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Tag: Manifestazioni

Il 1 Maggio manifestazione di lavoratori a Kabul

Abasin Zaheer – Rawa News – 1 maggio 2015

Il giorno della festa dei lavoratori, un centinaio di persone hanno organizzato una manifestazione di protesta nella capitale Kabul, per domandare opportunità di lavoro.
La dimostrazione è stata organizzata dal sindacato Nazionale dei Lavoratori (NLU) con l’obiettivo di fare pressione sul governo per aumentare gli stipendi dei lavoratori.

Mohammad Maroof Qadari, il leader del NLU,ha chiesto al governo di implementare leggi sul lavoro, aumentare i salari degli impiegati governativi e facilitare i lavoratori.
I dimostranti portavano cartelli che dicevano “abbiamo bisogno di lavoro” e ” abbiamo bisogno di pane”.

Ahmed Shah, uno dei manifestanti, ha dichiarato al notiziario di Pajhwok Afghan News: “È duro per i lavoratori dare alle proprie famiglie tre pasti al giorno dal momento che non si trova lavoro ogni giorno.”
Habibiullah, un altro manifestante, ha detto ” molti lavoratori sono costretti alla sera ad elemosinare dopo che non sono riusciti a trovare un lavoro per tutto il giorno.

Il 1 Maggio si celebra in tutto il mondo la festa del lavoro o della lotta che i lavoratori fanno per avere riconosciuti i propri diritti.

Kabul, inizia il processo per il linciaggio Farkhunda

Dal blog di Enco Campofreda – 3.5.2015

 81866037 81866036Per i tempi giuridici afghani è iniziato anche in tutta fretta (poco più d’un mese) il processo a 49 uomini accusati d’aver massacrato la ventottenne Farkhunda a calci, pugni, bastonate e poi d’averne bruciato il corpo.
La colpa della donna – tutta da dimostrare – sarebbe stata quella d’aver dato fuoco a una copia del Corano. Testimoni sostengono che il gesto blasfemo non è mai accaduto.

Ma già si sente dire che egualmente anche il corpo di Farkhunda non avrebbe subìto lo scempio della combustione. Il linciaggio mortale, però, c’è stato e la colpa di diciannove fra gli accusati, tutti poliziotti che vestivano la divisa, è quella di non essere intervenuti.
Di non aver frenato la furia maschile e maschilista, ammantata da presupposti di tradizionalismo religioso.

Il procuratore di Kabul ha chiesto al capo della polizia e al ministro dell’Interno del governo Ghani di presenziare al processo su cui si concentra l’attenzione di molti media, interni e stranieri, anche a seguito della significativa ondata di protesta femminile che a fine marzo scorso aveva visto mobilitarsi duemila donne in corteo nella capitale afghana.

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Manifestazione di Hambastagi contro il massacro di civili e soldati e per la liberazione di 31 giovani afghani rapiti dall’IS.

15 aprile 2015 – Afghanistan, Kabul – SildaritySildarity

Manifestazione di Hambastagi Solidarity Party of Afghanistan, CONTRO il massacro di civili e soldati nel Badakshan e a Mazar, PER LA LIBERAZIONE DEI 31 giovani afghani rapiti dall’IS. Il governo Ghani/Abdullah, sostenuto dagli USA, non muove un dito per fermare le violenze quotidiane a cui è sottoposto il popolo afghano.

La manifestazione indetta per protestare contro gli ultimi terribili eventi successi in Afghanistan, aspirando inoltre a costruire un’idea di NAZIONE: i soldati uccisi a Mazar, i civili uccisi a Badakshan, i 31 ragazzi hazara rapiti dall’ISIS. Unendo tutte queste vittime in un’unica rivendicazione si ribadisce il concetto di unità nazionale, che le vittime non hanno identità etnica, è un punto molto importante della linea politica di Hambastagi.

«Io ho portato la bara di Farkhunda Nessuno se l’aspettava da noi afghane»

La 27ventisettesima Ora – Iblog del Corriere della sera – 16 aprile 2015, di Viviana Mazza

farkhunda funeral 655x422 471x250“Una ragazza uccisa dalla folla, le donne protagoniste al suo funerale. Ora parla una di loro, Munera Yousufzada, 30 anni e una figlia di 10: “Abbiamo violato le regole della tradizione e della religione perché sono state dirottate dagli uomini”

Sono stati gli uomini ad attaccare Farkhunda e a guardare senza far nulla per salvarla. Nella nostra cultura e nella nostra religione, non è permesso alle donne di portare la bara al funerale. Questo perché la religione è stata dirottata dagli uomini, che l’hanno usata come strumento per raggiungere obiettivi egoistici.

