Skip to main content

Si intensificano le restrizioni talebane ai diritti delle donne

| ,

UNAMA, Rapporto, 1 maggio 2025

Nel suo ultimo rapporto sui diritti umani, pubblicato l’1 maggio e relativo al primo trimestre del 2025, l’NAMA (Missione di Assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan) ha affermato che i governanti talebani  hanno dato seguito ai decreti volti a cancellare le donne dalla vita pubblica del Paese e a limitare la loro libertà di movimento

La missione ha continuato a ricevere segnalazioni secondo cui alle donne afghane viene negata la possibilità di entrare nel mondo del lavoro, di accedere ai servizi senza un parente maschio e di frequentare la scuola.

Secondo quanto riportato nel rapporto, dal momento in cui i Talebani hanno preso il controllo del Paese nell’agosto 2021 scalzando il governo democraticamente eletto, le donne e le ragazze sono state sistematicamente escluse da una partecipazione paritaria alla società.

L’UNAMA, il cui mandato comprende il monitoraggio dei diritti umani, ha anche riferito di fustigazioni pubbliche, riduzione dello spazio civico e attacchi brutali a ex funzionari governativi.

Chiusi i saloni di bellezza

Secondo quanto riferito dall’UNAMA, i funzionari hanno chiuso i saloni di bellezza gestiti dalle donne nelle loro case e le stazioni radio femminili in diverse province.

Nella provincia di Kandahar, ispettori di fatto hanno chiesto ai negozianti di un mercato di segnalare le donne non accompagnate da un tutore (mahram) e di negare loro l’ingresso nei loro negozi.

In un ospedale, le autorità hanno ordinato al personale di non prestare assistenza alle pazienti donne non accompagnate.

La missione ha continuato a ricevere segnalazioni secondo cui alle donne afghane viene negata la possibilità di entrare nel mondo del lavoro, di accedere ai servizi senza un parente maschio e di frequentare la scuola.

Secondo quanto riportato nel rapporto, dal momento in cui i Talebani hanno preso il controllo del Paese dal governo democraticamente eletto nell’agosto 2021, le donne e le ragazze sono state sistematicamente escluse da una partecipazione paritaria alla società.

L’UNAMA, il cui mandato comprende il monitoraggio dei diritti umani, ha anche riferito di fustigazioni pubbliche, riduzione dello spazio civico e attacchi brutali a ex funzionari governativi.

Conversioni forzate

Le autorità talebane hanno anche aumentato l’applicazione di restrizioni repressive sui mezzi di comunicazione, incrementato le punizioni corporali e il giro di vite sulla libertà religiosa e sulla rieducazione.

Tra il 17 gennaio e il 3 febbraio, nella provincia di Badakhshan, nel nord-est dell’Afghanistan, almeno 50 uomini ismailiti sono stati prelevati di notte dalle loro case e costretti a convertirsi all’Islam sunnita sotto la minaccia della violenza.

Più di 180 persone, tra cui donne e ragazze, sono state fustigate per i reati di adulterio e omosessualità durante il periodo di riferimento, in luoghi pubblici frequentati da funzionari talebani.

I Talebani sostengono i diritti delle donne

Nonostante le prove documentate dal rapporto che denunciano che le autorità de facto continuano a violare le norme internazionali e le protezioni dei diritti, i funzionari talebani non sono d’accordo.

“Garantire la dignità, l’onore e i diritti delle donne  sulla base della Sharia rimane una priorità fondamentale per l’Emirato islamico”, ha dichiarato il portavoce dei Talebani Zabihullah Mujahid in un post sui social media l’8 marzo, Giornata internazionale della donna.

“Tutti i diritti fondamentali delle donne afghane sono stati salvaguardati in stretta conformità con la Sharia islamica e con le strutture culturali e tradizionali della società afghana”, ha aggiunto.

Azione legale internazionale

L’UNAMA ha chiesto di intervenire a livello internazionale per ripristinare i diritti delle donne e delle ragazze.

A gennaio, la Corte penale internazionale (CPI) ha chiesto mandati di arresto per il leader talebano Haibatullah Akhundzada e per il presidente della Corte Abdul Hakim Haqqan per persecuzione per motivi di genere, un crimine contro l’umanità secondo lo Statuto di Roma.

I Talebani hanno respinto la sentenza, adducendo la sovranità nazionale e le tradizioni religiose.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *