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Autore: Anna Santarello

Afghanistan: due presidenti al prezzo di uno

Dal blog di Enrico Campofreda – 13.7.2014

duepresidentiRaddoppia un Karzai e chiamalo governo d’unità nazionale che poi sarebbero Abdullah più Ghani – i due contendenti alla presidenza che si contestano per brogli – più i pashtun divisi fra i due fronti e tajiki e uzbeki e signori della guerra e degli affari. Riuniti tutti appassionatamente.

È questa la quadratura del cerchio imposta dal segretario di stato americano Kerry per salvare da ulteriori complicazioni il giochino elettorale che doveva proseguire la comparsata democratica d’un Afghanistan a misura occidentale.

Così è stato, perché gli Usa minacciavano di tagliare i finanziamenti a ciascuno dei soggetti che in gran parte vive di denari esteri (oltre 15 miliardi di dollari annui e nei momenti di punta addirittura 30), un obolo cui gli afghani del potere e del crimine non possono rinunciare.

Budget affiancato a quello della produzione e del traffico d’oppio, un commercio, è bene ricordarlo, cui l’Occidente spacciatore e consumatore risulta interessatissimo.

Poiché a loro volta gli Stati Uniti non mollano una presenza nel Paese, ora metamorfosizzata militarmente nell’occhio strategico delle basi aeree, e s’interessano di sfruttamento del sottosuolo e delle possibili pipeline verso le ex Repubbliche sovietiche caucasiche dell’energia, lusingate dagli altri giganti Russia e Cina, tutto doveva restare immutabile.
E così è stato.

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La crisi in Afghanistan

Il Post – 11 luglio 2014

AfghanistanEntrambi i candidati alle presidenziali si sono proclamati vincitori e lo stallo rischia di peggiorare ancora le cose: giovedì Kerry ha cercato di sbrogliare la questione.

Il segretario di Stato statunitense John Kerry è arrivato giovedì a Kabul, in Afghanistan, e ha detto che il paese si trova in un «momento critico» della sua storia. Uno particolarmente critico, considerato il difficile recente passato del paese.

Lo scorso 14 giugno si sono svolte le votazioni per il secondo turno delle presidenziali a cui Hamid Karzai – presidente uscente eletto per la prima volta nel 2004 ma di fatto in carica dalla fine del 2001, dopo la caduta del regime dei talebani – non ha partecipato.

I due principali candidati erano l’ex ministro degli Esteri Abdullah Abdullah, che al primo turno aveva ottenuto la percentuale più alta di voti, il 44,9 per cento, e l’ex economista della Banca Mondiale Ashraf Ghani, che era arrivato secondo con il 31,5 per cento. I risultati preliminari del voto pubblicati lo scorso 7 luglio hanno però mostrato un’inversione: Ghani è stato dichiarato in vantaggio con il 56,44 per cento. Entrambi i candidati hanno però denunciato brogli e irregolarità: Abdullah ha rivendicato la vittoria e ha anche minacciato di formare un governo parallelo. Finora sono stati ricontrollati i voti in più di 7mila seggi elettorali, quasi un terzo del totale. I risultati finali dovrebbero arrivare il 22 luglio.

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Afghanistan, doppia presidenza e rischio di guerra civile.

9 luglio 2014 – Blog – Enrico Campofreda

urnesospetteTutti fermi fino a venerdì quando a Kabul giungerà John Kerry. Lo ordina in un discorso ai sostenitori il candidato Abdullah Abdullah che, qualora venissero confermate le proiezioni del riconteggio dei tre milioni (sì, addirittura tre milioni di voti su sette delle presidenziali) conoscerebbe per la seconda volta l’amarezza d’un naufragio del proprio sogno di gloria. E di potere.

Uno smacco insostenibile per lui e i fan, che in coda al suo comizio proprio non ce l’hanno fatta a starsene buoni e hanno sfogato delusione e rabbia distruggendo una gigantografia di Hamid Karzai.

Il fantoccio filo statunitense che batté il dottor Abdullah nel 2009 è considerato il manovratore delle nuove presunte irregolarità, messe in atto in combutta con l’ex ministro delle finanze Ghani.

Un tecnocrate formato nel Fondo Monetario Internazionale che offrirebbe più garanzie filoccidentali rispetto al pur sempre opportunistico rivale, e che ora viene accreditato d’un 56,44% di preferenze. Un inatteso rovesciamento di pronostici, cifre del primo turno e iniziale conteggio del ballottaggio.

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Afghanistan, i talebani dilagano e mentre si aspettano ancora i risultati elettorali si continua a sparare

La Repubblica – 26 giugno 2014

EmergencyKASHKAR-GAH (Afghanistan) – Nella provincia medirionale di Helmand si sta combattendo da giorni. Nel presidio sanitario di Emergency a Lashkar-Gah si continua a ricevere pazienti e per far fronte a questo massiccio afflusso di feriti è stato necessario aumentare i posti letto disponibili.

