Skip to main content

Autore: Anna Santarello

Afghanistan, rapporto Congresso: soldi Usa a signori della guerra

Reuters, 22 giugno 2010

WASHINGTON – Gli Stati Uniti stanno pagando indirettamente decine di migliaia di dollari ai signori della guerra afghani, e potenzialmente ai talebani, per proteggere i convogli che portano approvvigionamenti alle truppe americane. Lo dice un rapporto investigativo del Congresso americano.

Il sistema del Pentagono, che prevede l’appalto del trasporto degli approvvigionamenti in Afghanistan a società private responsabili della propria sicurezza, permette ai soldati americani di concentrarsi sugli insorti.

Continua a leggere

In pace con i criminali, in guerra con il popolo!

Dichiarazione dell’Associazione Rivoluzionaria delle Donne d’Afghanistan (RAWA) sulla “Consultative Peace Jirga”

Invitando dei criminali come i Talebani, gli esponenti del partito di Gulbuddin Hekmatyar e altri leader della Jehad a prendere parte alla “Consultative Peace Jirga”, Hamid Karzai ha commesso un altro tradimento nei confronti del popolo afghano. Come qualsiasi fantoccio, capo di stato contro la sua stessa gente, Karzai è sceso prima a compressi con gli assassini del 27 Aprile 1978 (giorno in cui il PDPA, partito socialista filo-comunista, diede vita alla cosiddetta “rivoluzione di aprile” N.d.T.) e del 28 Aprile 1992 (giorno in cui l’Alleanza del Nord ha preso il controllo di Kabul N.d.T.) affidando loro ruoli chiave nel governo e successivamente nominando i due noti signori della guerra, Karim Khalili e Qasim Fahim,come suoi vicepresidente. Egli definisce i Talebani e i terrosti del partito di Hekmatyar “Figli d’Afghanistan” e cerca di condividere il potere con loro od offre loro la possibilità di avere asilo politico in qualsiasi Paese a loro scelta. Karzai permette loro di muoversi indisturbati in modo tale da poter mantenere facilmente queste regole di stampo mafioso.

Un noto terrorista appartenente al partito islamico di Hekmatyar, Farooq Wardak, è stato incaricato di gestire la Jirga. Inoltre, i delegati dello stesso partito sanguinario di Hekmatyar sono stati ricevuti a Kabul come se fossero delle celebrità dello show business, mettendo a loro disposizione i media locali.  La reputazione di criminali come Mullah Wakil Ahmad Motawakal, Mullah Zaef, Humayun Jarir, Abdul Hadi Arghandewal, Sabaoon, Mullah Rocketi, di molti altri terroristi talebani e di esponenti del partito islamico è stata indorata nel corso degli ultimi anni. Tutte queste cose, non solo mettono in luce la vera natura e i reali obiettivi della Jirga, ma costituiscono anche un insulto alla nostra gente, che ha visto la propria liberazione nel processo e nella condanna di Khaliqi, Parchami, Jehadisti e di alcuni Talebani, ma sentono ancora sul proprio corpo il peso delle ferite procurategli da questi brutali nemici.

Continua a leggere

Gli Afghani chiedono di rimuovere dalla lista elettorale i candidati accusati di aver “violato i diritti umani”

Pajhwok Afghan News, 16/5/2010

PajiworkLa Commissione elettorale indipendente ha pubblicato la prima lista dei 2447 candidati alle elezioni del prossimo 18 settembre; i cittadini hanno una settimana di tempo per presentare eventuali denuncie. Già 140 denuncie – di cui 120 solo a Kabul – sono state presentate contro i candidati. Secondo Haji Aman Otmanzai – della provincia di Kunduz-  sono almeno ottanta i candidati nella sua provincia accusati di crimini, alcuni dei quali tuttora in possesso di armi illegali.

Secondo Ahmad Hussain, residente a Bamywan, molti candidati nella sua provincia sarebbero assassini e criminali. “Se questi riusciranno ad accedere al parlamento, quest’ultimo non potrà essere considerato legittimo, bensì, in mano ai potenti.” secondo la Commissione elettorale indipendente, sono quaranta i candidati nella provincia di Bamyan.

Continua a leggere

Dichiarazione di ICTJ sulla legge che prevede l’amnistia in Afghanistan

ICTJ, 17/2/2010

L’ International Center for Transitional Justice (ICTJ) prende posizione contro l’amnistia prevista dalla legislazione sulla riconciliazione nazionale (National Reconciliation, General Amnesty and National Stability Law”) che viola la legge internazionale e pone a rischio – più che promuovere – la riconciliazione nazionale e la sicurezza. Lo stato di approvazione della legge è rimasto incerto dalla sua approvazione da parte del Parlamento Afghano nel 2007 fino alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale nel 2008.

