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Autore: Anna Santarello

Kabul, bambine avvelenate dal gas dei talebani in una scuola

Peacereporter – 25/08/2010

Insegnanti e bambine intossicate sono state portate in ospedale. La violenza talebana contro l’istruzione femminile continua
Stamattina cinquantanove bambine sono rimaste intossicate da un gas sprigionato in una scuola di Kabul dai talebani, che si oppongono all’istruzione femminile.
“Questo ultimo incidente è il nono caso di questo tipo in un breve lasso di tempo”, ha detto Asif Nang, il portavoce del ministro dell’educazione.

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Afghanistan, la proposta dei talebani: Commissione con Onu su vittime civili

Repubblica – 16/08/2010

L’iniziativa lanciata dai miliziani: inchiesta congiusta con le organizzazioni internazionali. Ieri nel Nord del paese lapidata una coppia di amanti, accusati di adulterio.

KABUL – Una commissione congiunta con le organizzazioni internazionali per condurre un’inchiesta sulle perdite civili in Afghanistan. E’ la proposta lanciata dai talebani, dopo che l’Onu in un rapporto diffuso qualche giorno fa, aveva accusato i miliziani di essere responsabili del 75% delle vittime tra la popolazione: 1200 in totale, dall’inizio dell’anno. L’iniziativa dei talebani arriva, però, dopo l’ennesimo episodio di violenza: la lapidazione nella provincia di Kunduz, nel nord del paese, di una coppia di amanti. I due sono stati condannati a morte perché “avevano una relazione” e giustiziati da una folla di circa cento persone.

Commissione d’inchiesta. Dopo essere stati accusati dall’Onu di essere responsabili del 75% delle vittime civili in Afghanistan, i talebani hanno reagito dichiarandosi disponibili a collaborare con le forze internazionali (Nato), l’Onu e le organizzazioni per i diritti umani ad aprire un’inchiesta.

Il comando dei miliziani ha proposto la formazione di una “commissione, composta dai rappresentanti speciali della conferenza islamica e delle agenzie dell’Onu per i diritti dell’uomo, e dai rappresentanti delle forze della Nato e dell’Emirato islamico d’Afghanistan”, (come si autodefiniscono gli studenti coranici). La commissione avrebbe il compito di “condurre delle inchieste sulle perditi civili nel paese” e avrebbe accesso anche alle zone controllate dai talebani.

L’ong afgana di difesa dei diritti dell’uomo, Afghanistan Rights Monitor (Arm), ha lodato l’iniziativa, invitando governo afgano e nazioni unite ad accettare la proposta, chiedendo però ai talebani di “fornire reali garanzie per la sicurezza dei membri della commissione”.

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Stella rossa sull’Afghanistan

peacereporter – 13/08/2010

Il Partito comunista (maoista) afgano clandestino ha annunciato che presto inizierà a combattere contro “gli occupanti imperialisti”, ma anche contro “i reazionari teocrati islamisti”
A combattere contro le truppe d’occupazione della Nato in Afghanistan, presto potrebbero esserci non più solamente talebani e jihadisti, ma anche guerriglieri comunisti.
Questo, almeno, è quanto si deduce da un recente comunicato del Partito comunista (maoista) afgano, formazione clandestina nata nel 2004.

”Il Partito sta per dare inizio alla guerra popolare in Afghanistan, il cui specifico carattere, nell’attuale congiuntura, è la guerra popolare rivoluzionaria nazionale di resistenza contro gli occupanti imperialisti e il loro regime fantoccio”.
Così si conclude un comunicato del Pc(m)a pubblicato lo scorso 15 luglio sul sito di Shola Jawid (Fiamma eterna), organo del partito, per commemorare il compagno Azad, storico portavoce dei guerriglieri maoisti ‘Naxaliti’ indiani, ucciso in combattimento lo scorso primo luglio.

Il Partito comunista (maoista) afgano – la cui dirigenza è finora rimasta clandestina – è il frutto di un lento processo di riunificazione e rivitalizzazione di quel che rimaneva dei grandi movimenti maoisti afgani degli anni ’60 e ’70, poi sterminati dai comunisti filo-sovietici e dagli integralisti filo-americani. Un processo iniziato subito dopo l’invasione alleata del 2001 allo scopo di condurre una guerra di liberazione nazionale ‘autonoma’ rispetto a quella dei gruppi armati islamici nel nome di una ‘terza via’ alternativa sia dall’occupazione straniera che dalla teocrazia islamica.

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Campagna elettorale Nato in Helmand

peacereporter – 13/08/2010

Nuova offensiva alleata nella provincia in vista del voto di settembre: migliaia di nuovi sfollati e decine di civili feriti nell’ospedale di Emergency a Lashkargah
Le forze d’occupazione anglo-americane hanno lanciato una nuova operazione militare nella provincia meridionale di Helmand. Ma, questa volta, senza il clamore e la pubblicità delle passate offensive, visto che si torna a combattere e a bombardare negli stessi distretti (Marjah, Nadali, Garmsir e Sangin) che dovevano essere stati ‘riconquistati’ e che invece sono ancora saldamente in mano ai talebani.

