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Autore: Anna Santarello

UN APPELLO ALLA MOBILITAZIONE DEL MOVIMENTO DELLE DONNE CURDE IN EUROPA (TJK-E) IN OCCASIONE DEL MARTIRIO DI SAKINE CANSIZ, FIDAN DOĞAN E LEYLA ŞAYLEMEZ

Retejin.it 8 gennaio 2022

Nell’anniversario del massacro di Parigi, rafforzeremo ancora una volta la solidarietà globale delle donne contro il fascismo, il patriarcato e il femminicidio.

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Nove anni fa, il 9 gennaio 2013, a Parigi, sono state massacrate Sakine Cansız (Sara), che è tra le fondatrici del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), Fidan Doğan (Rojbin), rappresentante del Congresso Nazionale del Kurdistan (KNK) e Leyla Şaylemez (Ronahi), rappresentante del movimento giovanile curdo. Come Movimento delle donne curde in Europa, rendiamo omaggio alle martiri di Parigi con rispetto, amore e gratitudine e riaffermiamo ancora una volta il nostro impegno affinché gli autori di questo crimine atroce vengano assicurati alla giustizia; ribadiamo inoltre la nostra promessa di mantenere viva la memoria delle nostre martiri, mentre il movimento per la libertà delle donne cresce.

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DONNE IN NERO: SOLIDARIETÅ E SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE

Donne in Nero Padova – Centro Pandora  8 gennaio 2022

SIT-IN a PADOVA angolo via S. Fermo-Piazza Garibaldi 12 GENNAIO 2022 dalle 17.00 alle 18.00 

GGGKAB06 A 77015918Nei giorni scorsi circa 100 donne con straordinario coraggio hanno manifestato a Kabul, contro la discriminazione e l’ingiustizia sociale a cui di nuovo il regime dei Talebani le vuole sottoporre.

Molte donne afghane negli ultimi decenni sono state attive nelle Organizzazioni Non Governative, hanno creato Case rifugio per le vittime di violenza, si sono affermate come giornaliste, hanno ricoperto incarichi politici, si sono liberate dell’obbligo di nascondere il proprio corpo, ecc. ora sono invece ricacciate nell’invisibilità della casa e del Burqa.

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Chi arriva al salvataggio dell’Afghanistan? Alcune domande per l’oggi e per il futuro

Sinosfere.com 6 gennaio 2022

Il testo che segue è notevole per lo sforzo di dare un quadro completo (politico, economico, sociale, del lavoro etc.) delle storture della società afghana che sono state le concause della vittoria talebana. In controluce emerge qualche aggancio alla realtà cinese, ad esempio il suggerimento di introdurre il sistema cinese del hukou (residenza coatta in città o in campagna, con divieto del trasferimento) anche in Afghanistan, per bloccare la caduta della produzione agricola e l’inurbamento selvaggio. Si noterà infine che sebbene il testo chiami in causa molti paesi del mondo (gli Stati Uniti, la Russia, il Pakistan etc.), la Cina non è citata neanche una volta (N.d.T.)1)

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Secondo un’opinione corrente, il punto chiave della rapida conquista militare talebana dell’Afghanistan sarebbe stato l’adozione della tattica “le campagne accerchiano le città”. Vedi l’articolo “La logica economica dietro la sconfitta dello Stato Afghano: città solo apparentemente opulente, campagne in stagnazione ininterrotta”, dove si tenta di analizzare dal punto di vista economico le ragioni complesse di lungo periodo dietro la conquista talebana:

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Aeroporti in Afghanistan: nuovi negoziati tra talebani, Turchia e Qatar

Sicurezzainternazionale.luiss.it Maria Grazia Rutigliano 4 gennaio 2022

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Il 4 gennaio è iniziato il secondo round di negoziati per la gestione degli aeroporti afghani tra i funzionari talebani e una società turca con sede in Qatar. Anche gli Emirati Arabi Uniti sono in trattativa con l’esecutivo di Kabul a tale proposito. 

