provincia orientale di Kapisa e che ha provocato la rabbia del governo afghano.

“Otto giovani afghani hanno perso la vita in seguito a un attacco aereo delle forze della coalizione”, ha detto ai reporter il generale Lewis Boone, direttore delle comunicazioni dell’Isaf, la Forza internazionale di assistenza per la sicurezza. Secondo Boone, le vittime portavano armi e camminavano in modo minaccioso, provocando la richiesta di intervento aereo da parte delle forze Isaf in zona. “Il velivolo ha gettato due bombe sul gruppo che credevamo costituisse una minaccia imminente per la nostra gente… alla fine, otto giovani afghani hanno perso la vita in questo triste episodio”.

Il presidente afghano Hamid Karzai, appoggiato dalle potenze occidentali ma che vede il proproprio sostegno indebolito dalla morte di civili, ha ripetutamente invitato le forze Nato a smettere di uccidere abitanti di villaggi.

Nei giorni scorsi rappresentanti del governo afghano hanno mostrato macabre foto di otto ragazzi morti, sette dei quali avevano tra i 14 e i 18 anni. Secondo le autorità afghane, i ragazzi sarebbero stati bombardati mentre pascolavano pecore tra la neve e avevano acceso un fuoco per tenersi al caldo.

Un recente rapporto delle Nazioni Unite dice che il numero di civili uccisi e feriti nella guerra è aumentato per il quinto anno consecutivo. Molti dei decessi sono dovuti agli attacchi degli insorti, ma le vittime di azioni Nato sono aumentate del 9%.

(Daniel Magnowski e Hamid Shalizi)

RAWA commemora il 25° anniversario del martirio di Meena, la sua fondatrice

Da: RAWA.org

Meena 1 300x200Piangiamo ancora la perdita della nostra grande leader e fondatrice. La sua breve vita è fonte d’ispirazione per noi e per tutte le donne del mondo che lottano per la libertà.

Il 6 febbraio 2012 l’Associazione Rivoluzionaria delle Donne Afghane (RAWA) ha commemorato a Kabul il 25° anniversario del martirio della sua fondatrice Meena. A causa di una fitta nevicata che ha bloccato le strade, la funzione è stata ritardata. Più di cento donne e ragazze hanno partecipato alla celebrazione, iniziata al mattino e conclusasi nel pomeriggio. La sala era decorata con fotografie di Meena e striscioni che giuravano di continuare il suo glorioso cammino e incoraggiavano le donne ad andare avanti a lottare per un Afghanistan migliore.

Meena fondò RAWA nel 1977 a Kabul insieme ad un gruppo di giovani progressiste. Nonostante le difficoltà e gli ostacoli apparentemente insormontabili, riuscì a far crescere l’associazione coinvolgendo centinaia di donne e diede avvio a molti progetti sociali a loro favore. Durante alcuni viaggi all’estero, riuscì anche a richiamare l’attenzione internazionale sulla difficile situazione del suo paese. Meena venne assassinata il 4 febbraio 1987 a Quetta, in Pakistan, a soli 30 anni. Khad e i suoi compagni fondamentalisti avevano pianificato il complotto, poiché Meena era diventata ormai una grande minaccia per loro, e uccisero anche due suoi compagni di lotta.

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Morire sotto contratto in Afghanistan

11 febbraio 2012
Rod Nordland, “The New York Times” (con il contributo di Taimoor Shah da Kandahar)- Traduzione a cura del CISDA, con tagli.

