G&P 165 AFGHANISTAN LIBERTÀ DURATURA
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Cieca violenza.
Minacciata, segregata e torturata per aver rifiutato di prostituirsi. È la storia di Sahar, una sposa bambina di appena 15 anni, che ha trovato i suoi carnefici proprio nel marito, il soldato Sakhi Gulam col quale era sposata da 7 mesi, e nella sua famiglia. L’hanno martoriata con i ferri roventi, le hanno strappato i capelli e le unghie delle mani, le hanno rotto le dita
Vendute.
Teatro della brutale vicenda è Puli Khumri, una città dell’Afghanistan, un Paese in cui, secondo un rapporto dell’Onu, un terzo delle donne sono esposte a violenze fisiche e psicologiche, mentre circa il 25% subisce atti di violenza sessuale. Effettivamente, i maltrattamenti contro le donne afghane sono molto frequenti. Le mogli sono considerate dai loro mariti come oggetti, merce, spesso vendute dalle famiglie d’origine per far fronte ai debiti. La stessa Sahar era stata comprata dal marito per 2.700 dollari
Sul Guardian si legge di come, più di quattro mesi fa, dopo essere stata quasi torturata a morte dal marito e dalla sua famiglia, Sahar abbia tentato di fuggire dai suoi aguzzini, ma sia stata poi rimandata a casa proprio da chi avrebbe dovuto difenderla: la polizia locale. Pare infatti che gli ufficiali, abbiano in un primo momento raccolto la denuncia della ragazza, ma si siano poi lasciati corrompere dalla famiglia dei carnefici che ha versato loro una cospiqua somma di denaro, con la promessa che non avrebbe più fatto del male a Sahar.
Dalla pagina Facebook "Afghanistan"
Oggi c'è un sacco di clamore a causa del cambiamento nella leadership dell'afgana (non) Independent Human Rights Commission e ci sono un sacco di giochi dietro le quinte tra Karzai e gli altri per questo rimpiazzo.
Questa commissione è "indipendente"? In realtà, è controllata direttamente dal regime fantoccio di Karzai e dei suoi amici assassini, che hanno un ruolo importante nella scelta della leadership delle persone. Inoltre la responsabile, dottoressa Sima Samar è membro del consiglio centrale del partito lacchè e criminale di " Wahdat-e-Islami". A questo punto possiamo ancora affermare che questa commissione è "indipendente"?
È davvero stata creata per difendere i diritti umani? Negli ultimi nove anni questa commissione non ha pubblicato un solo rapporto preciso sulle violazioni dei diritti umani e sui criminali responsabili, non ha mai fatto un solo nome di un criminale e non ha mai protestato una sola volta per la nomina di assassini e malversatori come Fahim, Khalili, Bismillah, Arghandiwal, Sayyaf e molti altri in posti di governo. Mentre le forze straniere, i talebani, i signori della guerra e la gente del governo continuano a commettere crimini barbari contro il nostro popolo, questa commissione ha raramente condannato questi crimini e nella maggior parte dei casi è rimasta in silenzio.
Rapporto sul progetto del Centro medico sanitario Hamoon a Farah, Afghanistan - Gennaio 2012
A cura di OPAWC, Organization for Promoting Afghan Woman Capabilities
Il Centro medico sanitario Hamoon è un piccolo centro medico nella provincia di Farah, nell'ovest dell'Afghanistan, vicino al confine con l'Iran. Nonostante sia di dimensioni modeste, riveste un ruolo fondamentale nel fornire assistenza medica gratuita a un'utenza che non ha mezzi economici, in una regione in cui non esistono ospedali pubblici degni di questo nome. Il Centro Hamoon fu fondato con un progetto che ebbe inizio nel 2001. Ci volle poi più di un anno per arrivare ad aprire l'ambulatorio. L'ambulatorio fu ufficialmente inaugurato il 6 agosto 2003, ma a quella data aveva di fatto già iniziato ad operare da due settimane.
Negli anni, il Centro medico sanitario Hamoon ha visto crescere la sua reputazione di buon centro in grado di offrire assistenza medica gratuita con i migliori medici specialisti e con somministrazione gratuita di farmaci.
Gli obiettivi del progetto
Principale obiettivo del progetto è offrire assistenza medica di base alla popolazione di Farah, in particolare alle donne e ai bambini, che non hanno accesso a un appropriato servizio sanitario. Poiché Farah si trova nell'estremo ovest del paese e viene poco considerata dalle agenzie umanitarie e dal governo, c'era forte bisogno di un centro di questo tipo.
Il servizio pubblico di assistenza sanitaria nella provincia di Farah è orribile. In una provincia che ha un territorio molto esteso e una popolazione di circa 900.000 persone, c'è un unico ospedale mal funzionante e con scarsa attrezzatura medica. Per tutto ciò che non è emergenza, la gente di Farah è abituata a spostarsi fino alle città di Herat e Kandahar.
Le donne e i bambini sono le prime vittime di questa mancanza di assistenza medica. I dati parlano di centinaia di donne morte per malattie legate a patologie ginecologiche.
Come funziona il Centro medico Hamoon
Il Centro Hamoon è un piccolo ambulatorio che fa capo principalmente a due specialisti: un ginecologo e un medico pediatra, che visitano in media circa 150 pazienti al giorno. Tutte le cure sono gratuite, inclusi i farmaci e le visite specialistiche. Ogni giorno si presentano al Centro numerosi pazienti, anche se ne vengono effettivamente ricoverati un numero inferiore.
Le donne e i bambini costituiscono il 95 per cento dei pazienti del Centro Hamoon. A loro viene data sempre la precedenza, perché sono le fasce di popolazione più vulnerabili e nel bisogno. In una società patriarcale come quella afgane, le donne possono vedere un medico solo in casi eccezionali e solo se accompagnate da membri maschi della famiglia.
Il personale del Centro comprende dieci dipendenti e tre volontari. I dipendenti sono: il direttore amministrativo, due medici (un ginecologo e un medico pediatra), due infermiere (di cui una è volontaria), due farmacisti (di uno è volontario), due paramedici che somministrano vaccinazioni (di cui uno volontario), un contabile, un autista, una guardia e due addetti alle pulizie.
I medici lavorano cinque ore al giorno, dalle 13 alle 15, e hanno il giorno libero di venerdì.
Il direttore amministrativo è la persona che gestisce, controlla e monitora tutto il lavoro del Centro. È presente in ambulatorio tutto il giorno e ne controlla l'efficienza quotidianamente. È anche il responsabile finanziario del Centro: deve infatti tenere traccia di tutte le spese e gestire l'archivio delle cartelle cliniche.
E-il mensile online, Angelo Miotto, 29 dicembre 2011
E-il mensile online, Enrico Piovesana, 29 dicembre 2011