Per mostrare che non accettiamo più queste strumentalizzazioni, ci siamo caricate il feretro sulle spalle. D’altra parte, se l’avessero trasportato gli uomini, il caso sarebbe stato dimenticato in fretta. Invece, per rendere questa storia immortale e mostrare che questi atti di violenza non sono più accettati, abbiamo fatto una cosa che nessuno si aspettava in Afghanistan.

Parla Munera Yousufzada, che ha 30 anni e una figlia di dieci: è una delle donne di Kabul che hanno portato fino alla tomba il corpo di una giovane uccisa e bruciata dalla folla lo scorso mese nella capitale afghana.

Un gesto ribelle di cui abbiamo scritto sul Corriere della Sera e in questo blog, ma quelle donne che gridavano «oggi è toccato a lei, domani toccherà a noi», erano anonime. «Farkhunda è stata uccisa con l’accusa di aver bruciato il Corano – racconta ora Munera – Ma dall’inchiesta, che non si è ancora chiusa, è emerso che aveva litigato con una persona che stava scrivendo degli amuleti nel nome della religione. Sono maghi cui la gente analfabeta si rivolge perché risolvano i problemi. Poiché Farkhunda aveva criticato uno di loro, lui l’ha accusata di aver bruciato il Corano».

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NON C’È PACE SENZA GIUSTIZIA!

FB.com/SAAJS.Afghanistan – 6 dicembre 2014.

228959 260859467260506 2932230 n copyIl SAAJS, Social Association of Afghan Seekers, i famigliari delle vittime afghane, che da anni chiedono un Tribunale Internazionale per processare gli assassini tuttora al governo del Paese, in occasione della Giornata Mondiale per i Diritti Umani organizza una serie di manifestazioni a Kabul e nei dintorni: il 7 dicembre verranno depositati fiori sul luogo della strage di AFSHAR (65.000 civili uccisi dalle bande di Massoud); dall’8 al 10 dicembre una mostra fotografica delle vittime presso l’ex Palazzo Reale (Daralaman Palace); una manifestazione davanti alle fosse comuni dove sono stati seppelliti i corpi di migliaia di civili afghani uccisi nell’ultimo trentennio.
DON’T FORGET, DON’T FORGIVE!

[Trad. a cura di Cisda]

Contestatori accusano ufficiali del Ministero della Difesa di impossessarsi di terreni

Azizullah Hamdard – 26 giugno 2014 – RAWA NEWS

641 victims protest kabul dec11 2013 300x147Partecipanti alla manifestazione di protesta di giovedì scorso accusano alcuni ufficiali del Ministero della Difesa di essersi impossessati di terreni destinati a progetti per il benessere pubblico nel centro della capitale Kabul.

Più di 100 persone hanno preso parte alla protesta che si è tenuta  prima di mezzogiorno a Qargha nel 5° distretto di polizia.

Essi accusano 3 ufficiali di aver preso possesso di terreni destinati a un parco, un asilo e un centro medico. Hanno imposto alle autorità di cessare i lavori di costruzione sui siti.

I dimostranti hanno distrutto le fondamenta che erano state gettate nelle aree contese e minacciato di continuare le proteste se le loro richieste vengono ignorate.

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Manifestazione del Partito della Solidarietà contro i regimi comunisti, i talebani e i mujaheddin

Pan – 2/5/2014 di Khwaja Ahmad Basir

Hambastagi02Il partito ha organizzato una manifestazione a cui hanno partecipato un migliaio di persone di fronte all’ambasciata russa a Kabul, contro il golpe del 1978 e la successiva occupazione sovietica del paese.

Il Partito Democratico Popolare dell’Afghanistan è salito al potere con un colpo di stato che ha portato all’invasione dell’Afghanistan da parte dell’Unione Sovietica.

Anni di jihad e di grande sacrificio alla fine hanno portato alla cacciata delle forze sovietiche dall’Afghanistan nel febbraio 1989. Tre anni dopo, con gli accordi Peshawar, i partiti politici afgani hanno stabilito lo Stato Islamico dell’Afghanistan e nominato un governo ad interim.

I talebani, che inizialmente erano emersi come una nuova forza nella città meridionale di Kandahar, hanno preso il potere nel 1996 e stabilito l’Emirato Islamico dell’Afghanistan. Dopo la caduta del governo di Najibullah, la guerra civile tra le fazioni mujaheddin e alcuni generali hanno spodestato il suo regime.

L’Ing. Hafizullah, uno dei leader del Partito della Solidarietà che ha organizzato la manifestazione, ha definito il settimo e l’ottavo giorno di Saur (secondo il calendario persiano il settimo e ottavo giorno di Saur corrispondono al 27 e 28 Aprile del 1978, data del colpo di stato della fazione Khalq del Partito Democratico Popolare dell’Afghanistan) come i più bui nella storia dell’Afghanistan. ” Questi eventi hanno innescato una scia di omicidi e caos nella nostra patria.”