contractors popup 150x150Anche morire viene esternalizzato, qui. Nella guerra afgana anche i lavori per l’esercito – dalla cucina del rancio ai turni di guardia fuori della basi agli conduzione dei mezzi di trasporto – sono sempre più trasferiti al settore privato. E poi ci sono le guardie del corpo private, che hanno molti generali americani e diplomatici.
Ma insieme ai rischi sono arrivate le conseguenze: per la prima volta dall’inizio della guerra, l’anno scorso sono morti in Afghanistan più lavoratori privati sotto contratto che soldati americani.
Le agenzie americane che fanno lavorare sotto contratto per l’esercito non hanno alcun obbligo di riferire pubblicamente la morte dei loro operatori e spesso non lo fanno. Mentre l’esercito rende pubblici i nomi di tutti i soldati morti in missione, le agenzie private passano la notizia spesso solo alle famiglie.
Per la maggior parte, gli operatori sotto contratto muoiono senza che la loro morte venga resa pubblica e senza che se ne tenga il conto; e, in alcuni casi, le loro famiglie non hanno alcun risarcimento. “Continuando a esternalizzare i lavori ad alto rischio prima svolti dai soldati, l’esercito, in effetti, sta privatizzando l’estremo sacrificio della vita” dice Steven L. Schooner, professore di diritto alla George Washington University, che ha studiato il problema delle morti di civili.

Non solo privati armati
L’anno scorso sono state riferite le morti di almeno 430 lavoratori privati americani  in Afghanistan: 386 lavoravano per il Dipertimento della Difesa, 43 per l’Agenzia americana per lo sviluppo internazionale (United States Agency for International Development) e uno per il Dipartimento di Stato, secondo i dati forniti dall’Ambasciata americana di Kabul e resi pubblici in parte dal Dipartimento del Lavoro americano. […] Gli esperti che hanno studiato il fenomeno ammoniscono che poiché molti individui sotto contratto non adempiono anche ai minimi obblighi di registrazione, il numero reale delle loro morti può essere molto più alto. […]

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NEWSLETTER DI FEBBRAIO DA AFCECO

Kabul, febbraio 2012
Report, foto e filmati inviateci da Afceco, l’associazione che gestisce le case famiglia in Afghanistan, si parla anche dell’Italia e dei ragazzi del progetto Aquilone.
image005 300x201Cari amici di Afceco,
Questo anno l´inverno a Kabul è stato particolarmente freddo e innevato, tuttavia non sono mancate nuove entusiasmanti storie cariche di speranza per il futuro.
I bambini rimasti negli orfanotrofi di Kabul continuano le lezioni presso la nostra scuola per approfondire le principali materie scolastiche mentre gli studenti del´ultimo anno si preparano al meglio per l´ammissione al college, prevista per la fine del mese. La scorsa settimana, per aiutare i nostri bambini ad affrontare al meglio questo freddo inverno abbiamo organizzato presso l´orfanotrofio Mehan una festa con piatti a base di pesce e una battaglia a palle di neve. Durante l´eroica battaglia entrambe le squadre si sono divertite a lanciare palle di neve cercando di non farsi colpire dalla squadra avversaria mentre il pranzo a base di pesce è stato un successo che verrà a lungo ricordato. Grazie alla collaborazione del´Afghanistan National Institute of Music abbiamo organizzato inoltre diversi concerti presso la nostra scuola in occasione dei quali si sono esibiti musicisti e cantanti provenienti da tutto il mondo. Al momento tutti gli altri bambini di Afceco continuano a frequentare regolarmente le lezioni scolastiche a Jalalabad e in Pakistan.
Iscriviti alla nostra pagina Facebook per vedere le foto: www.facebook.com/afcecochildren
image006 300x200I dodici bambini ospiti in Italia sono impegnati in un ricco programma di scambi culturali a Milano, accompagnati dalla nostra neo laureata Manizha (che già lo scorso anno aveva partecipato al tour negli Stati Uniti in veste di accompagnatrice). Il programma offre ai bambini di Afceco la possibilità di partecipare ad un gran numero di attività didattiche, musicali e artistiche e di esibirsi in piccole recite durante gli eventi organizzati.
Siamo davvero molto grati ai nostri amici italiani per aver reso possibile questo soggiorno rinnovando la loro partecipazione e sostegno.
Ecco alcuni video delle attività organizzate in Italia

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Eldorado Afghanistan per Finmeccanica

Antonio Mazzeo, messinawebtv, 9 febbraio 2012
Il Ministero della difesa ha scelto alcune società del gruppo Finmeccanica per potenziare il livello di protezione delle basi operative e di supporto dei militari italiani in Afghanistan.
Il contratto, per un valore poco inferiore ai cento milioni di euro, prevede la fornitura di apparecchiature di sorveglianza che includono i radar uomo-trasportabile “Lyra 10” prodotti da Selex Sistemi Integrati (già acquistati dalla Guardia costiera italiana per la vigilanza a corto raggio dei mari anche in funzione anti-migranti) e diversi sensori elettro-ottici ed acustici di Selex Galileo per la localizzazione delle sorgenti di fuoco.
 