Le ambulanze dell’organizzazione fanno la spola tra i Posti di primo soccorso che gestiamo nell’area e l’ospedale, senza sosta, ma gli spostamenti sono sempre più pericolosi. “La guera è ormai dilagata in tutti i distretti – racconta Luca Radaelli che fa parte dello staff di Emergency a Kabul – quotidianamente riceviamo in media 5-6 pazienti, ma negli ultimi giorni ne abbiamo ricevuti più di 100. Gente per lo più con ferite da arma da fuoco”.

Proiettili sull’ambulanza col ferito a bordo. Ma le tensioni in Afghanistan si avvertono anche al di là dei luoghi dove talebani e truppe dell’esercito regolare si affrontano. La scia di proteste che hanno fatto seguito alle ultime elezioni per l’incertezza diffusa su chi davvero abbia raggiunto la maggioranza, da sì che ogni giorni ci siano proteste, manifestazioni, scontri e altre persone ferite, più o meno coinvolte durante i confronti duri tra forze dell’ordine e manifestanti.

“Domenica sera scorsa, ad esempio, gli infermieri del presidio sanitario di Sangin – a 630 chilometri a sud di Kabul – stavano trasportando un uomo ferito all’addome da un proiettile, quando si sono trovati nel mezzo di uno scontro tra talebani e forze speciali afgane. Non potevano fermarsi: le condizioni del paziente stavano peggiorando e aspettare la fine dei combattimenti avrebbe messo a rischio la sua vita. L’ambulanza è stata colpita da un proiettile, ma ha continuato il suo viaggio verso l’ospedale per assicurare le cure indispensabili al ferito”. Il distretto di Sangin, vicino al confine con il Pakistan, è un’area strategica, dove trafficanti di droga e talebani collaborano abitualmente.

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545 bambini afgani uccisi, più di 1.000 feriti durante il 2013

Khaama Press – July 3, 2014

php2EzY63PM 500x359Secondo un recente rapporto delle Nazioni Unite, almeno 545 bambini sono stati uccisi in 790 incidenti in Afghanistan durante l’anno 2013.

Il rapporto rivela che il numero delle di queste vittime è cresciuto del 30 per cento l’anno scorso in Afghanistan, rispetto al 2012.
Il rapporto aggiunge inoltre che 1.149 bambini sono stati feriti in diversi incidenti provocati da gruppi militanti.

Il partito Hezb-e-Islami e i militanti talebani sono i principali accusati per la maggior parte dei bambini morti in Afghanistan.
Le Nazioni Unite hanno anche aggiunto che le cause principali sono da imputarsi a dispositivi esplosivi (IED) e ad attacchi suicidi.

Le Nazioni Unite hanno detto anche che 81 bambini sono stati uccisi in operazioni delle forze filo-governative e altri 125 sono rimasti feriti.

27 bambini sono stati uccisi durante i raid aerei della NATO forze e altri 19 sono rimasti feriti, aggiungendo che due bambini sono stati uccisi e 59 civili sono stati feriti in attacchi dei droni.
Il Segretario generale Ban ki-moon ha detto che 167 bambini sono stati uccisi durante il fuoco incrociato tra le forze di sicurezza e altri 432 sono rimasti feriti.

Ban ki-moon ha anche espresso preoccupazioni per quanto riguarda l’impiego di bambini nei conflitti armati e per gli attacchi suicidi.
Il rapporto dice che almeno nove bambini su 97 hanno effettuato attacchi suicidi nel 2013, aggiungendo che 25 adolescenti sono stati anche assunti dalle forze filo-governative per i conflitti armati.

Afghanistan: slitta a lunedì annuncio risultati preliminari ballottaggio

AdN Kronos – 2/7/2014

elezioni afghane iber2 400x300(Aki) – È slittato a lunedì 7 luglio l’annuncio dei risultati preliminari del ballottaggio del 14 giugno delle elezioni presidenziali afghane per scegliere il successore di Hamid Karzai, al potere dal 2001. Lo ha reso noto la Commissione elettorale. L’annuncio era inizialmente atteso per oggi, e prima ancora per il 21 giugno, ma finora è sempre slittato.

L’ennesimo rinvio – ha spiegato il nuovo capo della Commissione elettorale, Ahmad Yousuf Nuristani – è dovuto alla necessità di completare la verifica dei voti in circa 2mila dei 23mila seggi elettorali per evitare che siano stati commessi brogli.

Il ballottaggio ha visto sfidarsi l’ex ministro degli Esteri Abdullah Abdullah, che al primo turno aveva conquistato il 45% dei voti, e l’ex ministro delle Finanze Ashraf Ghani, che era arrivato secondo con il 31% delle preferenze.

Abdullah ha denunciato brogli e irregolarità e ha puntato il dito contro la stessa Commissione elettorale, accusandola di complicità nei brogli per favorire Ghani.

Rapporto delle Nazioni Unite sull’intensificarsi della produzione di oppio afghano

Associated Press – June 27, 2014

farmers collecting poppyL’Agenzia per la lotta contro droga delle Nazioni Unite afferma che l’uso globale di droga sembra essere stabile, ma la produzione crescente di oppio in Afghanistan è motivo di forte preoccupazione.