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Le donne di Faryab protestano contro il signore della guerra

Qutbuddin Kohi  23 aprile 2014 – RAWA News

women protest daikundi sUn gran numero di donne piangenti hanno inscenato una manifestazione di protesta nel nord della provincia di Faryab, accusando un comandante locale di abusi sessuali e assassini di giovani ragazze e bambini durante uno scontro sanguinoso con dei civili.

Circa 100 donne, accompagnate da bambini, sono arrivate dal distretto di Pashtun Kot a Maimana, il capoluogo provinciale e si sono radunate davanti alla casa del governatore.

Denunciavano  che il signore della guerra locale, Qader Rahmani,aveva sottoposto donne e bambini a molestie sessuali durante gli scontri, e chiedevano al governo di punire lui e i suoi sostenitori armati.
Una donna arrabbiata ha dichiarato al notiziario Pajhwok Afghan News che Rahmani aveva ucciso suo marito e l’aveva così ridotta a vedova con cinque bambini.
Molti bambini che accompagnavano le donne che protestavano erano scalzi. I bambini stessi gridavano che volevano che gli assassini dei loro padri fossero puniti.
Un’altra donna piangente ha detto che il comandante ha fatto saltare la loro casa nella quale suo fratello Mufti Asif è morto. “Mio fratello era innocente. Era un  studioso religioso .
Alcuni impiegati della residenza del governatore sono usciti e hanno parlato con le donne che protestavano, i loro occhi si sono riempiti di lacrime ascoltando il loro calvario.

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Scoppia la protesta ad Herat per la morte di tre civili

PAN, 23 febbraio 2014

protest saajs for martyrsProtesta del SAAJS del 10/12/2012 per commemorare la memoria dei martiri di tre decenni e chiedere la condanna dei criminali.

Pajhwok Afghan News dichiara che tra i morti c’è un bambino, uno studente della Facoltà di Medicina di Kabul e un altro civile Centinaia di persone hanno inscenato una protesta contro le forze di sicurezza afghane, le truppe straniere e il sindaco della provincia occidentale di Herat.
I residenti del distretto di Shindand e il sindacato dei medici hanno preso parte alla protesta, scandendo slogan contro le forze di sicurezza locali e le truppe straniere.
I manifestanti hanno accusato le forze combinate di aver ucciso civili innocenti durante un’operazione di qualche giorno fa.

Tor Mohammad Zarifi, che rappresenta Shindand nel consiglio provinciale , ha detto che truppe afghane e straniere hanno ucciso tre civili Giovedi.
Nell’intervista rilasciata a Pajhwok Afghan News ha dichiarato che tra i morti c’è un bambino, uno studente della Facoltà di Medicina di Kabul e un altro civile. Ha chiesto al governo di mettere gli assassini sotto processo.

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Afghanistan: rinvenuta una lista di 5.000 persone giustiziate nel 1978-1979

Kabul Press, September 18, 2013 

protest saajs for martyrsProtesta del SAAJS del 10/12/2012 per commemorare la memoria dei martiri di tre decenni e chiedere la condanna dei criminali

Così tante persone sono state uccise nel 1978-1979, che sono state usate le ruspe per portarli in una fossa dietro la prigione di Pul-i-chargi
Nel corso di una indagine riguardante i crimini di guerra le torture e le uccisioni, la Crimes Unit internazionale della polizia nazionale olandese ha ottenuto gli elenchi di Morte dall’Afghanistan, risalenti al 1970. Quasi 5000 i nomi sono elencati in questi documenti, in cui le autorità hanno meticolosamente registrato gli omicidi del regime.

Questi elenchi pongono fine all’incertezza di numerosi parenti che sono stati al buio per decenni sul destino dei loro padri, fratelli, zii, cugini e altre persone care.

Afghanistan Death Lists of 5000 people executed to end uncertainty of relatives

She heard that so many people were killed in 1978-1979, that bulldozers were used to bring them to a place behind Pul-i-Chargi Prison
In the course of a War Crimes investigation concerning Torture and Killings, the International Crimes Unit of the Netherlands National Police has obtained Death Lists from Afghanistan, dating from the 1970s. Almost 5000 names are listed in these documents, in which the authorities meticulously recorded the regime’s killings.

These lists end the uncertainty of numerous relatives who have been in the dark for decades about the fate of their fathers, brothers, uncles, cousins and other loved ones.

The Investigation

Under the supervision of the National Prosecutor’s Office, the Netherlands Police started investigating Amanullah O. in 2010. He was suspected of having committed War Crimes in Afghanistan in 1978 and 1979. The investigation focussed in particular on O.’s involvement in Torture. Under his responsibility as chief of the Interrogation Department of the Afghan Security Service AGSA – predecessor of the KAM, KhAD and WAD – people were purportedly arrested, interrogated and tortured. The methods that were used include beatings, electricity and sleep deprivation.

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