Afghanistan proteste contro i talebani “sono seguaci degli USA”
ImolaOggi – 2 agosto 2015
Più di 500 persone, in maggioranza donne, hanno manifestato a Kabul contro i talebani e il fondatore mullah Omar, opponendosi ai negoziati di pace tra il governo afghano e il gruppo terroristico. In un episodio senza precedenti nella capitale, i dimostranti hanno mostrato cartelli con scritte come ‘Trattare con i talebani è tradire la nazione afghana’ e ‘I talebani sono seguaci di Pakistan e Usa’.
Hanno anche mostrato fotografie di vittime degli attentati del gruppo e del suo ex leader, la cui morte nel 2013 è stata annunciata mercoledì dal governo di Kabul. “La morte del mullah Omar è un giorno di festa e felicità per gli afghani, almeno uno dei criminali è stato eliminato dalla lista”, ha dichiarato Nabila, una donna che prendeva parte alla protesta.
“Da due decenni, la nostra sfortunata gente ha sperimentato omicidi, distruzione e dolore atroce a causa degli ordini dettati da un uomo ignorante, assassino e sconosciuto, chiamato mullah Omar”, ha commentato l’organizzatrice della protesta, Sailai Ghafar.
Durante un discorso ai dimostranti, Ghafar ha aggiunto che il processo di pace “non avrà un risultato positivo” per l’Afghanistan, perché lo Stato islamico continuerà la guerra ancor più del gruppo del mullah Omar. “Invece di dar loro posti nel governo, i talebani e i gruppi criminali devono essere portati davanti ai tribunali per aver ammazzato migliaia di afghani innocenti in attacchi suicidi ed esplosioni”, ha detto un’altra dimostrante, Murssal.
Per i tempi giuridici afghani è iniziato anche in tutta fretta (poco più d’un mese) il processo a 49 uomini accusati d’aver massacrato la ventottenne Farkhunda a calci, pugni, bastonate e poi d’averne bruciato il corpo.
“Una ragazza uccisa dalla folla, le donne protagoniste al suo funerale. Ora parla una di loro, Munera Yousufzada, 30 anni e una figlia di 10: “Abbiamo violato le regole della tradizione e della religione perché sono state dirottate dagli uomini”
Il SAAJS, Social Association of Afghan Seekers, i famigliari delle vittime afghane, che da anni chiedono un Tribunale Internazionale per processare gli assassini tuttora al governo del Paese, in occasione della Giornata Mondiale per i Diritti Umani organizza una serie di manifestazioni a Kabul e nei dintorni: il 7 dicembre verranno depositati fiori sul luogo della strage di AFSHAR (65.000 civili uccisi dalle bande di Massoud); dall’8 al 10 dicembre una mostra fotografica delle vittime presso l’ex Palazzo Reale (Daralaman Palace); una manifestazione davanti alle fosse comuni dove sono stati seppelliti i corpi di migliaia di civili afghani uccisi nell’ultimo trentennio.
Partecipanti alla manifestazione di protesta di giovedì scorso accusano alcuni ufficiali del Ministero della Difesa di essersi impossessati di terreni destinati a progetti per il benessere pubblico nel centro della capitale Kabul.
Il partito ha organizzato una manifestazione a cui hanno partecipato un migliaio di persone di fronte all’ambasciata russa a Kabul, contro il golpe del 1978 e la successiva occupazione sovietica del paese.
Un gran numero di donne piangenti hanno inscenato una manifestazione di protesta nel nord della provincia di Faryab, accusando un comandante locale di abusi sessuali e assassini di giovani ragazze e bambini durante uno scontro sanguinoso con dei civili.
Protesta del SAAJS del 10/12/2012 per commemorare la memoria dei martiri di tre decenni e chiedere la condanna dei criminali.