”Torniamo a sentire i rumori ravvicinati della guerra, i boati delle bombe e gli echi degli spari, e torniamo a ricevere civili feriti”, riferiscono dall’ospedale di Emergency a Lashkargah, riaperto il 29 luglio dopo quasi tre mesi di chiusura forzata. ”Le corsie sono piene, abbiamo pochissimi letti liberi. Solo nell’ultima settimana abbiamo ricoverato, oltre a diversi soldati afgani feriti, più di trenta feriti civili. Tra loro otto bambini sotto i 14 anni: uno di loro è morto. Una donna incinta è arrivata qui, ferita, dicendoci di aver perso il marito e i suoi cinque figli in un bombardamento”.

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Report UNAMA: Cresce del 31% il numero delle morti di civili afghani a causa degli attacchi degli insorgenti

UNAMA news, 10 Agosto 2010

Cresce del 31% il numero delle morti di civili afghani a causa degli attacchi degli insorgenti.
Un report delle Nazioni Unite dichiara che il maggior numero di attacchi degli insorgenti ha portato all’aumento del 31% del numero di civili uccisi in Afghanistan nei primi sei mesi del 2010 rispetto allo stesso periodo del 2009.
Il numero totale di vittime civili nei primi sei mesi dell’anno, secondo la sezione Diritti Umani della Missione per l’Assistenza in Afghanistan delle Nazioni Unite (UNAMA), è di 3.268 (1.271 morti e 1.997 feriti).
“Il costo umano di questo conflitto è sfortunatamente in crescita” questa è la dichiarazione di Staffan de Mistura, il rappresentante speciale del Segretariato Generale e capo dell’UNAMA durante una conferenza stampa a Kabul di presentazione del Report del primo semestre sulla Protezione dei Civili nel Conflitto Armato.
Del numero totale di vittime, 2.477 (il 76% del totale delle vittime) sono state attribuite a elementi anti governativi con una crescita del 53% dal 2009, mentre 386 sono state attribuite all’attività delle forze pro-governative (il 12% di tutte le vittime), in decrescita del 30% rispetto al 2009.
Il Report asserisce che il numero di bambini uccisi o feriti è cresciuto del 55%, così come è cresciuto del 6% quello delle donne uccise rispetto allo stesso periodo nello scorso anno.
Mr de Mistura ha dichiarato che “i bambini e le donne afghane portano il sempre più pesante fardello di questo conflitto. Mai come prima d’ora vengono uccisi e feriti nelle loro case e nelle comunità”.

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Afghanistan, giustiziata dai Taliban: “Era adultera”

La Repubblica – 10/8/2009
La donna, una vedova, era rimasta incinta dopo la morte del marito: è stata frustata e poi finita a colpi di kalashnikov alla testa.
La lapidazione pubblica di una presunta adultera, ripresa dalle telecamere nascoste dell´associazione clandestina di donne afgane Rawa fu – prima dell´invasione guidata dagli americani nel 2001 – uno dei segnali che aprirono gli occhi del mondo sulla situazione delle donne nell´Afghanistan dei Taliban. Oggi, la notizia dell´esecuzione pubblica di una donna incinta potrebbe essere il segnale – uno dei tanti – che racconta quanto, a nove anni dall´invasione, l´Afghanistan stia sfuggendo di mano a coloro che volevano “liberarlo”.

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Tra due fuochi

peacereporter

Agenti dei servizi segreti afgani e militari americani fanno irruzione in casa dei genitori di Andeisha Farid, direttrice di otto orfanotrofi, minacciando, saccheggiando e sequestrando suo padre settantenne, suo fratello e un parente.
Andeisha Farid è una ragazza afgana di 26 anni, fondatrice e direttrice dell’Associazione per la cura e l’educazione dei bambini afgani (Afceco), organizzazione che gestisce otto orfanotrofi in Afghanistan, dove vivono oltre 600 bambini e bambine. L’adozione a distanza, sopratutto dagli Stati Uniti, costituisce il principale sostegno di questo progetto.
Sabato notte, militari dei servi di sicurezza afgani (Nds) e soldati americani hanno fatto irruzione in casa dei suoi genitori, a Kabul, minacciandoli con le armi, saccheggiando l’abitazione e portandosi via, incappucciati come terroristi, suo padre di 70 anni, suo fratello minore e un parente che era ospite dei genitori.

