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Autore: Anna Santarello

Le donne afghane protestano davanti all’Università di Kabul mentre gli studenti maschi tornano a lezione

I talebani avevano affermato in precedenza che il divieto di accesso all’università era dovuto al mancato rispetto delle regole di abbigliamento islamiche e di altri “valori islamici”.

CNN, Rawa, 6 marzo 2023

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Kabul, vita da talebano

Enrico Campofreda dal suo Blog – 8 marzo 2023

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Nei mesi scorsi Sabawoon Samim, studente della provincia di Zabul, ha avvicinato alcuni talebani presenti a Kabul raccogliendone le impressioni poi pubblicate dai ricercatori dell’Afghanistan Analysts Network. Ne scaturisce uno spaccato parzialmente inedito poiché anche nella presunta arretratezza dell’Emirato il miliziano cambia ruolo, diventando più impiegato che combattente.

Il focoso passato è ancora vivo, ma sedimenta nei ricordi mentre il presente è fatto d’impegno amministrativo al fianco di comandanti trasformati in ministri o peggio in burocrati.

Poi: studio di lingue e nozioni informatiche per quel che le attrezzature possono offrire, inurbamento, possibili trasferimenti familiari nella capitale prima temuta quindi accettata, necessità d’ulteriori guadagni sempre in funzione del mantenimento di moglie e figli. E graduale trasformazione estetica con acconciature meno ribelli, barbe più curate, addirittura uso di divise e minore ostentazioni di armi in pubblico (almeno come buon proposito).
Omar padre di cinque figli, dal distretto di Paktika, dove torna appena può perché lì ha la famiglia, ha raccontato a Samim d’essere originario del Waziristan (regione pakistana che nel concetto mai morto del Pashtunistan va oltre i confini ‘imperialisti’ di Afghanistan e Pakistan). Ricorda d’avere avuto undici anni nell’ottobre 2001, quando iniziò l’Enduring Freedom statunitense.

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Il paradossale ritorno delle salme afghane nella Kabul dei Talebani

ilmanifesto.it – Giuliano Battiston 11 marzo 2023

IMMIGRAZIONE. Sfiancati dal rimpallo tra prefetture, agenzie funebri, ministero dell’Interno e promesse non mantenute, i parenti delle vittime devono passare per l’ambasciata di un governo spazzato via nel 2021

Strage di Cutro a Bologna i funerali di sette vittime

Si è tenuto ieri al cimitero di Borgo Panigale, a Bologna, il rito funebre per sette afghani morti nel naufragio del 26 febbraio a Steccato di Cutro insieme ad altre 65 persone. Presenti decine di afghani residenti in Italia e alcuni famigliari, che hanno potuto dare sepoltura ai loro cari.

Sorte diversa per molti altri parenti delle vittime, sfiancati dal rimpallo tra prefetture, agenzie funebri, ministero dell’Interno e promesse non mantenute. In attesa da giorni che le salme siano trasferite, via Germania e Turchia, in Afghanistan. Dove al potere ci sono i Talebani: un problema in più, dicono al Viminale, visto che con le autorità di fatto afghane non c’è alcun canale diplomatico ufficiale e diretto.

SI PASSA, PARADOSSI DELLA POLITICA, per l’Ambasciata della Repubblica islamica afghana in Italia. Un’ambasciata che rappresenta un’architettura istituzionale naufragata nell’agosto 2021. Con un ambasciatore, Khaled Zekriya, che non prende certo ordini da Kabul e contesta anzi la legittimità degli islamisti al potere in ogni circostanza. E che si è preso la briga di andare a Steccato di Cutro di persona, molto prima della passerella dei politici italiani.

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Afghanistan. Ecco cos’hanno scritto i taleban per la festa della donna

avvenire.it 9 marzo 2023

Un messaggio di auguri alle donne “dignitose e sofferenti”. Ma sono affermazioni che contraddicono la realtà dei fatti

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Ecco cosa scrivono i Talebani in occasione dell’8 marzo, festa internazionale della donna. Uomini e donne considerati come “due ali della società”; proibizione del matrimonio forzato delle vedove e del maltrattamento nei loro confronti; ambiente educativo, lavoro e affari affinché le donne “contribuiscano al progresso della società”.

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8 marzo 2023. La nostra campagna per le donne afghane: ecco perché

avvenire.it 9 marzo 2023

Le giornaliste di Avvenire danno voce ogni giorno alle storie dimenticate di chi nel Paese caduto in mano ai talebani ha perso ogni diritto. L’aiuto possibile attraverso un progetto di scolarizzazione.

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La nostra voce per l’Afghanistan. Le giornaliste di Avvenire, tutte insieme, vogliono accendere i riflettori sulle bambine, le ragazze, le donne afghane.

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Sapeda, 33 anni. «Noi giovani afghani, solidali ma senza speranza. Non è l’Iran»

avvenire.it Anna Maria Brogi  9 marzo 2023

Dentista, in Italia per un master: «C’è una giovane generazione pronta a lottare per i diritti, ma sono ancora troppo pochi. Kabul è diventata una città in bianco e nero»

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Con questa e decine di altre testimonianze, storie, interviste e lettere, le giornaliste di Avvenire fino all’8 marzo daranno voce alle bambine, ragazze e donne afghane. I taleban hanno vietano loro di studiare dopo i 12 anni, frequentare l’università, lavorare, persino uscire a passeggiare in un parco e praticare sport. Noi vogliamo tornare a puntare i riflettori su di loro, per non lasciarle sole e non dimenticarle.

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Aiuto sanitario per la gente di Khunst

hawca.org  Sunatullah Mahmody 7 marzo 2023

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Come tutti sappiamo, la situazione in Afghanistan è terribile. La gente vive sotto il livello di povertà. Non viene prestata attenzione alle donne e ai bambini in termini di salute, e se ciò avviene è solo in minima parte. Molte persone non possono permettersi di andare dal dottore e compare medicine.

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