Continua a leggere

La Jirga di Pace dice che il governo Afghano deve parlare con gli insorgenti

Jon Boone – Guardian, 4/6/2010
La tre giorni di incontro che ha coinvolto 1.600 delegati si conclude con una serie di raccomandazioni che non hanno peso legale.
I Delegati hanno concluso il dibattito con una richiesta di cessate il fuoco, di rilascio di prigionieri e di inizio del dialogo tra insorgenti e il governo. Altri suggerimenti includono il bando dei programmi televisivi “non islamici”, la rimozione delle prime linee insorgenti dalla black list degli americani e delle Nazioni Unite e la richiesta che i Talebani tronchino i loro rapporti con al-Qaida.
Le raccomandazioni però non hanno nessun peso legale; il governo di Hamid Karzai potrà decidere quali attuare. La risoluzione finale dice solo che il governo “dovrebbe stabilire un quadro per i negoziati con coloro che sono insoddisfatti del governo.
I gruppi di lavoro hanno dichiarato che il dialogo tra Talebani e governo è essenziale, altri hanno detto che gli insorgenti che passano dalla parte del governo dovrebbero usufruire dell’amnistia legale. Le speranze di Karzai che il meeting gli potesse dare un mandato nazionale per iniziare un processo di pace si sono scontrate con il fatto che la maggior parte della opposizione ha scelto di non partecipare.
Abdullah Abdullah, il secondo votato alle elezioni presidenziali, aveva dichiarato che non avrebbe partecipato perché i delegati erano stati scelti dal governo e non erano rappresentativi del Paese.
Anche Abdul Rashid Dostum, il potente signore della guerra Uzbeko delle regioni del Nord, non ha partecipato, così come Haji Mohammad Mohaqeq, il leader della comunità Hazara. Questi tre uomini sono associati a gruppi che hanno combattuto i Talebani negli anni ‘90.
C’è stato anche sconcerto perché gli organizzatori non hanno mantenuto la promessa di eleggere un chairman e invece hanno semplicemente incaricato Burhanuddin Rabbani, il leader Tagico e precedente presidente.
Gli insorgenti attivi non sono stati invitati e i Talebani hanno reso chiaro il proprio rifiuto del meeting sia con dichiarazioni pubbliche che con un attacco suicida.

I Talebani attaccano il meeting dei leader Afghani

Guardian, 2/6/2010
I Talebani hanno attaccato il meeting dei leader Afghani proprio mentre il Presidente Karzai lanciava il suo piano per sancire la pace con gli insorgenti.
La Jirga della Pace di tre giorni era appena iniziata con il discorso di apertura del Presidente quando i primi razzi sono esplosi vicino al compound che ospita la tenda della loya jirga usata per i meeting importanti. Nelle vicinanze, gli ufficiali della sicurezza erano impegnati in uno scontro a fuoco con gli insorgenti prima che un kamikaze facesse detonare l’esplosivo uccidendosi. Non vi sono state altre vittime.
Karzai, che aveva appena ricordato come le prime linee del regime Talebano fossero passati dalla parte del governo subito dopo l’invasione del 2001, ha riso dell’incidente.
I Talebani che erano riusciti ad impedire che i delegati dalle aree più insicure del paese partecipassero all’incontro, hanno rivendicato l’attentato. La Jirga Consultativa della Pace valuterà la proposta del governo di offrire posti di lavoro e altri incentivi economici ai Talebani che decideranno di deporre le armi.

Pace con i criminali, guerra alle persone!

Dichiarazione di RAWA sulla “Consultative Jirga”
Rawa, 1/6/2010
L’invito a partecipare alla Jirga consultativa della pace ai leader del partito di Gulbuddin Hekmatyar e ad altri attori della Jehad è l’ennesimo tradimento contro la popolazione afghana. Karzai che è arrivato al punto di nominare suoi vice presidenti Karim Khalili and Qasim Fahim, due noti signori della guerra, ora chiama amici i Talebani e il partito terrorista di Hekmatyar offrendo loro asilo e amnistia in un paese a loro scelta. Un noto terrorista di questo partito – Farooq Wardak – è stato nominato responsabile della Jirga e i delegati del partito sono stati ricevuti come celebrità. Tutto ciò non solo illumina sulla natura e gli obiettivi della Jirga ma costituisce un insulto alla gente che ha chiesto la propria liberazione con il perseguimento e la punizione dei criminali. Il governo fantoccio non dovrebbe poter considerare l’ipotesi di una pace sancita con i Talebani e gli assassini del partito islamico mentre questi sono ancora sulla lista nera degli USA. Ciò dimostra che gli USA non vogliono solo un governo fantoccio ma un governo stabile ed efficiente per rendere facilmente l’Afghanistan una forte base militare in Asia, estendere il controllo sul petrolio e il gas delle Repubbliche Centro Asiatiche e mantenere la sua supremazia nella competizione con Cina e altri poteri regionali.

LA JIRGA DELLA PACE VA A WASHINGTON: QUALE OPINIONE HA UN PESO NELLA RICONCILIAZIONE CON I TALEBANI?