Andeisha, ci racconti cos’è successo?
Sabato notte, intorno all’una, una trentina di militari armati, tra cui alcuni stranieri che mia madre e mia sorella hanno identificato come soldati americani, hanno fatto irruzione nell’appartamento di Kabul dove vivono i miei genitori. Erano agenti armati dei servizi segreti del governo Karzai, accompagnati dai loro addestratori statunitensi. Hanno iniziato a perquisire e saccheggiare l’appartamento con le armi puntate contro mia madre e mia sorella, minacciandole di morte se si fossero mosse. Hanno ammanettato il nipote sedicenne di mio fratello ordinandogli di rimanere in un angolo. Si sono portati via computer, soldi e oggetti di valore e hanno danneggiato molte cose. Poi hanno incappucciato e portato via mio padre, mio fratello e il cugino di mio padre, che era ospite in casa loro, intimando a mia madre e mia sorella di non muoversi dalla loro stanza per dieci minuti dopo che fossero usciti.

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Afghanistan, ONU: 1300 civili morti ammazzati nei primi sei mesi dell’anno

10/08/2010
PEACEREPORTER

Intanto un elicottero Isaf precipita al suolo nell’Helmand. Contrastanti le ricostruzioni del fatto. I talebani sostengono di averlo abbattuto e che i 4 uomini dell’equipaggio sono morti
Il rappresentante speciale delle Nazioni Unite in Afghanistan, Staffan de Mistura, ha appena annunciato che nei primi sei mesi dell’anno sono stati uccisi oltre 1.200 civili nella guerra d’occupazione portata avanti da Isaf e Nato e che il numero dei civili morti o feriti è aumentato del 31 percento rispetto allo stesso periodo del 2008. Lo ha annunciato oggi il rappresentante speciale delle Nazioni Unite per l’Afghanistan.
Intanto, un elicottero delle truppe Isaf è precipitato nella provincia di Helmand, nel sud dell’Afghanistan. Lo ha detto all’agenzia cinese Xinhua Daud Ahmadi, portavoce dell’amministrazione provinciale. L’incidente sarebbe avvenuto “per problemi tecnici”, e “un soldato è rimasto ferito”. Versione differente quella dei talebani, che tramite un loro portavoce, Qari Yusuf Ahmadi, affermano di aver abbattuto il velivolo e che tutti i militari a bordo sono morti. Fonti Nato confermano che il velivolo è impattato al suolo, ma hanno precisato che tutti e quattro i membri dell’equipaggio sono stati tratti in salvo.

Il padre e il fratello di Andeisha rilasciati

Non così per il cugino di cui non si hanno notizie. Ecco la lettera che Andeisha ha inviato a tutti i sostenitori degli orfanotrofi.

Cari amici,
Io e la mia famiglia desideriamo ringraziarvi per l’immensa espressione di simpatia e azione che ha avuto seguito alla diffusione della notizia dell’assalto alla mia famiglia. Mio padre e mio fratello sono ora a casa sani e salvi. Sono stati rilasciati ieri sera. La mia famiglia e AFCECO desiderano esprimere ancora una volta un ringraziamento per i profondi legami di amore nella condivisione di uno scopo comune con le persone in America e nei paesi occidentali che abbiamo conosciuto.

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Questo è quello che succede realmente in Afghanistan

Ecco la drammatica lettera di Andeisha Farid, direttrice del programma AFCECO. Racconta come la scorsa notte, all’una e trenta, degli uomini in divisa armati (30), tra cui degli stranieri che sua madre ha identificato come americani, hanno fatto irruzione a pistole spianate nella casa dei suoi genitori, dove vivono suo padre settantenne, sua madre, sua sorella minore con tre bambini piccoli e suo fratello minore.Hanno devastato la casa portando via ogni cosa,soldi, oggetti di valore e computer, sempre tenendo la sua famiglia sotto la minaccia delle armi.Andandosene hanno portato via il padre e il fratello minore incappucciati. Non hanno idea di dove siano trattenuti, e quando verranno liberati. Andeisha scrive che il loro scopo era evidentemente solo quello di arrecare paura e minacciarli. Suo padre non collabora certo con i talebani, ha rischiato la sua vita per crescere i propri figli nel rispetto dei più elementari diritti
umani, ed è stato interrogato dai talebani quasi fino alla morte solo per aver mandato la figlia a studiare in Pakistan. Andeisha vuole farci sapere che ciò che è avvenuto alla sua famiglia è solo una testimonianza della vita della popolazione afghana, stretta fra il terrore dei talebani e le azioni di un governo – e della forza militare internazionale che lo sostiene – che persegue la “libertà” in modi altrettanto terrificanti. Andeisha sottolinea che lei disprezza i talebani, che li combatte con ogni cellula del suo corpo, con ogni azione della sua vita, e che gli orfanotrofi di AFCECO sono la battaglia che lei ogni giorno combatte contro questi estremisti, e che porterà avanti per tutta la sua esistenza, gioendo per la speranza che legge negli occhi dei suoi bambini. Vuole farci conoscere quanto è successo perché noi possiamo sapere quanto avviene quotidianamente in Afghanistan e che è invisibile agli occhi dei media internazionali.
Possiamo fare qualcosa?

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