L’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine che ha sede a Vienna stima nella sua relazione annuale che tra 162 e 324 milioni di persone hanno usato una droga illegale almeno una volta nel 2012, poco è cambiato rispetto all’anno precedente.
Il numero di decessi per droga è stato stimato tra i 95.500 e 225.900. Il rapporto dice che è inferiore a quello del 2011 a causa della diminuzione in alcuni paesi asiatici.

L’agenzia Onu registra anche che la produzione di oppio in Afghanistan è in aumento. Lo scorso anno 209.000 ettari (circa 516.000 acri) sono stati usati per coltivare il papavero da oppio rispetto ai 154.000 ettari (380.500 acri) del 2012 e il terzo aumento consecutivo.

Secondo le ultime notizie dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine, l’Afghanistan rappresenta l’80% dell’oppio mondiale e la produzione di eroina, l’area delle colture di paglia di papavero ha raggiunto un record di 209.000 ettari nel paese nel 2013.

Nel frattempo, la produzione di oppio è salito del 50% per raggiungere 5.500 tonnellate l’anno scorso. “Tutto questo mostra l’innefficacia delle azioni in questo campo dalle missioni militari straniere in Afghanistan,” .

Contestatori accusano ufficiali del Ministero della Difesa di impossessarsi di terreni

Azizullah Hamdard – 26 giugno 2014 – RAWA NEWS

641 victims protest kabul dec11 2013 300x147Partecipanti alla manifestazione di protesta di giovedì scorso accusano alcuni ufficiali del Ministero della Difesa di essersi impossessati di terreni destinati a progetti per il benessere pubblico nel centro della capitale Kabul.

Più di 100 persone hanno preso parte alla protesta che si è tenuta  prima di mezzogiorno a Qargha nel 5° distretto di polizia.

Essi accusano 3 ufficiali di aver preso possesso di terreni destinati a un parco, un asilo e un centro medico. Hanno imposto alle autorità di cessare i lavori di costruzione sui siti.

I dimostranti hanno distrutto le fondamenta che erano state gettate nelle aree contese e minacciato di continuare le proteste se le loro richieste vengono ignorate.

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Produzione record di oppio in Afghanistan

Internazionale – 27 giugno 2014

NEWS 82184Un campo di papaveri da oppio a Jalalabad, in Afghanistan, maggio 2014.

La produzione di oppio ha raggiunto i livelli più alti degli ultimi 16 anni, soprattutto in Afghanistan. Nel paese l’area destinata alla coltivazione del papavero dell’oppio è aumentata del 36 per cento.

In Birmania, un altro dei paesi produttori di oppio, sono aumentate del 13,5 per cento le zone destinate alla coltivazione della pianta.

Lo rileva l’ultimo rapporto dell’Unodc, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di combattere la diffusione delle droghe e della criminalità organizzata nel mondo. Secondo il rapporto, 296mila ettari di terra sono destinati alla coltivazione dell’oppio, “l’area più vasta dal 1998, l’anno in cui sono cominciate le registrazioni dell’Onu”.

Come conseguenza della crescita della produzione del papavero, ha spiegato il direttore dell’Unodc Yuri Fedotov, anche la produzione di eroina è tornata ai livelli del 2008 e del 2011.

Diminuiscono le coltivazioni di coca. Le coltivazioni di coca sono diminuite del 10 per cento nel 2013 in Colombia, Perù e Bolivia, i paesi latinoamericani che producono questa pianta che serve alla fabbricazione della cocaina.

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Sima Samar perdona i “sanguinari esecutori”

Farzad – 21 giugno 2014 – Dal sito di Hambastagi

787 sima samar forgive war criminals 1 300x220La risposta è semplice: ‘perdonare’ i criminali è ciò che vogliono gli Stati Uniti, interessati unicamente adistruggere e saccheggiare il nostro paese.

Questa richiesta viene avanzata da Sima Samar e dai suoi sostenitori. Un passo indietro nella storia recente degli Stati Uniti e dei loro interventi militari è sufficiente per capire come gli americani non abbiano saputo far altro che mettere in ginocchio il nostro paese privandolo di ogni risorsa non appena aver instaurato al governo i peggiori criminali e personaggi antidemocratici e corrotti del paese.

Questo è l’unico vero obiettivo degli Stati Uniti e di ogni forza occupante. Ed è proprio sulle basi di questa politica di interventismo che negli ultimi dodici anni gli Stati Uniti hanno presentato al mondo gli oppressori afghani come eroi nazionali e dato loro protezione.

Ed è proprio per questo motivo che gli Stati Uniti hanno stretto alleanze con membri dei partiti Khalqi e Parchami, con i talebani, con gli uomini di Gulbuddin e diversi tecnocrati, coinvolgendoli nel piano generale di saccheggio del nostro paese.

‘‘La forza per andare avanti e continuare la nostra battaglia ce la danno i nostri figli. Noi siamo state le prime madri ad essere nate dai nostri figli. Non volevamo che le loro vite fossero sacrificate invano.’’  Madri della Plaza de Mayo – Argentina.

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