The Afghanistan Analysts Network – 10/5/2010
Il governo afghano aveva progettato di tenere la “National Consulting Peace Jirga” il 29 aprile. Tale data è stata posticipata (29 maggio) perché il Presidente Karzai ha ricevuto un invito a Washington da un alleato influente. Barack Obama discuterà i suoi piani di riconciliazione con i Talebani. La Jirga sarà essenzialmente un evento governativo: Farook Wardak e il Presidente avranno l’ultima parola non solo su ciò che è in agenda ma anche su chi è invitato. Alcuni rappresentanti delle donne e della società civile non potevano non essere convocati perché hanno forti legami con i media e alcuni player internazionali ma la selezione dei rappresentanti di distretto sembra estremamente di parte. La scelta è stata basata più sul criterio di fedeltà al governo che sulla rappresentanza.
Anche il nome dell’incontro è significativo: la loya jirga ha forti poteri decisionali, può modificare la costituzione e destituire il presidente, ma questa jirga è consultativa e sembra essere designata a mettere la firma ai piani decisi da Washington. L’agenda dei lavori mostra una visione surreale di pace e guerra: non c’è nessuna menzione di omicidi, bombardamenti o combattimenti.
Alla partenza di Karzai si sono aperte delle voci di dissenso nella sfera pubblica: si è tenuto un incontro di due giorni “Vittime per la jirga della giustizia” organizzato dal TJCG

Donne afghane: una sconfitta condivisa

Femme Afghanes, un echec partagé
Carol Mann, Libération 13/1/2010
Nel dicembre 2009 HRW ha pubblicato il suo rapporto sulla situazione delle donne afghane. Il rapporto mette in discussione ogni politica di aiuto e di ricostruzione.
Cinque sono le aree tematiche analizzate: l’aggressione delle donne nella sfera pubblica, la violenza, i matrimoni forzati, l’accesso alla giustizia e la scolarità secondaria delle ragazze.
Qualche dato: dopo nove anni di presenza straniera e gli aiuti finanziari massicci di 8,9 miliardi di dollari – provenienti da 60 Paesi differenti –  l’87,2% delle donne di ogni età ha subito almeno un atto di brutalità fisica, sessuale, psicologica. La polizia e i giudici non intervengono, stimando che ciò riguardi solo la sfera del privato. I problemi si regolano secondo il diritto consuetudinario pre-islamico, principale riferimento giuridico del paese, a discapito del diritto costituzionale e persino del diritto coranico. Meno del 15% delle vittime osa sporgere querela per mancanza di fiducia nella giustizia dei tribunali.

Report 2010: Afghanistan

Amnesty International
Il popolo afgano ha continuato a subire gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. L’accesso alle cure sanitarie, all’istruzione e agli aiuti umanitari è andato peggiorando, in particolare nel sud e nel sud-est del paese, a causa dell’escalation del conflitto armato tra le forze afgane e internazionali e i talebani e altri gruppi armati. Le violazioni legate al conflitto sono aumentate nel nord e nell’ovest dell’Afghanistan, zone considerate in precedenza relativamente sicure.

CONTESTO
I talebani e altri gruppi antigovernativi hanno incrementato gli attacchi nei confronti dei civili, prendendo di mira anche scuole e ambulatori medici, in tutto il paese. Le accuse di brogli elettorali nel corso delle elezioni presidenziali del 2009 hanno riflettuto preoccupazioni più ampie riguardo alla scarsa governabilità e alla corruzione endemica all’interno del governo. Gli afgani si sono trovati ad affrontare situazioni di illegalità associata a un fiorente traffico di droga, un sistema giudiziario debole e inetto e a una sistematica mancanza di rispetto dello stato di diritto. Ha continuato a prevalere un clima di impunità e il governo è stato incapace di indagare e perseguire alti funzionari governativi da più parti ritenuti coinvolti in violazioni dei diritti umani, come pure in attività illegali.
Le Nazioni Unite nel loro indice di sviluppo umano hanno posto l’Afghanistan al secondo posto tra i 182 paesi più poveri al mondo. Il paese deteneva il secondo più alto tasso di mortalità materna del mondo. Soltanto il 22 per cento degli afgani aveva accesso all’acqua potabile.
IMPUNITÀ – ELEZIONI NAZIONALI
L’incapacità di dare attuazione al Piano d’azione su pace, giustizia e riconciliazione del 2005 e di sciogliere i gruppi armati illegali ha consentito a sospettati di gravi violazioni dei diritti umani di presentarsi come candidati e di assumere cariche pubbliche.
Il governo afgano e i suoi sostenitori internazionali non hanno provveduto a istituire appropriati meccanismi di tutela dei diritti umani in vista delle elezioni di agosto. Queste sono state guastate da violenze e da accuse di diffusi brogli elettorali, come l’inserimento di schede fasulle nelle urne, chiusura anticipata dei seggi, apertura non autorizzata degli stessi e votazioni multiple.

Alcuni dati scioccanti
Aspettativa di vita: 43,6 anni
Mortalità infantile sotto i 5 anni (m/f): 233/238%
Alfabetizzazione adulti: 28%