Secondo quanto riferito dalla stampa locale, il vice capo dell’aviazione civile, Ghulam Gilani Wafa, ha affermato che l’Afghanistan sta ancora valutando la migliore opzione possibile, tra le varie proposte. Le trattative del 4 gennaio si sono svolte da remoto, a causa della pandemia. “Oggi abbiamo avviato le trattative online e continueranno fino a quando non raggiungeremo una decisione sul contratto. Inizieremo i negoziati faccia a faccia se lo riterremo necessario”, ha affermato il funzionario dell’aviazione. 

Per quanto riguarda la gestione dei cinque principali aeroporti afghani, le autorità talebane hanno avviato negoziati anche con una società degli Emirati Arabi Uniti. “Ci sono state trattative anche con una società degli EAU, abbiamo discusso di molte questioni”, ha affermato Gilani. “In seguito, Turchia e Qatar hanno mostrato interesse, quindi continueremo i colloqui con questi Paesi”, ha aggiunto. Intanto, i voli internazionali non sono ripresi con frequenza normale attraverso l’aeroporto di Kabul.

Notizie riguardanti la contesa tra EAU, da una parte, e Qatar e Turchia, dall’altra, per la gestione degli aeroporti afghani circolano a partire dal 24 novembre, quando l’agenzia di stampa Reuters ha pubblicato un articolo in esclusiva, citando quattro diplomatici stranieri del Golfo anonimi, che hanno affermato di essere a conoscenza della questione. Questi hanno sottolineato che gli Emirati hanno tenuto una serie di incontri con i talebani per discutere della gestione aeroportuale, mirati proprio a contrastare la crescente influenza del Qatar in Afghanistan.

Doha aveva partecipato agli sforzi finalizzati al mantenimento delle funzioni dell’aeroporto della capitale afghana, insieme alla Turchia, da quanto le forze armate straniere si sono ritirare dal Paese, il 30 agosto. Il Qatar aveva più volte dichiarato di essere disposto ad occuparsi del funzionamento della struttura. Intanto, un alto funzionario del Ministero degli Esteri di Abu Dhabi aveva affermato che gli EAU, che avevano gestito l’aeroporto di Kabul mentre era in carica l’esecutivo afghano sostenuto dagli Stati Uniti, “rimangono impegnati a continuare a fornire assistenza” al Paese per garantire gli accessi umanitari e un passaggio sicuro dentro e fuori dall’Afghanistan. 

A proposito della gestione dell’aeroporto, una questione chiave che deve ancora essere risolta dai talebani e dai potenziali operatori stranieri è chi fornirà la sicurezza al sito, considerato che non è accettata la presenza di truppe straniere sul suolo afghano. Proprio a tale proposito, Reuters aveva specificato che erano ancora le forze speciali del Qatar a garantire la sicurezza all’interno del perimetro dell’aeroporto, mentre le forze speciali talebane effettuano pattuglie nelle aree circostanti. Sebbene i vantaggi commerciali per qualsiasi operatore siano limitati in Afghanistan, che attraversa una grave crisi economica, l’aeroporto rimane un luogo strategico. Questo infatti rappresenta una fonte di informazioni estremamente sensibili, tramite il monitoraggio dei movimenti in entrata e in uscita dal Paese. 

A proposito, invece, delle relazioni tra Qatar e Emirati Arabi Uniti, è noto che i due Paesi sono reduci da anni di guerra diplomatica e contese per l’influenza regionale. Gli EAU, l’Arabia Saudita e i loro alleati hanno boicottato il Qatar per oltre tre anni, tagliando i legami politici e quelli commerciali, isolando il Paese e accusando Doha di sostenere il terrorismo internazionale, accusa che ha sempre negato. La cosiddetta “crisi del Golfo” è stata risolta con un primo accordo tra le parti, il 5  gennaio del 2021.

Per quanto riguarda il ruolo in Afghanistan, negli anni, il Qatar è stato a lungo un luogo sicuro per i talebani, con Doha che ha ospitato l’ufficio politico del gruppo dal 2013, oltre ai colloqui con gli Stati Uniti che hanno portato al ritiro delle truppe straniere dall’Afghanistan. Inoltre, il 12 novembre, i funzionari del Qatar hanno rafforzato la loro posizione nella regione firmando un accordo per rappresentare gli interessi diplomatici degli USA in Afghanistan. 

