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Autore: Anna Santarello

Afghanistan, con il ritiro degli Usa il Paese sta per tornare in mano ai Talebani

IlFattoQuotidiano.it / BLOG di Roberto Colella – 3 marzo 2019

Afghanistan 675x275A dimostrazione che trattare con i Talebani non è semplice ci sono i recenti attacchi compiuti soprattutto alla base militare di Shorab, nella provincia di Helmand. Gli Usa cercano una benedetta via di uscita, ritirando le truppe e affidando la gestione a privati.

I Talebani hanno accettato di impegnarsi a non rendere più l’Afghanistan piattaforma per il terrorismo internazionale ma ad oggi sono poco propensi a un cessate il fuoco definitivo e soprattutto a trattare direttamente con il governo di Kabul.

A dicembre il capo designato dai Talebani per la provincia di Helmand è stato ucciso da un attacco di droni americani e successivamente l’esercito afghano ha dichiarato di aver ucciso il capo dei servizi segreti talebani nella provincia. L’esercito riteneva che questo assassinio avrebbe indebolito la capacità dei talebani di combattere le forze dell’esercito afghano nella provincia e invece gli attacchi di questi giorni sono la prova contraria.

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Afghanistan, quasi 11000 vittime civili nel 2018: altro che “paese sicuro”.

Corriere della sera – Blog Le persone e la dignità di Riccardo Noury, 28 Febbraio 2019

afghanistan taibeh e fratelloIl rapporto annuale “Protezione dei civili nei conflitti armati pubblicato due giorni fa dalla Missione Onu di assistenza in Afghanistan può essere riassunto in un terrificante numero a cinque cifre.

Nel 2018 le vittime civili sono state 10.993: 3804 morti e 7189 feriti.

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Il documentario, la rivoluzione è donna: la forza di tre attiviste

Il Corriere della Sera – di Massimo Gaggi

Benedetta Argentieri kpmE U31001410837220jRB 1224x916Corriere Web Sezioni 593x443Benedetta Argentieri

Tre donne pronte a ogni sacrificio che combattono in tre Paesi — Afghanistan, Iraq e Siria — nei quali la condizione femminile è drammatica, raccontate da «I Am the Revolution». Il documentario di Benedetta Argentieri, regista e produttrice, è stato girato da un team tutto al femminile.

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Selay, Rojda, Yanar: “La mia vita è la mia rivoluzione”

23 febbraio 2019 – Storie e Reportage – iO Donna – di Paola Piacenza

Burqa 4Selay Ghaffar

Afghanistan, Siria, Iraq. Tre luoghi dove le donne sono spesso considerate “danni collaterali”. Una giornalista italiana è andata in cerca di tre figure femminili non disposte ad accettare il ruolo di vittime. Ne è nato un film. Che guarda al futuro.

«Le donne qui non sono mai state zitte» dice Selay Ghaffar, la donna che i talebani vorrebbero morta. Siamo noi che non abbiamo teso l’orecchio. Ma quando Selay ha levato la propria voce, ha trovato un’ascoltatrice attenta nella giornalista e filmmaker italiana Benedetta Argentieri.

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I Am the Revolution – Due nuove date

CISDA – 16 febbraio 2019

I am the revolutionSi aggiungono due nuove date alla programmazione:

Brescia – 6/03/2019 – Nuovo Eden – 21:00 – Partecipa

Cremona – 15/03/2019 – Filo – 19:15 – Partecipa

I am the revolution

Regia di: Benedetta Argentieri

DOCUMENTARIO – 2018, 74 minuti

Promosso da Possibile Film con CISDA

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World Report 2019: Unione Europea

Da www.hrw.org Tradizione a cura di: Cristina Cangemi, Ester Peruzzi, Sara Somaini, Claudia Pisello, Elena Boraschi e Simone Rivello

200px Hrw logo.svg201901wr eu human rightsUnione Europea

Nonostante la riduzione del numero di migranti che arrivano ai confini dell’Unione Europea, i leader dei partiti populisti negli Stati dell’Unione cercano di sfruttare il problema della migrazione per alimentare la paura e incrementare i propri voti alle elezioni. La posizione che assumono nei confronti della migrazione di frequente danneggia i valori morali dell’UE e spesso ha poco a che vedere con le politiche in vigore.

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World Report 2019: Afghanistan

Da www.hrw.org – Tradizione a cura di: Cristina Cangemi, Ester Peruzzi, Sara Somaini, Claudia Pisello, Elena Boraschi e Simone Rivello

200px Hrw logo.svg201901wr afghanistan human rightsPoiché nel 2018 le operazioni militari dei ribelli e delle forze internazionali e governative in Afghanistan si sono intensificate, gli attacchi dei ribelli nelle aree urbane sono drasticamente aumentate.

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Colloqui afghani, imparare dagli errori o perseverare

Blog – E. Campofreda – 11/2/2019

Talib01Uno dei motivi a sostegno dell’ottimismo con cui il gran cerimoniere dei colloqui di pace fra Stati Uniti e taliban, Mr Khalizad, guarda al bicchiere mezzo pieno è che “si impara dagli errori commessi”. La frase pronunciata da una delle voci ufficiali dei mediatori a confronto, Nazar Mutmain cresciuto vicino al mullah Omar, è portata ad esempio della buona volontà con cui le parti si confrontano. Abbiamo già ricordato i punti fermi e irrinunciabili di ciascun fronte: gli americani chiedono e vogliono che i talebani non forniscano basi al jihadismo dell’Isis e di Qaeda.

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