Le aziende di Finmeccanica garantiranno pure l’installazione di telecamere, posti comando e di guardia per la gestione dei sistemi di sorveglianza di aeroporti e basi e “sistemi robotizzati in versione da combattimento” di Oto Melara. Responsabile del trasporto, installazione, integrazione e gestione di tutti i sistemi sarà Selex Sistemi Integrati. All’azienda di elettronica militare sarà anche affidato il potenziamento del sistema di comando e controllo SIACCON2 dell’Esercito italiano e “dell’infrastruttura connettiva attualmente utilizzata in Afghanistan per ottenere una maggiore efficacia ed interoperabilità”.
 
A riprova che il sanguinoso conflitto afgano è sempre più un buon affare per il complesso militare industriale italiano, a fine gennaio è giunta la notizia che US Air Force ha aggiudicato un contratto di 12 milioni di dollari a DRS Defense Solutions (gruppo DRS Technologies Inc.), società Finmeccanica con sede in Maryland, per l’installazione del sistema Improved Altitude Hold and Hover Stabilization a bordo degli elicotteri Sikorsky HH-60G “Pave Hawk” utilizzati particolarmente in Afghanistan e Iraq. Drs Defense Solutions fornirà anche l’integrazione delle piattaforme, i programmi di sviluppo dei dati tecnici, i pezzi di ricambio e l’assistenza per la flotta di elicotteri. “Gran parte delle perdite dei Sikorsky HH-60G in Iraq ed in Afghanistan possono essere attribuite a problemi legati alle condizioni atmosferiche come le tempeste di sabbia e ai rischi di quando si vola su terreni sconosciuti”, ha commentato il presidente di DRS, Logen Thiran. “La nostra tecnologia di stabilizzazione IAHHS avrà un ruolo fondamentale nel garantire la sicurezza delle persone dentro ed intorno all’aeromobile quando operano in queste condizioni sfavorevoli. Apporteremo miglioramenti che consentiranno agli elicotteri una maggiore capacità di librarsi in volo e di navigazione e migliori sistemi di discesa ed atterraggio automatico”.

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Italia, Camera approva rifinanziamento missioni militari

Enrico Piovesana, E-il mensile ,1 febb. 2012

camera350 300x200La Camera dei deputati ha approvato questa mattina, con 415 voti favorevoli, il decreto di rifinanziamento annuale delle missioni militari internazionali, compresa la missione di guerra in Afghanistan (solo per quest’ultima 780 milioni, più di 2 milioni di euro al giorno).
I voti contrari sono stati 72: tutti i deputati presenti dell’Italia dei Valori e della Lega Nord, Enrico Gasbarra e Gero Grassi del Partito Democratico, Giancarlo Lehner e Domenico Scilipoti di Popolo e Territorio, Elio Belcastro, Giuseppe Giulietti e Roberto Nicco del gruppo misto.
Undici gli astenuti: i sei deputati radicali del gruppo Pd, due del Südtiroler Volkspartei, Mauro Pili del Pdl, Savino Pezzotta dell’Udc e Maurizio Grassano di Popolo e Territorio.

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AFGHANISTAN: RAPPORTO ONU, SONO I CIVILI A PAGARE IL CONTO DELLA GUERRA

di Serena Grassia, ATLAS, 8 feb 2012

afghanistankabulattacco 300x187A dieci anni dal primo attacco Nato in Afghanistan contro i Talebani, i civili continuano a pagare il conto della guerra.
L’ultimo rapporto della Missione delle Nazioni Unite in Afghanistan (UNAMA) denuncia numeri scoraggianti: 3012 vittime nel 2011, 231 in più rispetto al 2010 e 599 in più rispetto al 2009.
Il 77% di questo sangue sgorga dagli attacchi improvvisi organizzati dalle forze antigovernative, che nel corso del 2011 hanno cambiato la propria strategia di attacco.
Una volta i kamikaze e le autobombe la facevano da padroni, oggi, pur continuando ad agire indisturbati tra cortei e funerali, assemblee e mercati, hanno ceduto il primato agli assalti IED (Improvised Explosive Device), alle bombe improvvise e improvvisate che, disseminate qua e là in ogni angolo del paese, tra i campi d’avena e i rivoli d’acqua, si sono dimostrate più efficaci nella loro missione di morte. Gli insurgents le nascondono ovunque e le comandano a distanza, facendo saltare in aria chi si trova nei paraggi, senza distinguere tra un bambino e un contadino, un militare e una donna.
afghanistantalebani 300x151Per questo motivo sono armi illegali, i Talebani stessi le vietarono nel 1998 perché contrarie all’uomo e all’Islam, eppure oggi le utilizzano sistematicamente per affermare il proprio potere.
“L’esplosione ha sbattuto i miei clienti e me fuori dal taxi. Mi sono risvegliato ferito alla testa e sanguinante, ma consapevole. La mia auto è distrutta, ed era l’unica mia fonte di sostentamento. Ho una moglie e otto figli piccoli da sfamare. Come faccio adesso? Vorrei dire agl’insorti di smetterla di ammazzare vittime innocenti, è contrario all’Islam.” E’ solo una delle tante testimonianze di vittime di attacchi IED raccolte da UNAMA.
L’altro 23% delle morti civili, invece, per chiudere il cerchio, avviene per mano delle forze governative o internazionali, di solito attraverso attacchi aerei che paradossalmente, pur essendo diminuiti rispetto al 2010, hanno spezzato più vite nel 2011.

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La Libertà di stampa in Afghanistan

Hambastagi 150x150Hambastagi, il partito della solidarietà in Afghanistan, con un suo comunicato del dicembre 2011 denuncia l’arresto dei suoi militanti durante le manifestazioni contro la ratifica da parte della Loya Jirga dell’accordo di partenariato strategico USA-Afghanistan, che sancisce la politica di avvicinamento ai Talebani. Anche in questa occasione, oltre alle aggressioni fisiche e verbali da parte della polizia segreta, il movimento democratico non ha trovato spazio di comunicazione sui media nazionali malgrado l’ampia partecipazione dei cittadini alle dimostrazioni e la diffusione di migliaia di comunicati di condanna distribuiti dai militanti del partito.

Questa testimonianza conferma un quadro desolante sul grado di libertà di espressione concessa ai cittadini e alla stampa. Decine sono i casi di violenze e intimidazioni che colpiscono i giornalisti che intendono denunciare la corruzione, per non dimenticare poi il caso dello studente di giornalismo Parwiz Kambaksh, condannato prima a morte, poi a venti anni di carcere e infine graziato da Karzai a seguito di una campagna di denuncia internazionale, per aver scaricato da Internet e diffuso notizie sul ruolo della donna nell’Islam.

CISDA – Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane

Sei membri del partito della solidarietà in Afghanistan sono stati arrestati dalla polizia segreta di Karzai

[…] Il governo non si è accontentato di semplici “sabotaggi delle notizie” sulle manifestazioni organizzate dal Partito della Solidarietà. È stato ordinato alle forze di sicurezza di arrestare chiunque stesse distribuendo il nostro comunicato. La polizia segreta ha arrestato due membri del partito a Kabul e uno a Herat per l’interrogatorio. Questi militanti sono stati accusati di distribuire una dichiarazione che denuncia duramente la firma dell’accordo. I tre detenuti SPA sono stati aggrediti fisicamente e verbalmente nel corso dell’interrogatorio e hanno trascorso alcuni giorni in prigione.

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