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Autore: Anna Santarello

Tre anni senza Saman Abbas

micromega.net Tiziana Del Pra  2 maggio 2024

Ecco un articolo di Tiziana Dal Pra, fondatrice di Trama di terre di Imola. Trama di terre si è costituita parte civile nel processo per l’uccisione di Saman Abbas e fa parte della nostra Rete di associazioni.

Il primo maggio di tre anni fa veniva uccisa Saman Abbas. La sua morte, come quella di altre ragazze che volevano solo amare e vivere, ci ricorda che non dobbiamo mai anteporre le culture di provenienza e le appartenenze claniche ai diritti universali. Diritti, compreso quello di innamorarsi, che dobbiamo garantire a queste ragazze credendogli, accompagnandole, essendo sempre al loro fianco. 

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Report da Centro Educativo nell’Ovest dell’Afghanistan

CISDA 4 maggio 2024
Negli ultimi mesi il lavoro del Centro educativo, realizzato da una delle associazioni afghane che CISDA sostiene, è aumentato in modo significativo. Siamo partite con 50 studenti e studentesse, che ora è una comunità fiorente formata da circa 350 ragazzi e ragazze volenterosi. I nostri corsi includono lo studio di inglese, dari, e disegno, e offrono un’esperienza educativa a tutto tondo. Operativo sei giorni alla settimana dalle 8 alle 17, il Centro offre un ambiente di apprendimento coerente e accessibile a tutte e tutti.

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COMUNICATI Unitevi alla campagna per la libertà globale il 1° maggio

retekurdista.it 1 maggio 2024

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In occasione del primo maggio, giorno dell’unità e della solidarietà, desideriamo congratularci con tutti i popoli, in particolare con tutte le donne, con tutte le classi e soprattutto con la classe operaia. Il 1° maggio simboleggia la lotta, l’unità e la solidarietà dei lavoratori, dei lavoratori e degli oppressi contro lo sfruttamento capitalista. La lotta dei lavoratori, dei lavoratori e degli oppressi ha un posto molto importante nella lotta per l’uguaglianza e la libertà contro lo sfruttamento nel corso della storia.

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Minori stranieri in Europa: ogni giorno più di 50 spariscono nel nulla

rainews.it 30 aprile 2024 

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I minori che scompaiono vengono principalmente da Afghanistan,Siria, Tunisia, Egitto e Marocco. “Sono spesso preda della malavita o di sfruttatori” spiega Carla Garlatti, garante nazionale dell’Infanzia. In Italia 22 mila allontanamenti in tre anni.

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La storia di una calciatrice in fuga dall’Afghanistan dei taliban. Un podcast di Stefano Liberti.

internazionale.it Stefano Liberti 29 aprile 2023

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Zaynab, scritto e narrato da Stefano Liberti, con la direzione creativa di Jonathan Zenti e la collaborazione di Mario Poeta, è la storia di una calciatrice in fuga dall’Afghanistan dei taliban.

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La polizia belga irrompe nelle tv curde che raccontano i crimini turchi

Il Manifesto, 25 aprile 2024, di Tiziano Saccucci

KURDISTAN. Attrezzil manifesto 25 4 24ature distrutte, dipendenti picchiati. Proprio nel «Giorno del giornalismo curdo». La richiesta è partita dalla Francia che ha da poco firmato nuovi accordi con il governo di Ankara

Nella notte del 22 aprile la polizia belga ha fatto irruzione negli studi di SterkTV e Medya Haber, canali televisivi gestiti da giornalisti curdi in esilio nella cittadina di Denderleeuw, a pochi chilometri da Bruxelles. «L’irruzione nella nostra stazione tv è avvenuta intorno alle 1 del mattino.

