I MARTIRI NON MUOIONO MAI!
Si può sentire questo slogan del movimento kurdo durante i funerali, nei cortei che attraversano le città europee, lungo le frontiere… parole ripetute davanti agli scudi antisommossa e alle armi del nemico. Ma quando sono nate?
Maryam Ashrafi, Rete Jin, 7 gennaio 2023
“I martiri non muoiono mai!” Si può sentire questo slogan del movimento kurdo durante i funerali, nei cortei che attraversano le città europee, lungo le frontiere. Queste parole vengono ripetute davanti agli scudi antisommossa e alle armi del nemico, con gli occhi fissi al cielo. “I martiri non muoiono mai!”
Ma quando sono nate? Nel fermento di una guerra infinita di cui sfuggono i veri disegni, avvolti nella nebbia di miti e immagini propagandistiche; sono nate nel passaggio dalla vita al sacrificio, dal volto al ritratto, dall’umano al simbolico, in cui non trova posto la giustizia o un cenno di verità.
Queste nebbie, questa propaganda, oscureranno per sempre un appartamento di Rue Lafayette 123, a Parigi, dove, in una notte del gennaio 2013, furono assassinate tre donne appartenenti a differenti organi del PKK. I loro nomi: Sakine Cansiz, Fidan Dogan e Leyla Söylemez. Un’azione di guerra condotta nella capitale francese, le cui modalità e le cui ragioni sono ancora senza risposta, che forse non verrà mai data.