Sul fronte opposto, i talebani hanno dichiarato che gli Emirati Arabi Uniti hanno riaperto la loro ambasciata a Kabul, il 20 novembre. Riguardo a questo legame, due dei diplomatici citati da Reuters hanno rivelato che il Paese avrebbe ospitato alcuni membri del gruppo per anni. Tra questi è stato citato Sher Mohammad Abbas Stanikzai, che avrebbe vissuto nell’emirato di Sharjah con la sua famiglia dal 2013. Stanikzai è vice ministro degli Esteri nell’attuale governo talebano. Le autorità degli EAU e i talebani non hanno confermato la notizia. 

Il tribunale ordina di rilasciare il visto umanitario a due afghani, il ministero degli Esteri non ci sta

Ilmanifesto.it Giansandro Merli 5 gennaio 2022

Il casoLa giudice dà ragione al ricorso presentato da Asgi stabilendo un principio innovativo

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Il Tribunale di Roma ordina il rilascio del visto umanitario a due cittadini afghani in pericolo, ma il ministero degli Esteri tergiversa e cerca di evitarlo. La vicenda nasce da un ricorso firmato dalla legale dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) Nazzarena Zorzella per conto di due persone, fratello e sorella, che nel «paese degli Aquiloni» rischiano la vita: sono reporter, hanno lavorato per la Tv, frequentato l’università americana e collaborato con diverse Ong. 

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Ambasciatore porta pena

Ilmanifesto.it Giuliano Battiston 6 gennaio 2022

Il caso nella sede diplomatica dell’Afghanistan in Italia. Carica contesa, il prescelto dai talebani irrompe nella sala riunioni e scoppia un parapiglia. Deve intervenire la polizia. L’attuale rappresentante di Kabul, Zekriya: «Non farò mai issare la bandiera dell’Emirato»

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Una splendida villa a tre piani con un giardino ben curato, fontane, alberi rigogliosi, palme. Due leoni poggiati su piedistalli che accolgono il visitatore introducendolo verso le scale che conducono al portone d’ingresso. Siamo a Roma, tra la trafficata via Nomentana e la più silenziosa via Carlo Fea. È in questo edificio acquistato da re Ghazi Amanullah Khan – il re riformatore che ha regnato dal 1919 al 1929 – che due giorni fa è avvenuto un incidente consegnato ai verbali di polizia.

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Afghanistan: investitori russi discutono di progetti nel settore energetico

Sicurezzainternazionale.luiss.it   Maria Grazia Rutigliano 3 gennaio 2022

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Il vice primo ministro afghano, Abdul Salam Hanafi, ha incontrato una delegazione di investitori russi a Kabul, secondo quanto ha riferito il 3 dicembre l’agenzia di stampa russa TASS, che cita il portavoce dei talebani. 

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Afghanistan, gli aiuti umanitari si danno. Non è così per Ue e Italia

Ilmanifesto.it Emanuele Giordana 30 dicembre 2021

Talebanistan. Se si vogliono difendere i diritti una trattativa politica va aperta per forza

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Se il futuro politico dell’Afghanistan resta una nebulosa è invece drammaticamente chiaro il suo destino umano da qui a primavera, quando l’inverno che già attanaglia il Paese avrà reso noto il bilancio delle sue vittime. È un bilancio già largamente annunciato dalle Nazioni Unite e dalle organizzazioni umanitarie sin dai primi mesi dopo la fine di una guerra ventennale chiusa con un bilancio di almeno 250mila vittime.

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L’Afghanistan resta il cuore del traffico mondiale dell’oppio

it.euronews.com  Debora Gandini 28 dicembre 2021

Bambini afghani raccolgono oppio crudo nei dintorni di Jalalabad

In Afghanistan è sempre allarme narco-traffico e sicurezza. I talebani tornati al potere ad agosto hanno assicurato tolleranza zero verso i produttori e i trafficanti di droga. Secondo le Nazioni Unite la produzione di oppio ha superato le 6.000 tonnellate per il quinto anno consecutivo. 

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