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AFGHANISTAN. Amensty International. Rapporto 2023 – 2024

Amnesty International. Rapporto 2023 – 2024 – Asia e Pacifico – Afghanistan, Aprile 2024  Amnesty

REPUBBLICA ISLAMICA DELL’AFGHANISTAN

Nel contesto del peggioramento della crisi umanitaria e degli sconvolgimenti economici, la popolazione afgana ha subìto un’estrema repressione e violazioni dei diritti umani. I talebani hanno imposto sempre più restrizioni a donne e ragazze, con l’evidente obiettivo di cancellarle completamente dalla sfera pubblica.

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AFGHANISTAN. Amensty International. Rapporto 2023 – 2024

Amnesty International. Rapporto 2023 – 2024 – Asia e Pacifico – Afghanistan, Aprile 2024  Amnesty

REPUBBLICA ISLAMICA DELL’AFGHANISTAN

Nel contesto del peggioramento della crisi umanitaria e degli sconvolgimenti economici, la popolazione afgana ha subìto un’estrema repressione e violazioni dei diritti umani. I talebani hanno imposto sempre più restrizioni a donne e ragazze, con l’evidente obiettivo di cancellarle completamente dalla sfera pubblica.

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Le esecuzioni sono una violazione del diritto alla vita

“Amnesty International ribadisce che le autorità de facto talebane devono immediatamente fermare tutte le esecuzioni e abolire la pena di morte e altre punizioni crudeli, inumane o degradanti”

Amnesty International, Rawa, 19 aprile 2024

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In risposta alla doppia esecuzione pubblica effettuata ieri [22 febbraio] dai talebani, Livia Saccardi, vicedirettrice regionale ad interim di Amnesty International per l’Asia meridionale, ha dichiarato:

“Ci opponiamo a tutte le esecuzioni in quanto violazione del diritto alla vita. I talebani le hanno ripetutamente eseguite pubblicamente, il che costituisce un grave affronto alla dignità umana e una violazione delle leggi e degli standard internazionali e non può essere tollerato”.

“Amnesty International ribadisce che le autorità de-facto talebane devono immediatamente fermare tutte le esecuzioni e abolire la pena di morte e altre punizioni crudeli, inumane o degradanti. Le esecuzioni in pubblico aumentano la crudeltà intrinseca della pena di morte e possono solo avere un effetto disumanizzante sulla vittima e un effetto brutale su coloro che assistono alle esecuzioni. Nel frattempo, la protezione del diritto a un processo equo sotto l’autorità de facto dei Talebani rimane una forte preoccupazione.

 

Ci opponiamo a tutte le esecuzioni come violazione del diritto alla vita

Livia Saccardi, vicedirettrice regionale di Amnesty International per l’Asia meridionale:

“È giunto il momento che la comunità internazionale e le Nazioni Unite aumentino la pressione sulle palesi violazioni dei diritti umani da parte dei talebani e contribuiscano a garantire il rispetto delle garanzie internazionali in Afghanistan”.

Il contesto:

Il 22 febbraio i Talebani hanno eseguito una doppia esecuzione pubblica in uno stadio della città di Ghazni, nel sud-est dell’Afghanistan: migliaia di persone assistevano alla uccisione di due condannati per mano dei parenti delle vittime che sparavano il colpo di pistola.

I due giustiziati sono stati identificati come Syed Jamal della provincia centrale di Wardak e Gul Khan di Ghazni. Erano presumibilmente responsabili dell’accoltellamento a morte di due persone in attacchi separati. Il Dipartimento della cultura e dell’informazione della provincia di Ghazni ha dichiarato che la decisione è stata presa sulla base del decreto del leader talebano Haibatullah Akhundzada e delle sentenze di tre tribunali.

Amnesty International ha già condannato la ripresa delle esecuzioni pubbliche in Afghanistan dopo la presa del potere da parte dei Talebani. Lo scorso anno, nel suo rapporto annuale sulla pena di morte, ha documentato il più alto numero di esecuzioni giudiziarie registrato a livello globale dal 2017. Ad oggi, 112 Paesi hanno abolito completamente la pena di morte e più di due terzi sono abolizionisti per legge o per prassi. L’organizzazione si batte per la completa abolizione della pena di morte dal 1977.